Le ultime partite pongono di fronte la Juventus al suo destino: incomincia quello che è il momento decisivo della stagione.

Dopo gli acquisti di Cristiano Ronaldo, Cancelo, Emre Can, Perin, il rientro di Bonucci dalla parentesi milanista e di Spinazzola dal prestito bergamasco e le cessione di Mandragora con recompra all'Udinese, seguita da quella di Caldara e di Higuain che era diventato per stipendio e costi un'esubero, la Vecchia Signora viene elevata al rango di favorita tra le big della maggiore competizione europea, oltrechè confermare lo status di squadra da battere all'interno dello stivale. Una campagna acquisti condotta con forza, volta a migliorare un ruolo dove De Sciglio era apparso come una valida alternativa ma non dava garanzie, tassellando il centrocampo con l'arrivo di un giovane e solido giocatore a parametro 0 e sostituendo numericamente un Buffon che lascia Torino andando a prendere un buon portiere italiano da affiancare a Szczesny. In difesa rientra quello che era un grosso cardine nel sistema bianconero, chiaro ed evidente segno che Allegri reputa il solo Pjanic ad impostare non sufficiente a far girar bene la manovra. A chiudere il miglior upgrade possibile: col sacrificio di Gonzalo Higuain, ottimo giocatore ma nei momenti clou raramente determinante è potuto arrivare colui che è per deteminazione, mentalità e perfezionismo il miglior calciatore al mondo.

Sulla carta nell'11 un mercato sontuoso, che va a aumentare notevolmente le fonti di gioco con l'ingresso di un esuberante ed imprevedibile Cancelo, Bonucci che va a sostituire un'ottimo Benatia nella stagione 17/18, Chiellini promosso Capitano dall'addio di Buffon e Alex Sandro, che deve un po' riprendersi dalla precedente annata un po' sottotono. La linea mediana rimane pressochè invariata con l'addio di Claudio Marchisio anche se forse numericamente un po' corta: chiara la decisione di dare minuti a Rodrigo Bentancur che deve confermare le buone impressioni ricevute in inserimento in rosa. Là davanti Ronaldo diventa totem, con gli altri a lottarsi un posto; rimane da capire la giusta collocazione in campo di Paulo Dybala, e se Mandzukic potrà ritagliarmi un ruolo importante anche nella Juventus di CR7.

In avvio di campionato l'effetto Ronaldo si fa sentire, gli allenatori da sempre molto preparati in Serie A a livello tattico impostano marcature a maglie molto strette per limitare il portoghese, che appare più decisivo quando si trova ad agire largo. Mandzukic dimostra presto quanto questa squadra dipenda dalla sua grinta e la sua attitudine al sacrificio. Dybala trova posto tra le linee, libero di giocare la palla ma allontanandosi molto dall'area di rigore. Il ruolino di marcia è impressionante, la Juventus è una schiacciasassi che chiude il girone di andata con 17 vittorie, 2 pareggi e un bello 0 nella casella delle sconfitte. Non sempre esprime un buon calcio, lo spettacolo viene spesso un po' rimproverato a Mister Allegri che da sempre si focalizza più sul raggiungimento del risultato: non è una squadra da Joga Bonito, ma la Vecchia Signora è tremendamente efficace. Ronaldo ha un buon impatto segnando e facendo segnare, ed è evidente un grande feeling con il croato con la maglia numero 17: quest'ultimo non si stanca di stupire ogni volta, arrivano 8 gol tra cui quelli segnati contro Lazio, Napoli (ne segna 2), Milan, Inter e Roma. Escluso l'Atalanta ha timbrato il cartellino contro le prime 6 in classifica.

In Champions si parte con una partita surreale al Mestalla ma il girone si mette comunque bene. Una vittoria a Manchester contro lo United spalanca le porte degli ottavi ma una battuta di arresto in casa, sempre contro i Red Devils in una partita dominata totalmente e perduta per sfortunati errori sveglia tutti dal sogno di avere un panzer che demolisce tutto ciò che trova davanti. Girone che però viene vinto come sperato, anche dopo una sconfitta assurda contro lo Young Boys in Svizzera. Nel sorteggio del girone Madama viene messa a braccetto con la squadra più ostica possibile per caratteristiche e valore degli elementi. L'Atletico Madrid di Don Pablo Simeone.

