Il pareggio di Torino, lascia la Roma in una situazione di classifica complicata, certamente diversa da quanto prospettato alla lettura del calendario. 5 punti in 5 partite, sono bottino veramente esiguo, e se ci soffermassimo esclusivamente alla cruda realtà imposta dai punti, motivi per sorridere ce ne sarebbero pochissimi. Analizzando lucidamente i fatti però, il punticino preso contro i granata, non è risultato da buttare: mediamente la qualità delle squadre si è alzata, e il Torino non fa eccezione, anzi, vincere lì non sarà una passeggiata per nessuno. Non lo è mai stato, ma a maggior ragione adesso che Juric si può permettere il lusso di lasciare in panchina un giocatore come Sanabria, autore di 12 gol nella scorsa stagione e adesso relegato a riserva per via dell’arrivo di Duvan Zapata, attaccante che per caratteristiche avrebbe fatto comodo anche alla compagine capitolina, non a caso cercato lungamente prima che si aprisse lo spiraglio impensabile che ci ha portati a Romelu Lukaku. Il colombiano ha fatto un’ottima partita, e manco a dirlo ha segnato… non era neanche quotato il gol contro la Roma per quanto scontato.
In ogni caso, non si offenda il buon Duvan, le misteriose vie del calciomercato ci hanno regalato un centravanti che gli è superiore, seppur il neo-attaccante torinese sia una copia riuscita piuttosto bene della punta belga. Buon per il Toro, che si ritrova a sua volta un centravanti forte forse oltre ogni immaginazione a inizio mercato.
Oltre ogni immaginazione anche i fischi dei tifosi granata a Belotti: ma come si fa a fischiare un giocatore che ha dato i migliori anni della propria carriera a una squadra costretta spesso e volentieri a lottare per tenersi la categoria? Un attaccante che alla soglia dei 30 anni decide di vivere un’esperienza diversa, con stimoli e ambizioni superiori, merita davvero di ricevere un’accoglienza carica di veleno e risentimento? Onestamente, l’ho trovato insopportabile, inaccettabile. Capisco la frustrazione di aver perso un calciatore simbolo, che incarnava splendidamente il sentimento granata, ma ricordiamo anche che siamo negli anni '20 del 2000, e ad eccezione di Totti e De Rossi, fedeltà e bandiere, sono pressoché chimera. I due romani poi, sono stati sospinti da una passione sostanzialmente innata, essendo profeti in patria. Se vogliamo, la scelta di Belotti di legarsi quasi a vita ad un Torino che sguazzava fatalmente in zona salvezza o alla meglio a metà classifica, meriterebbe applausi scroscianti, e invece si è beccato sonori fischi perché è venuto a giocare alla Roma, una squadra che gli ha permesso di calcare un palcoscenico europeo dopo anni di niente…ma dai, per favore gente, un po' di lucidità!
Il Torino merita rispetto, è una maglia storica, ma l’ultima volta che ha lottato per vincere qualcosa c’era ancora la lira e mio nonno - buonanima - era un giovane rampante. Per di più, non è un mistero, Cairo era prontissimo a vendere Alessandro Buongiorno all’Atalanta, giocatore dichiaratamente di fede torinese e per giunta capitano: fischiate il vostro presidente piuttosto! 

Già che siamo in tema bandiere, permettetemi di festeggiare il nostro personalissimo Natale: Buon compleanno capitano! 47 anni…Maledetto Tempo! Sempre grati però di aver vissuto, gioito, goduto della tua venuta! Un privilegio essersi innamorati del calcio, della Roma, grazie alle tue magie. Ti aspettiamo presto, a casa tua, in qualsiasi veste: sarai sempre la Roma e sarà sempre amore.

