Il mondo Juve, ancora sconvolto dall'eliminazione subita agli ottavi col Porto, grida vendetta: vendetta contro una mala organizzazione e pianificazione, contro la squadra, contro il tecnico, contro Cristiano Ronaldo. Sì, Ronaldo. Lui è il principale indiziato nello spiegare un'uscita clamorosa e roboante, figlia di due prestazioni sotto tono e di una sommatoria di errori. E' mancato lui, è mancato il Re. In ombra praticamente per tutto il turno, supplementari compresi, mai al centro del gioco, mai pericoloso e con quell'errore in barriera che pesa come un macigno. Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio processo: Cristiano anziano, demotivato, in fase calante. Cristiano egoista e focalizzato sui propri record. Cristiano non decisivo, strapagato, mai leader. Cristiano Ronaldo ha indossato la casacca bianconera il 10 Luglio del 2018 e per il mondo Juve è stato un terremoto. Il tifo è esploso, l'entusiasmo è schizzato alle stelle. Io stesso mi sono ritrovato a Gerusalemme inchiodato allo streaming dello smartphone davanti alla porta dell'Hotel in cui dormivo. Avevo ancora in testa il momento in cui mi trovai nel post finale di Champions League con il mio migliore amico: "Hai sentito Ronaldo? Va via dal Real" "Davvero? E secondo te dove va?" "Viene da noi, me lo sento". Non so spiegare come mai, me l’avevo avvertito fin da subito. Mi sembrava la scelta più logica anche se, a quei costi mi pareva comunque irreale. Alla fine successe, ore e ore sui forum a leggere, finalmente arrivò la foto con tanto di champagne ed Andrea Agnelli sorridente al suo fianco. Avremmo visto Ronaldo per i prossimi quattro anni indossare la nostra maglia.

Fin da subito tutti concordano sugli obiettivi: aggiungere un tassello come CR7 ad una rosa già competitiva è una dichiarazione di intenti chiara, provare a conquistare la Champions League. Inoltre, ma non meno importante, incrementare il valore commerciale del club andando ad accordarsi con quella che è realmente un'azienda vivente. Questo perché Ronaldo attira gli sponsor che sono portati ad investire di più sul club,  aumenta l’engagement sui social network ed i profitti al merchandising e riempie gli stadi nonostante l’aumento dei prezzi al botteghino.

Lasciando stare quelli che sono i valori economici, Ronaldo alla sua prima stagione in bianconero vince il campionato e segna 28 gol in 43 partite. Indimenticabile in Champions League la prestazione del portoghese e della squadra nella partita di ritorno degli ottavi contro l'Atletico Madrid, dove con una storica tripletta ribalta la qualificazione, dopo il 2-0 subito all’andata al Wanda Metropolitano. La Juventus esce ai quarti contro l'Ajax degli enfant terrible De Ligt, Van de Beek e De Jong in un turno dove Cristiano va a segno sia all'andata che al ritorno. Gli olandesi sono una macchina perfetta, piena di talento e di coraggio e sbattono fuori i bianconeri vincendo 2-1 a Torino. A fine partita la gestualità di Ronaldo è di facile interpretazione: "ce la siamo fatta sotto".

Al secondo anno la panchina passa da Max Allegri a Maurizio Sarri e, nonostante lo scarso feeling con il nuovo tecnico, il portoghese vince di nuovo il campionato. Il bilancio di fine stagione è di 37 gol in 46 partite, in un'annata segnata dallo scoppio della pandemia che vede il mondo ancora sconvolto. Ronaldo timbra il cartellino 31 volte su 33 in campionato, secondo soltanto alla scarpa d'oro europea Ciro Immobile. In Europa i sogno si infrange contro il Lione. La Juventus perde l'andata in Francia prima della chiusura degli stadi e non va oltre al 2-1 tra le mura amiche - e deserte - dello Juventus Stadium, con il raddoppio messo a segno proprio dal bomber di Madeira.