Dopo la sosta inizia il girone di ritorno, la Juventus pare aver perso un po' di smalto. Vince la Supercoppa a Jeddah contro il Milan in una partita non giocata benissimo, dove il Milan sfiora anche il gol con una traversa di Patrick Cutrone. La decide CR7, al posto giusto, nel momento e anche nel modo giusto: è una sentenza. Ma il chiaro ed evidente segnale che ci sono delle difficoltà arriva con la partita dell'Olimpico contro la Lazio. Simone Inzaghi, giovane allenatore che ha già in diversi casi dimostrato il proprio valore e messo in difficoltà la Vecchia Signora si presenta dopo la sconfitta per 2-1 a Napoli e imposta una partita ottima. La compagine laziale in campo corre, combatte, crea occasioni: Juventus annichilita e per la prima volta in campionato con zero tiri in 70 minuti. Cancelo entrante dalla panchina e un rigore di Ronaldo portano però a Torino una vittoria che appariva ormai inaspettata data la prestazione dei bianconeri e sopratutto quella degli avversari. Oltretutto il margine in classifica sale a +11 sul Napoli, complice il pareggio 0-0 rimediato dai campani a Milano contro il Milan. Da Roma la Signora rientra senza Leonardo Bonucci che si ferma per infortunio e sale la preoccupazione dei tifosi quando si materializza la cessione di Mehdi Benatia che vola verso il Qatar per una cifra vicina ai 12 milioni di euro. Il malcontento del marocchino era nell'aria ed era attribuito allo scarso minutaggio concesso da Allegri. Stupisce il fatto che il centrale si trasferisca in un campionato come quello Qatariota quando probabilmente avrebbe potuto dire la sua in club con ben altro blasone e in campionati di più alta caratura. Oltretutto il mercato è agli sgoccioli, e concedere la cessione sembra un indebolimento netto: Benatia si era ben comportato la scorsa stagione dove partiva titolare nelle idee di Max accanto a Chiellini, anche se la fiducia era un po' calata a causa del rigore provocato al 93' nella partita eroica a Madrid e, sopratutto, la marcatura persa su Koulibaly che regalava a Napoli una notte da sogno, spenta poi in albergo a Firenze dopo Inter - Juve 3-2 e sul prato dell'Artemio Franchi con l'epilogo finale.

Non c'è tempo secondo alcuni per andare a colmare un'assenza come quella del marocchino e Rugani per i molti appare inadatto e inaffibile come prima alternativa qualora uno dei due titolari fosse fuori, come era fuori in quel momento Bonucci. Parte Benatia, arriva Caceres dalla Lazio in prestito: giocatore che Allegri conosce estremamente bene e che parte come quarto aspettando il rientro di Barzagli. Alla terza esperienza Torino, dopo la felice esperienza dei 5 scudetti consecutivi delle ere Conte ed Allegr,i Martìn fu' lasciato sul mercato senza il rinnovo del contratto dopo una lunga serie di infortuni ed una vita extra calcistica diciamo non alla Cristiano Ronaldo. Allegri non ha dubbi: vede in lui un elemento che conosce già molto bene ambiente, compagni e schemi, ben voluto dallo spogliatoio e spera di ritrovare il giocatore che aveva fatto bene senza mai lamentarsi nonostrante non partisse con lo status di titolare in passato.

Le preoccupazioni dei tifosi di Madama si materializzano nel match contro l'Atalanta, valevole per le semifinali di Coppa Italia dove anche Chiellini raggiunge Bonucci in infermieria. La partita è una sentenza devastante: 3-0 per i bergamaschi, una squadra che fa sempre della sua difesa in proprio mantra sbanda clamorosamente, con disastro di Cancelo (subentrato a Chiellini con lo spostamento di De Sciglio centrale) e Rugani, che conferma i dubbi che parte della tifoseria nutriva. La sconfitta fa male non tanto per il mancato Triplete che alcuni auspicavano, ma sopratutto perchè arriva a confermare delle difficoltà difensive temute e limiti caratteriali che non sono propri al ciclo Allegriano.

La partita seguente, allo Stadium contro il Parma vede un riscatto la fase offensiva con un doppio Ronaldo che spinge il confronto fino ai due gol di scarto a favore (grazie anche ad un'altra grande prestazione del rientrante Mario Mandzukic) e un tap-in di Rugani ma conferma le difficoltà dietro.  Il Parma segna grazie a un errore di Cancelo che lascia solo Barillà a colpire di testa e si fa riaprire la partita da Gervinho a un quarto d'ora dal termine e beffare ancora dall'ivoriano, che sfrutta un suicidio di Mandzukic e firma il 3-3 al 93'. Ora, in classifica il Napoli resta a -9 ma appare evidente una crecente difficoltà in casa bianconera. Inglese sembra Lewandowski per movimenti e fisicità, Caceres e Rugani vanno in confusione e l'affidabilità del reparto arretrato appare ormai lontana, con il rimpianto di aver lasciato andare Benatia, elemento affidabile, qualche giorno prima.

