La Juventus perde male, malissimo al Wanda Metropolitano per 2-0. Il risultato rispecchia pienamente l'andamento della partita, nulla da dire. I gol sono arrivati entrambi nella ripresa dopo una prima frazione finita a reti bianche ma forse, in fondo al salmo, il risultato era acquisito già al primo minuto del primo tempo.

Complice forse l'aver sottovalutato l'Atletico, il tifoso bianconero è arrivato alla vigilia del match conscio del fatto che se la sarebbe potuta giocare, essendo i nomi sul tabellino non una squadra stellare, seppur densa di ottimi giocatori, in qualche caso formidabili.
Quello che però non ha messo in conto è la forza della coesione creata dall'alchimista Simeone e dalle sue predicazioni calcistiche, di un calcio fatto di un'intensità martellante e di ripartenze fulminee. Quello che il tifoso bianconero temeva di più era l'atteggiamento della propria squadra nel fronteggiare il ciclone biancorosso, la mentalità con cui avrebbero affrontato l'impegno. E tutto questo si è materializzato da subito pochi minuti dopo il calcio d'inizio. Ora, il sottoscritto non è solito andare contro gli allenatori, predica sempre e continuamente perchè abbiano la fiducia del club e dei tifosi, sottolinea il bisogno di tempo per poter fondare il proprio gioco su basi e su concetti concreti, allenamento dopo allenamento, giornata dopo giornata, partita dopo partita. Raramente critica il tecnico in sè e per sè, perchè degli errori ci possono stare e perchè molto è scritto comunque sul campo dai giocatori e da tanti piccoli pezzi del puzzle che formano la partita.

Mi sembra però evidente il come stasera, la partita l'abbia persa Massimiliano Allegri. Non tanto per le scelte, De Sciglio al posto di Cancelo perchè più disciplinato difensivamente o Dybala davanti che, come sa chi ha letto il mio articolo precedente, ha la mia massima fiducia. Nemmeno la scelta di mandare in campo Miralem Pjanic febbricitante, dato che l'assenza di Khedira ha ridotto il centrocampo letteralmente all'osso. Nè un discorso di modulo, nè di condizione.
La partita la Juventus l'ha persa nell'atteggiamento. E' come se quando suona l'inno della Champions League i calciatori bianconeri subissero un crollo psicologico. Questo con ogni probabilità dettato anche dal fatto che il livello in Italia non è certamente quello europeo, il fatto che l'organico a disposizione del tecnico livornese sia molto oltre le possibilità delle altre. C'è chi insiste con i favori arbitrali, in post, commenti e iniziative da ciarlare medioevale e da caccia alle streghe e non ammette che il campionato italiano annoia per mancanza di competitività, dovuta sia al margine che la dirigenza e la squadra bianconera ha creato negli anni sia per i continui fallimenti progettuali di quelle che dovrebbero essere le competitor al titolo nazionale.
Il problema maggiore è che la Juventus appare, dal fischio d'inizio intimorita e legata, lenta ed appannata. Il dato che salta agli occhi al tabellino finale è il 63% del possesso palla a favore della squadra bianconera. Un possesso palla lento, arido, sterile, fine a se stesso. La Juve tiene molto il pallone ma lo fa con passaggi orizzontali quasi a far passare il tempo, quasi a dire "se tengo la palla io non la tieni tu".  A leggere il tabellino chi non ha visto il match potrebbe pensare a un dominio con epilogo sfortunato ma è esattamente il contrario: l'Atletico nel suo 37% di possesso gioca, la Juventus cincischia. Sale con il terzino per scaricare dietro sul centrale, si va sul compagno di reparto che allarga la palla all'altro terzino, e così via. Guadagna metri di campo per poi tornare repentinamente indietro. Non ci sono spazi... perchè? Perchè è bravo l'Atletico a fare densità in mezzo al campo, ma è anche la Juve che si muove lenta come non mai.
La velocità della manovra consente ai Colchoneros di chiudere gli spazi, mancano le idee e si riparte da capo con il torello, per giunta rischiando più di una volta per cercare troppo il possesso della sfera.