Eccoci quindi arrivati alla stagione in corso. Nonostante un nuovo scudetto Sarri viene esonerato ed a sorpresa la panchina viene assegnata ad Andrea Pirlo, leggenda del calcio mondiale ma senza alcun tipo di esperienza da allenatore. La tifoseria è divisa, tra chi spera di avere in casa un nuovo Guardiola e chi è perplesso. L'uscita dalla Coppa delle grandi orecchie porta ai primi bilanci sulla stagione in essere.
La Juventus è una squadra piena di limiti. Gioca male, se pressata va in difficoltà e pare spesso non avere idee. Si aggrappa spesso al suo campione e per questo è accusata di essere dipendente da esso, non a caso 20 dei 51 gol confezionati dalla compagine torinese provengono dalla punta portoghese. Ronaldo è noto per voler giocare sempre, sembra che imponga la sua posizione. Non può stare in panchina, non può essere sostituito. Quest’anno chiunque veda la Juve può notare come ci si trovi di fronte ad una squadra incompleta. La difesa pare venire meno nei momenti dove l'asticella si alza, nonostante sia la meno battuta del campionato, il centrocampo manca di qualità e ci sono dei problemi anche davanti. L'attacco è composto da Cristiano, Alvaro Morata, Dybala e Kulusevski. Sono in quattro come detto, ma soltanto sulla carta. Lo spagnolo parte bene ma durante la stagione tra infezioni ed infortuni viene un po' limitato; Kulusevski, giovane svedese classe 2000, è adattato davanti essendo più un esterno e soffre la pressione ed il peso della maglia. Paulo Dybala - MVP della scorsa stagione - non solo è fuori da due mesi per un problema al collaterale, ma prima dell'infortunio è stato soltanto l'ombra di se stesso. Si dice per i problemi sul rinnovo del contratto, Paulo è irriconoscibile. Ora il punto è: sento continuamente dire che dovrebbe essere spostato in panchina, che non può sempre giocare, che deve far posto. Di grazia, qualcuno potrebbe spiegarmi a chi dovrebbe dare spazio? Se non gioca lui chi gioca là davanti? La Juventus non ha visto la presenza in campo del portoghese solo in 6 occasioni su 38, alcune delle quali a causa della positività al Covid-19. C’è da scommettere che se il virus non lo avesse contagiato, le sue presenze sarebbero state anche di più.