Allegri finisce sotto accusa, i tifosi più pessimisti incominciano a vederla nera. Il doppio confronto con l'Atletico appare sempre più vicino e la perduta solidità difensiva sempre più lontana, a maggior ragione con i due titolari fuori per infortunio: se Chiellini appare tranquillo per il rientro Bonucci è più in forse. Il centrocampo è visibilmente calato, sia in termine di intensità di gioco che di precisione. Molti, troppi errori nella mediana in questo momento, mentre il reparto avanzato che aveva subito una battuta di arresto è tornato a segnare subito. La squadra è notevolmente diversa al rientro dalla sosta. Che siano stati giorni di pandori e panettoni post-festa? Che la testa sia rimasta alle vacanze tra Dubai e Courmayeur? No, io non credo. Il calo è talmente evidente che deve esserci qualcosa sotto, e mi viene in mente che la condizione fisica sia un po' così per via dei carichi di lavoro, di cui molti parlano. Le squadre di Allegri hanno sempre avuto un po' di flessione in questo periodo. L'ambiente pare tranquillo, fondamentalmente come potrebbe non essere così se hai un primo posto virtuale a +9 dalla seconda, sei ad un ottavo di Champions con un'ottima squadra ok, ma non impossibile e purtroppo sei uscito dalla Coppa Italia. Ma può questa eliminazione far cadere le persone nella tentazione di pensare che non aver vinto tutto faccia cambiare così pensieri e stati d'animo? Ho sentito due battute di Cristiano che ripete che la squadra sta bene, che sarà una grande annata e via dicendo. Lo vedo molto tranquillo, e questo mi trasmette tranquillità.

Magari questo va detto, una gestione un po' meno scellerata a volte forse Mister Allegri potrebbe operarla, il giocatore rientrante dall'infortunio subito sparato dentro che poi ha qualche problemino in seguito è una cosa già nota al popolo bianconero, anche se purtroppo al momento Bonucci e Chiellini sono insostituibili quindi le soluzioni sono poche. Benatia avrebbe potuto far comodo ma onestamente voglio avere fiducia, perchè altrettanto onestamente se la meritano avendola conquistata con anni gloriosi, in cui a volte ci è mancato il coraggio e a volte la fortuna. Nonostante questo comunque un bel periodo, che un liceale che guardava da solo Spezia Juventus non avrebbe mai pensato potesse essere vero, in così poco tempo. Allegri non è il mio preferito da sempre, da quando è arrivato nutrivo più che astio per il passato rossonero dei dubbi sulle capacità, tattiche e psicologiche. Mi ha smentito a volte, facendomi capire che non ci avevo capito nulla. Non lo sarà probabilmente mai il mio preferito, ma sono consapevole che devo sostenerlo, anche perchè non posso che fare così per tutti i momenti dove ha dimostrato che sapeva quello che stava facendo. Quindi avanti anche Allegri, anche se ho la sensazione che la sua avventura all'ombra della Mole sia al capolinea, sia con una coppa grande quanto un cielo madrileno in braccio o meno. E' in un momento dove si è guadagnato la possibilità di poter provare un'occasione all'estero in un top club e mettendosi in gioco nuovamente.  Dall'altro punto di vista la Juventus necessiterebbe di altro, di un allenatore che possa dare anche un po' di spettacolo a una rosa che ha tutto per darlo. Per l'immagine lucente che farebbe di se stessa l'azienda, anche, e perchè ha la gemma più luminosa di tutte da poter esporre. Chi è questo non ne ho la più pallida idea, ma è un pensiero che nasce da un'ottica forse anche modello pseudo-complottistica "a 360 gradi" della situazione, tra azienda, sport e fatturato.

Ma fino ad allora avanti Max, sperando che riesca ad inserire la Joya nell'ingranaggio. Perchè è bello vederlo giocare a centrocampo con il tocco di palla che ha ma è altrettanto bello e determinante vederlo giocare in zona gol. Può essere un'arma nucleare, se riesci ad inserirlo nell'alchimia Ronaldo-Mandzukic che si è trovata davanti possono essere davvero distruttivi.

Provo a credere in Allegri e nella squadra, perchè abbiamo di fronte tra poco una squadra che sa mettere in diffoltà, ben rocciosa e organizzata ma a cui puoi combattere con una squadra che vanta il giocatore più decisivo del calcio moderno, tra gli altri.

Provo a mettere avanti la speranza che tutto sia come deve essere, e che potremo vivere un'altra annata incredibile grazie a questi uomini che ci hanno mostrato un sogno che non vuole finire. In barba a qualche Youtuber che dopo una sconfitta ed un pareggio viene a storpiare i nomi dei suoi giocatori e a urlare "complimenti". Ora incomincia il momento decisivo anche sui piani della prossima stagione, e una squadra va sostenuta, protetta e tifata.. perchè sennò è troppo comodo. 

Allo stadio, davanti alla tv, alla radio... in molti urlano, in pochi cantano.

#finoallafine