Facile parlare col senno di poi, difficile prevedere il futuro. Questo è quel che succede in condizioni normali, altre volte invece la situazione appare così chiara, quasi palese, che sembra strano non sia stata prevista da chi doveva agire, fare delle scelte.

Il debutto degli esordienti nelle "partite che contano" potrebbe sì velocizzare i ricambi generazionali, i nuovi cicli si fanno anche così, con quel pizzico di follia che crea passione negli sportivi e crea nuovi talenti, alla Grosso per intenderci, ma forse ci vuole maggiore equilibrio, che la complessità della situazione richiede.

Lazzari e Biraghi non sembrano essere ancora pronti e questo a molti appariva chiaro, non a Mancini, a cui bisogna riconoscere il coraggio di mischiare le carte rispetto alla prima partita con la Polonia ma che non ha risparmiato palesi mancanze nelle scelte tecniche e tattiche. Non c'è l'intenzione di colpevolizzare i nuovi innesti ma il problema sembra essere proprio l'emotività e la scarsa esperienza curriculare nelle "gare che contano". Per intenderci, per giocare in nazionale qualche partita internazionale devi averla fatta. Lo stesso Cristante è apparso un pesce fuor d'acqua. Chiesa, pur dimostrando nello spezzone della prima partita di essere un ottimo giocatore in prospettiva, è calato sulla distanza contro il Portogallo.

La formazione della seconda partita è stata completamente sconvolta, 9/11, in difesa il solo Donnarumma e a centrocampo il solo Jorginho hanno mantenuto il posto. Col senno di poi viene da pensare che giocatori come Quagliarella e Giaccherini potevano essere utili  e che in nazionale hanno sempre fatto bene, Zappacosta poteva essere riconfermato. Zaza paradossalmente aveva meno minutaggio nelle gambe di Balotelli, 25 minuti contro 75 in questo inizio di stagione, eppure i due sono stati titolari in questa National League.

Le scelte del tecnico dipendono dalla programmazione, se si vuole puntare sui giovani per dare esperienza diretta con la nazionale o aspettare che l'esperienza venga dai club e che culmini con la chiamata in nazionale. Mancini saprà cosa fare, o almeno ce lo auguriamo, ma quanto è dura vedere una nazionale così deludente.