Vorrei quindi esprimere apertamente il mio pensiero. Ronaldo ha deluso le aspettative sicuramente. Chi mangia pallone da anni sa che il portoghese è una certezza in tipi di partite del genere. E' una macchina, raramente sbaglia. Appunto, raramente. Cristiano Ronaldo è un giocatore che ha compiuto 36 anni. È l'unica alternativa in un reparto che sarebbe dovuto essere numericamente più ampio dal mercato di Gennaio e che nonostante voci di interessamenti a vari centravanti non ha visto arrivare nessuno. È il terminale di una manovra che non gira. Dovrebbe essere il leader di una squadra che sembra però senza anima, che non pare mai gettare il cuore oltre l'ostacolo. Dove stanno le colpe? Ci si aspetta sempre che salvi la situazione, uno che ha segnato 20 gol in 22 partite di campionato, salvo poi essere accusato di essere egoista. La mia verità? Le conclusioni di Ronaldo sono praticamente le uniche che possono finalizzare un'azione. CR7 non insegue record personali, insegue trofei. E sa che probabilmente è l'unico a poter fare qualcosa perché, oggettivamente, la rosa presenta difetti in ogni ordine, in più perché sa di avere delle responsabilità. L’ultimo pallone a pochi secondi dalla sirena è nelle sue mani. Capiamoci, nessuno lo giustifica o gli toglie responsabilità su ciò che è successo. È un giocatore che deve incidere in queste partite, lo ha sempre fatto. La cosa assurda è pensare che il male di tutto ciò sia esclusivamente Ronaldo. No. Il problema è la squadra, Ronaldo compreso certo, ma tutto l'organico. L’errore non è stato il suo acquisto, piuttosto è l'inversione del trend che aveva fatto la differenza fino a quel momento. La Juventus che con Allegri ha raggiunto due finali di Champions in cinque anni aveva una squadra solida a cui mancava un fenomeno assoluto davanti per raggiungere l'El Dorado. Anzi, se lo è trovato contro nel momento decisivo. Prima Messi nel 3-1 rimediato a Berlino e poi Ronaldo stesso nel 4-1 di Cardiff. Vantava un organico con Buffon e la BBC dietro e Pirlo-Marchisio-Vidal-Pogba nel primo caso, ma davanti aveva Tevez e Morata, due splendidi giocatori ma non dei top 3. In Irlanda del Nord il poker di centrocampo fu sostituito da Pjanic e Khedira, Mandzukic nella stagione della vita, Dybala e Higuain, il quale spesso e volentieri nei momenti da dentro-fuori è venuto meno. La Juve vinceva con l'organico e l'organizzazione, con il gruppo oltre che con un’ottima qualità. Prima aveva la squadra ma le mancava il fenomeno, dopo ha avuto il fenomeno ma è mancata la squadra. Dall'arrivo di Ronaldo si è arrivati ad una degenerazione qualitativa della rosa, tra cessioni, acquisti fatti più alla ricerca dell'occasione che al bisogno fino all'inesorabile scorrere del tempo sulla carta d'identità dei giocatori. Come può una squadra che dice di voler competere con le migliori in Europa schierare una formazione con buchi in ogni reparto, mix assortiti male e, per giunta, un allenatore che nemmeno si è mai seduto su una panchina? In più Cristiano non ha mai vinto da solo, nemmeno una volta. Né a Manchester né a Madrid. Era il terminale in una squadra di campioni. Per citarne solo alcuni Ferdinand, Giggs, Scholes e Tevez in Inghilterra dove peraltro ricopriva un ruolo ben diverso, Ramos, Marcelo, Modric, Casemiro, Kroos e Benzema in Spagna. Sono presenti nomi minimamente paragonabili nella Juventus di oggi? Ronaldo le gioca tutte, Ronaldo segna quasi sempre… ma se una volta non segna è colpa soltanto di Ronaldo? Si accusa la squadra di essere dipendente dal portoghese ma se questi non fa il suo è il principale indiziato. Dove sarebbe quindi la Juventus senza di lui? Dove arriverebbe, quale sarebbe il destino di questa squadra senza CR7 davanti?
Credo che ci sia molto da dire. Cristiano non riposa mai: lui non dice certamente mai di no, ma anche fosse non ci sono alternative. Al Real Madrid Zidane aveva preparato per lui un piano di gestione, dove saltava alcune partite e riposava per la fase finale della stagione, dove risultava devastante. In bianconero questo è irrealizzabile in quanto la squadra ha bisogno di lui in qualsiasi situazione essendo povera di gioco, di idee e di talento. Può succedere che sbagli un turno così? Assolutamente sì, ma un giocatore che deve giocarle per forza tutte è normale che risulti opaco in determinati momenti della stagione. E' colpa di Ronaldo o della società? Entrambi hanno le proprie responsabilità. Spesso e volentieri si sentono citati i 31 milioni di ingaggio. Tanti, troppi sicuramente. Ma qualcuno pensa mai a quanto percepiscono molti degli elementi che hanno, per dirla bene, deluso? Dai 7 milioni di Ramsey e Rabiot (per il francese anche due di bonus) ai 4 di Bernardeschi, senza contare gente come Sami Khedira a cui è stato corrisposto un assegno annuale da più di 6 milioni di euro per animare l'infermeria. Leonardo Bonucci ha rinnovato il suo contratto per 7,5 milioni fino al 2024, quando avrà 37 anni. Mi domando, se ci fosse la necessità di una cessione o di alleggerire il budget stipendi, come potrebbe mai essere piazzato un giocatore a queste cifre? In questi anni sono stati veramente troppi i soldi corrisposti a giocatori che non hanno minimamente rispettato le attese, a mio modo di vedere prima di considerare il salario di Cristiano come soldi spesi male andrei a vederne altri spesi molto peggio. Il problema non è quindi soltanto Ronaldo, ma la mala gestione generale delle finanze, chiunque rinnova contratti astronomici salvo poi diventare un problema in eventuale sede di mercato, dato che nessuno può garantire salari del genere. C’è quindi bisogno di un restyling generale su tutta la rosa, perché la macchina costa troppo per quanto viaggia. Sono diversi i giocatori che avrebbero bisogno di un trasferimento e sono altrettanti i giovani che sarebbe importante aggregare. Ed ipotizzando una situazione del genere questa squadra ha ancora bisogno del suo campione. Costruire una squadra con un futuro mentre il presente è ancora suo.

La stagione non è ancora finita, c’è una finale di Coppa Italia da vincere e una qualificazione alla Champions League da centrare. C’è ancora molto da dimostrare. Spero solo che la bufera passi presto, perché sentire le parole di questi giorni nei confronti di un fenomeno assoluto, che ha messo a referto 92 reti in 121 partite con la maglia bianconera, è una cosa semplicemente imbarazzante. Rimango inoltre perplesso quando mi rendo conto che qualcuno credesse che, al momento del passaggio del turno, questa squadra avesse la capacità di arrivare lontano: troppi i problemi e troppo superiori le avversarie. La Juventus non è una delle top europee, ed addossare ogni responsabilità sul campione, come se avesse la responsabilità di vincere da solo perché è il più pagato o il più forte è non è solo un discorso infantile, ma è una mancanza di rispetto verso quello che è uno dei giocatori più forti della storia del calcio.

God save the King, che Dio salvi il Re. Nella speranza che Torino continui ad ospitare il suo trono, perché è quando perdi una cosa che capisci quanto questa era importante, e da tifoso non sono pronto a vederlo andare via.