Ho sempre creduto che lo sport sia la massima espressione della sportività, la sua radice linguistica e non solo.
Il principio della sportività ha sempre guidato le massime organizzazioni mondiali del settore, tra queste anche quelle calcistiche quali la UEFA.

In aderenza e a riprova di ciò, nel 2009 la UEFA introdusse il FFP, un regolamento che prevedeva che i club non potessero spendere più di quanto guadagnato, se non per indebitamenti di pochi milioni di euro. La regola fu approvata per provare a contrastare la crescente disparità tra i più ricchi club europei e tutti gli altri, e per limitare l’indebitamento dei club ma soprattutto le sproporzionate campagne di calciomercato portate avanti negli anni da alcune squadre grazie a enormi finanziamenti privati. Nel tempo diversi club sono stati sanzionati per aver violato il FFP, con multe, blocchi al calciomercato ed esclusioni dalle competizioni europee, spesso attraverso patteggiamenti speciali tra le società e la UEFA.
Ma se alcuni club europei sono stati sanzionati, altri che sono stati protagonisti di operazioni anche molto più imponenti e sospette non sono stati puniti: primo fra tutti il PSG. Per giustificare i costosissimi acquisti, il club francese sostenne che erano stati resi possibili dalle sponsorizzazioni di alcune grosse società qatariote, come la compagnia telefonica Ooredoo, la Qatar National Bank e l’Autorità per il Turismo del Qatar. Il problema è che queste società sono collegate al fondo proprietario del PSG, e questo fece nascere subito il forte sospetto che quei contratti fossero in realtà grandi iniezioni di liquidità nelle casse del club, mascherate sotto forma di sponsorizzazioni riconducibili in realtà agli stessi proprietari.
Senza entrare nei dettagli dell’inchiesta, le opache operazioni del PSG furono coperte dai giudici dell’UEFA e la società ne venne fuori perfettamente pulita sebbene il New York Times avesse rilevato i stretti legami tra la proprietà qatariota del PSG e la UEFA.
Quest’anno il PSG non ha vinto il campionato francese, e si è fermata alle semifinali della Champions League. Senza gli introiti del botteghino, come tutte le maggiori società europee, dovrebbe manifestare difficoltà almeno in termini di liquidità. Invece sembra che le sue faraoniche campagne acquisti continuino senza titubanza alcuna: Donnarumma a 12 milioni netti a stagione e le provvigioni del procuratore Raiola sono l’ultimo sfizio della squadra del presidente proprietario del Qatar, se si aggiunge che Keylor Navas ha da poco rinnovato con un contratto da 7 milioni netti la prepotenza economica è servita.

Di seguito i guadagni dei principali giocatori della squadra di Parigi:
Neymar 44.668.000;
Kylian Mbappé 20.956.000;
Marquinhos 13.104.000;
Marco Verratti 13.104.000 (sta rinnovando a 17.000.000);
Ángel Di María 12.220.000;
Keylor Navas 10.920.000 (ha rinnovato a 15.000.000);
Presnel Kimpembe 9.100.000;
Mauro Icardi 8.736.000;
Leandro Paredes 7.280.000;
Ander Herrera 7.176.000;
Julian Draxler 6.552.000;
Idrissa Gueye 5.980.000;
Alessandro Florenzi 5.252.000;
Abdou Diallo 4.732.000;
Rafinha 4.628.000;
Juan Bernat 4.576.000;
Pablo Sarabia 4.524.000;
Thilo Kehrer 4.316.000;
Layvin Kurzawa 4.108.000;
Moise Kean 2.548.000.

Esprimo contentezza per i guadagni di Florenzi e Kean, in Italia si sarebbero dovuti accontentare della metà, ma ciò evidenzia una volta di più il gap esistente tra il PSG e le altre squadre francesi e le nostre squadre italiane.
Ora leggiamo le parole del presidente Al Khelaifi in merito alla superlega: "Queste grandi società avevano già provato a mettere pressione sul Fair Play Finanziario. Si lamentavano e volevano impedire ad altre squadre di svilupparsi grazie a nuovi investitori. È la stessa dottrina che ispira la Superlega: vogliono eliminare ogni forma di competitività e creare il loro campionato chiuso. Tutti devono avere il diritto di sognare, non soltanto questi grandi club. Così si ammazzano i sogni del calcio e dei tifosi".

Pur comprendendo che sia stata un’idea dettata dalle enormi difficoltà economiche delle società proponenti, la superlega è concettualmente sbagliata; però, che questo signore, presidente dell’European Club Association, colluso con l’UEFA, che ha sempre coperto i suoi palesi autofinanziamenti, si erga addirittura a paladino della sportività E’ INACCETTABILE, costui è l’ipocrisia fatta persona. Non può parlare di sportività, la sua tracotanza, il suo apparire pulito, pagato a caro prezzo, è rivoltante.
Fortunatamente a Parigi hanno conoscenze calcistiche non all’altezza, altrimenti avrebbe già vinto più di una Champions League, ma ci riusciranno certamente, spendendo magari qualche altro miliardo di euro ed evitando di sostituire i Tuchel vincenti con i Pochettino perdenti...