Vincenzo Montella, notizia di poche ore, è il nuovo allenatore della Fiorentina. Il termine “nuovo” è un eufemismo dato che per lui si tratta di un ritorno.
Dopo un’ottima carriera da attaccante, memorabile l’esultanza dell’Areoplanino a ogni suo gol, l’esordio alla guida della Roma nel 2011, subentrando a Claudio Ranieri, poi un’ottima annata al Catania. È a questo punto della sua storia che la Fiorentina si interessa a lui. Tre stagioni a Firenze, dal 2012 al 2015, e tre volte al quarto posto in campionato, con una finale di Coppa Italia e una semifinale in Europa League; quarti posti che oggi significherebbero Champions League ma che allora  offrivano “solo” la qualificazione all’Europa League.
Nel novembre del 2015, subentra a Zenga alla guida della Sampdoria, con una stagione incolore. Il passaggio al Milan, un sesto posto nella stagione 2016/17 che vale la qualificazione Europea, l’anno successivo la vittoria della Supercoppa Italiana ai danni della Juventus per poi essere esonerato e sostituito da Gattuso. Neppure il tempo di assorbire l’esonero e, in un mese, l’approdo alla guida del Siviglia, esperienza che dura appena quattro mesi. Aprile 2018, altro esonero, il secondo in pochi mesi. Da allora, l’Aeroplanino era fermo ai box.

“La squadra sta crescendo”, l’intercalare classico del buon Vincenzo, proferito spesso nelle interviste col suo iconico sorriso, sempre stampato in faccia, a prescindere che si vinca o si perda. Odioso per alcuni tifosi, scarso per altri, ottimo per altri ancora. Per i Della Valle ad esempio, i primi tifosi della Fiorentina.
Firenze è l’unico posto in cui ha allenato con continuità ed è lì che ha fornito le migliori prestazioni da allenatore. I Della Valle lo sanno, o almeno se lo ricordano, e hanno deciso di puntare su di lui, scavalcando Corvino che era propenso a puntare su Di Francesco, fresco esonerato dalla Roma.  

Un altro progetto Montella che potrebbe ingolosire la piazza, con gli scettici che puntano il dito sulla minestra riscaldata e sulle ultime stagioni non proprio esaltanti dell’allenatore. Ritornare all’ovile non sempre garantisce i risultati sperati. “Non bisognerebbe mai tornare nei posti dove si è stati bene” disse il regista Salvatores in un’intervista del 1992.
Forse sarà un errore o forse Montella a Firenze non è sono stato abbastanza felice e può puntare più in alto, prima di non tornare più.
Intanto contratto fino al 2020, Vincenzo Montella può continuare a volare...