La prestazione della squadra è stata pessima e qui la prima considerazione: detto che la compagine di Simeone ha giocato un'ottima partita, è stata quella che avrebbe giocato comunque date le proprie caratteristiche e la propria filosofia di calcio. Questo senza nè una sorpresa nello scacchiere tattico nè evadere minimamente da quello che è. Come pensava quindi Massimiliano Allegri non dico di poter vincere, ma quantomeno di poter segnare conoscendo il gioco dell'avversario e saggiandolo per filo e per segno con mano? E' una cosa lampante a chi ha seguito il match che in questa occasione come mai prima d'ora la Juventus ha provato costantemente il tiro da fuori, questo perchè macchinosa e prevedibile non ha trovato altro modo di provare a fare male. E puoi attaccarti a questo nella speranza degli ultimi minuti, non puoi farlo dal principio.  

Andando a vedere i reparti la difesa vede un Bonucci che perde nettamente il confronto con un rientrante e straripante Diego Costa che lo domina e si mangia un gol clamoroso su buco di Chiellini, sulla sufficienza scarsa con qualche sbavatura, ma che porta spesso e volentieri palla, cosa auspicata dalla vigilia in quanto era prevedibile che l'Atletico portasse una gran pressione su Miralem Pjanic. Il gorilla bianconero ci mette qualche pezza e prova ad impostare con volontà, ma il bagaglio tecnico è quello che è.
De Sciglio preferito a Cancelo gioca una partita con l'onere del dover pensare alla copertura, rischia il rigore e va in difficoltà tra le maglie biancorosse, Alex Sandro è totalmente impalpabile: si rivede quello della scorsa deludente stagione ed a una mezz'ora in totale affanno fa seguire il resto della partita da compitino. Sale, una mezza finta e palla restituita dietro, passaggio semplice. Non punta praticamente mai l'uomo e quando lo fa sembra piantato sul terreno di gioco. In più prende un giallo pesante, che gli farà saltare la gara di ritorno e per giunta concede un fallo inutile sui cui sviluppi arriverà il gol di Godin che di fatto condanna la Juventus all'impresa per poter restare attiva in Europa.
Il centrocampo è masticato completamente dal dirimpettaio. Pjanic è febbricitante, lento ed impreciso. Bentancur e Matuidi perdono nettamente il confronto, con molti errori finiscono dominati da Koke e compagni che arrivano sempre e costantemente prima sulle seconde palle, appaiono confusi e spaesati. L'uruguaiano paga l'inesperienza, il francese un rapporto complicato tra i suoi piedi ed il pallone.

Davanti poco da dire. Dybala non mi è dispiaciuto, provando a fare da collante con l'attacco e spesso dirottato sulla fascia a centrocampo per trovare quegli spazi che non ci sono, tra la fitta maglia della squadra di Simeone.
Ronaldo ci prova. Da fuori, su punizione, di testa. Si vede che è abituato a giocare match importanti, è l'ultimo che molla e viene pizzicato spesso dal pubblico, che non gli perdonerà mai il passato blanco e dai difensori avversari che gli mordono le caviglie.
Il grandissimo assente del reparto avanzato è Mario Mandzukic. Mai, mai, mai, mai in partita, nemmeno per una giocata. Lui è uno che da il sangue solitamente ma sul prato del Wanda Metropolitano non ci è praticamente sceso, se non per fornire i due sfortunati quanto involontari assist per gli altrettanti gol firmati Atletico. ​​​​​

Szczesny il migliore e qui è tutto un dire nel raccontare la partita. Strepitoso sul pallonetto di Griezmann, decisivo su altri interventi, nulla può sui gol. Ora, descritta la performance della squadra bianconera veniamo alle scelte di Allegri. Questi dichiara in conferenza stampa la volontà e l'obiettivo del segnare almeno un gol, se non due nella trasferta spagnola.
Quali sono state le mosse del tecnico per fare in modo di realizzare tutto ciò? Non ne ho vista una. Mi è parsa l'ennesima partita dell'Allegriano "halma", a tenere il risultato, con l'intendo di fare la partita ordinata provando a non subire gol, gol che puntualmente arriva sempre. E' successo a Madrid al 93' lo scorso anno, allo Stadium con la zuccata di Koulibaly contro il Napoli, e potremmo sprecarci negli esempi, nelle volte in cui Max si è coperto o ha deciso di non giocare per gestire il risultato, salvo poi vederlo sfumare.
Può tranquillamente essere che ha impostato la partita in un dato modo e poi ha visto sciogliere la propria squadra come neve al sole, vittima delle pressioni smisurate dei media e di un popolo che aspetta di rialzare quel trofeo da più di 20 anni. Ma se fosse così per quale motivo non ha effettuato alcun cambio per sovvertire l'andamento del match o provare quantomeno a farlo? Penso che se non vedessi alcuni calciatori fare ciò che chiedo da allenatore li farei sedere in panchina, perchè l'utilità nel predicare un calcio opposto a quello che richiedo è pressochè nulla.