Tornando alle questioni di campo, buona l’intesa tra Dybala e Lukaku, con l’argentino che ha cercato e trovato spesso il belga in profondità, fermato il più delle volte da un Buongiorno in gran forma, e dal quale si è riuscito a divincolare soltanto in tre occasioni: la prima, nel primo tempo, servito proprio da Dybala, Lukaku lanciato in profondità ha anticipato la conclusione per evitare la marcatura del centrale e tentando di sorprendere in diagonale Milinkovic; la seconda, scappando lateralmente con un colpo di suola, ha messo palla al centro proprio per l’accorrente Dybala, anticipato se la memoria non mi inganna da Rodriguez: azione che per bellezza e pericolosità, ci ha fatti sobbalzare dalle sedie; la terza, fatale, in occasione della rete del vantaggio giallorosso. La nota stonata della vicenda è che Dybala è stato spesso costretto a giostrare sulla linea dei centrocampisti per far arrivare il pallone avanti, riuscendo poche volte ad accompagnare l’azione - com’è solito fare - a limite dell’area. Con un baricentro piuttosto basso, con le fasce che si tengono a loro volta schiacciate sulla linea dei difensori, Dybala è costretto a un lavoro di corsa che non è propriamente nelle sue caratteristiche: Renato dove sei?
Quanto manca Sanches! La mezzala portoghese è esattamente quello che manca alla Roma dall’addio di Mkhitaryan, se vogliamo, a dirla tutta, dall’addio di Nainggolan, perché anche l’armeno chiaramente nasceva con altre peculiarità, ma essendo un giocatore dalla qualità sconfinata, riusciva - e riesce tuttora, purtroppo in maglia nerazzurra - benissimo anche in un ruolo totalmente nuovo, cucitogli addosso per esigenza, salvo poi diventare stabilmente suo. 
Purtroppo la mezzora in Moldavia, contro lo Sheriff in Europa League, ci ha ribadito che su Sanches non si potrà contare davvero, e che qualora dovesse riuscire ad accumulare più presenze che assenze, saremmo di fatti dinanzi ad un autentico miracolo, un miracolo che cambierebbe anche le sorti di tante partite e di conseguenza della stagione.

Nel frattempo che Sanches torni nuovamente abile e arruolabile, domani è già tempo di Genoa-Roma, gara valida per la sesta giornata di Serie A. Naturale pensare a qualche cambio di formazione rispetto alla trasferta piemontese, anche se i punti in palio sono di cruciale importanza, per cui Mourinho potrebbe anche scegliere di cominciare la gara con i migliori effettivi a disposizione, per poi operare qualche sostituzione conservativa in corso d’opera. Praticamente certa la difesa, con il trio Mancini-Llorente-Ndicka sostanzialmente obbligato vista l’assenza di Smalling; sulle fasce dovrebbero ancora agire Spinazzola e Kristensen, con il primo autore di una discreta prova contro il Torino, seppur lontano dagli standard che l’avevano collocato tra i migliori del ruolo qualche anno fa. A centrocampo, immancabile Cristante, in un gran momento di forma e vicinissimo alla seconda realizzazione consecutiva nell’ultima sfida, mentre potrebbe riposare Paredes, arrivato nella capitale senza minuti nelle gambe e gettato subito nella mischia per necessità. Al suo posto, potrebbe trovare spazio l’algerino Aouar, tenuto fuori col Torino dopo un tempo incolore contro lo Sheriff, ma che ha senz’altro la qualità per essere un titolare di questa squadra, infortuni permettendo. Al fianco di Aouar, certo il rientro di capitan Pellegrini, finalmente recuperato dall’infortunio muscolare che l’ha costretto al forfait prima in nazionale, poi nelle successive gare dei giallorossi, mentre davanti sicuro l’impiego di Lukaku, che per stessa ammissione dell’allenatore lusitano, ha necessità di giocare il più possibile per raggiungere il miglior stato di forma.
Probabile che la coppia offensiva sia proprio Dybala-Lukaku, anche se l’argentino è patrimonio da tutelare, purtroppo da centellinare pur di scongiurare stop che lo terrebbero fuori per lunghi periodi. La sensazione è che dipenda esclusivamente dallo stesso Dybala: se avrà buone sensazioni circa il suo impiego, difficilmente Mourinho si negherà la possibilità di schierarlo dal 1° minuto. D’altronde è vero che la classifica bisognerà guardarla da Gennaio (cit. Mourinho), ma intanto i punti assegnati ora avranno lo stesso peso di Marzo-Aprile.

Smuovere la classifica è fondamentale, anche in virtù di un inizio di stagione che ci ha messo dinanzi squadre non insormontabili, ad eccezione di un Milan che in quel frangente viveva un momento diametralmente opposto al nostro. 6 punti tra Genoa e Frosinone, poi a Cagliari per invertire bruscamente la rotta: daje Roma! Come recita una nota pezza nella capitale: 
“Se po fà!”

Alla prossima branco, forza Roma Sempre!
Brancoromanista