Simeone cambia uno sfinito Diego Costa per inserire Morata che segna il più classico dei gol dell'ex, poi annullato dal VAR. Inserisce poi due ali pure ed imprevedibili come Lemar e Correa rispettivamente al posto di Thomas e Koke (non al meglio fisicamente... sulla carta!) e si aprono un po' gli spazi.
Appare evidente come la Juve, imbrigliata nel suo giropalla sterile non abbia le capacità per sfruttarli. Perchè allora ostinarsi a tenere in campo un Mandzukic assente, oltretutto senza arrivare mai a crossare per sfruttare la pericolosità del croato? Questo sottolineando però che il gioco aereo è una delle capacità top della difesa di Simeone, che per giunta schiera Juanfran al posto di Arias per contrastare il fisico di Mister No Good e i suoi inserimenti sulle palle alte sulla fascia. Perchè non inserire subito Cancelo in grado di provare qualche giocata, non dico nemmeno per creare occasioni in un momento della partita in cui il dominio Colchonero era assoluto ma quantomeno per tenere palla alta. Perchè non mandare nella mischia Bernardeschi per dare fisico tra il centrocampo e la trequarti? I cambi sono arrivati si, con la sostituzione di Pjanic ormai ansimante per Emre Can che preludia al primo gol di Gimenez, l'ex viola entra a 35esimo e il portoghese a 6 minuti dalla fine. Perchè non cambiare, non poteva certamente essere soddisfatto del gioco della squadra e di come la soluzione si stava evolvendo. E sopratutto che senso ha mandare due ragazzi in campo con 10 minuti a disposizione? A meno di casi particolari un calciatore come fa ad entrare in partita con seicento secondi davanti? L'unica spiegazione è che Allegri ha provato per l'ennesima volta a portare il confronto sul pareggio al fischio finale, provando a gestire l'ennesima partita in cui alla fine l'avversario ha punito. Da tifoso bianconero, per peculiarità e mentalità dimostrata in Europa quasi meglio portare a casa lo 0-1 che lo 0-0.
Troppe volte ho visto la squadra rilassarsi, mentre il dover vincere per forza a volte ha portato motivazione. Il 2-0 è ancor di più il peggior risultato possibile, vedo difficile segnare due gol a questo Atletico così ben curato ed organizzato, per giunta con il rischio di prendere una rete che potrebbe chiudere definitivamente il confronto ad ogni momento.
Max è andato a fare il gioco dell'Atletico in casa dell'Atletico, regalandogli il centrocampo e facendo partire delle azioni in slow motion a tutto campo che mai avrebbero impensierito gli spagnoli, a meno di una magia di Ronaldo o Dybala.

Ma la Juve è questa? Una squadra di seconda fascia che deve sperare nel numero del proprio campione per poter strappare un risultato?
Da qui la critica principale, la prima personale di questo stagione. Se non riuscirà a portare a compimento il sogno europeo, ora quantomai compromesso, con ogni probabilità Massimiliano Allegri saluterà la Juventus a fine anno. E ne sarei felice, ormai. I risultati raggiunti in terra italiana non possono che fare onore all'allenatore livornese, che ha in più il merito di aver portato anche degli ottimi piazzamenti in Europa. Ma questo ormai non basta più, appare evidente il come questa squadra con i 5 anni della sua guida tecnica non possa rendere più di come sta rendendo adesso. Più per via della mentalità che altro. Più per via dell'atteggiamento.
Nel mio articolo precedente ho errato nel definirlo un ottimo motivatore, mi è stato fatto notare stasera. Avrei voluto dire che Allegri è un ottimo gestore dell'organico, ma arriva un momento in cui serve qualcos'altro in grado di poter far fare un ulteriore salto di qualità per non vedere partite in cui ti giochi una stagione vissute con l'ombra della paura dell'avversario, vedendo una squadra che è prima vittima di se stessa e poi degli avversari.
La calma è importante, ma non deve essere freno psicologico che porta all'errore perchè questa non è calma consapevole e fiducia nei propri mezzi ma un invito all'avversario per poter fare male, il benservito per potersi far schiacciare. Allegri ha dato tutto a questo gruppo, ma credo ormai che sia giunto il momento di poter cercare un'alternativa diversa, che porti idee nuove e un calcio differente. Se guardiamo alle squadre che hanno trionfato nel passato recente si parla di team che hanno provato un calcio offensivo, senza avere paura e provando a domare l'avversario prima di temere di essere domate dallo stesso.
Dal Real di Zidane al Barcellona di Guardiola, dal Bayern Monaco di Robben-Ribery a Mourinho che ha trionfato con il 4-2-fantasia. Se temi la rivale questa ti sbrana. Se provi a lottare a viso aperto magari perdi anche, ma senza il rimpianto di non aver giocato e di essersi fatto mangiare, cosa che temevo di più in questa serata europea. A questo si aggiungono degli errori basilari. L'Atletico è come detto forse la squadra più pericolosa nei calci da fermo. Non si possono impedire gli angoli e siamo d'accordo ma come puoi concedere punizioni come quella che ha portato alla rete di Godin? Dinamiche di gioco ok, ma un minimo di attenzione. Avrei perso 2-0 accettandolo vedendo i miei lottare, avrebbe fatto male ma così ne fa ancora di più avendo visto quella che sulla carta a detta di tutti essere una se non la favorita del torneo, perdere concedendo così tanto e finendo quindi in balia dell'avversario. 
Parlando dell'organico appare evidente come la Juventus sia orfana di uno/due centrocampisti in grado di poter comparare la propria mediana con le altre di valore europeo. Bentancur, Matuidi, Khedira e Can non possono essere all'altezza di centrocampi come quelli che vestono le casacche di Real Madrid, Barcellona ed Atletico ad esempio. I tempi di Pirlo - Marchisio - Vidal - Pogba sembrano lontani anni luce. Come il primo nessuno mai, il secondo ha lasciato il bianconero vittima di una involuzione fisica mentre gli altri due sono stati ceduti e mai degnamente sostituiti: Khedira è stato un buon acquisto ma adesso pare avviato verso il viale del tramonto, Matuidi ha limiti tecnici che compensano il grande impegno e la grande corsa, Bentancur è giovane ma non a livello dei mostri mondiali, Can buono ma senza continuità anche per via dei problemi fisici. L'unico è Pjanic, ma non puoi vincolare la performance di un reparto al fatto che un giocatore stia bene.
Quando non c'è si sente e quanto come stasera non è al meglio e non rende salta il banco. Mi auguro che Ramsey non sia l'unico pezzo a colmare il vuoto di un'eventuale cessione, se l'obiettivo dettato anche dall'affare Ronaldo a rigor di logica è quello di colmare il gap con le big d'Europa e ritornare a vincere in Champions League. La difesa e l'attacco sono buoni, ma necessitano di un restyling dato che la Juventus è una delle squadre con l'età media più alta.

Due parole per la squadra di Simeone. Ottima, concreta, arrembante. Spero che qualora la Juve uscisse vadano molto avanti nel tabellone in quanto apprezzo il fatto che il buon Simeone riesca a trasformare ogni volta che il sipario si apre una buona squadra in un'ottimo gruppo che si muove come una unica entità. Il mio giudizio del Cholismo ne esce rafforzato, non tanto in termini di gioco ma in termini di mentalità. Complimenti.

L'effetto Ronaldo è scemato in questa notte di fine Febbraio, ci siamo svegliati da un sogno che parlava di gloria stellata. Abbiamo capito i limiti che abbiamo e gli errori che non dobbiamo commettere. Ormai probabilmente è tardi, la Juventus è chiamata ad un'impresa durissima per ribaltare il risultato. Possiamo solo fare tesoro di ciò che è andato male ed intervenire per il futuro, sia questo il mese prossimo o dalla prossima stagione. Errare è umano, perseverare è diabolico. Sperando di raggiungere un giorno nuovamente quel paradiso che più passano i giorni e più appare lontano ed irraggiungibile. 

Pensieri dalla notte più buia in quello che avrebbe dovuto essere l'anno della Zebra.