Dopo il pareggio contro il Milan le condizioni metereologiche in casa Roma si sono un po' calmate. Dopo l'uragano del match di Firenze, dove la squadra capitolina è tornata a casa con 7 reti sulle spalle l'esonero di Eusebio Di Francesco pareva sempre più vicino. Adesso, dopo il pareggio ottenuto in casa contro il Milan, diretta contendente per la qualificazione in Champions League un po' sembra che il polverone si sia diradato.

L'allenatore, dopo una lunga carriera da calciatore e piccole avventure come dirigente di Roma (Team Manager), Val di Sangro (Ds) e Pescara (Dt settore giovanile) sceglie di sedersi in panchina e dopo Lanciano, Pescara (promozione in B) e Lecce arriva a Sassuolo.
In provincia di Modena Eusebio stupisce tutti, con una promozione in Serie A, la prima nella storia dei neroverdi, e tra i molti buoni risultati riesce nell'impresa di centrare il sesto posto che consente al Sassuolo di poter giocare i preliminari della la sua prima Europa League.
Dopo quindi 9 anni ad allenare e farsi le ossa in provincia Di Francesco torna a Roma, dove sostituisce Luciano Spalletti, promesso sposo a sua volta dell'Internazionale.

Lo scorso anno a mio modo di vedere la Roma disputa sotto la sua guida un'ottima stagione, centrando il terzo posto (dietro a Juventus e Napoli in un'annata pazzesca). Inoltre è innalzato ad eroe dopo una partita incredibile, quella che consente alla sua squadra di eliminare il pulidecorato Barcellona di Messi con un secco 3-0 e che consente a De Rossi e compagni di ribaltare la sconfitta per 4-1 rimediata al Camp Nou. Una partita che se ami il calcio, qualunque fede tu abbia, qualunque bandiera tu stringa, non può non esaltare per temperamento, cuore e passione. Esce contro il Liverpool in semifinale (dopo 34 anni dall'ultima volta della Roma), con qualche recriminazione peraltro.

Quest'anno la squadra giallorossa è al momento al sesto posto appaiata con i cugini della Lazio e all'Atalanta dei miracoli, ad un punto dal Milan e a -5 dal terzo posto occupato dall'Inter dell'ex Spalletti, altro allenatore in grande difficoltà. E' agli ottavi di Champions in cui è stata sorteggiata contro il Porto, squadra sulla carta abbordabile ed è uscita come sopra citato dalla Coppa Italia con una debacle clamorosa.

Ora, il punto più grande è capire, oltre alla sconfitta di Firenze, quali aspettative Di Francesco ha deluso.

Il mercato ha portato via, immolato sull'altare delle plusvalenze Allison Becker, l'anno scorso miglior portiere del campionato italiano e non solo, Kevin Strootman e Radja Nainggolan tra le operazioni più rilevanti. In sostituzione sono arrivati molti buoni giocatori tra cui Robin Olsen, il gigante N'Zonzi a puntellare il centrocampo e Defrel che DiFra aveva allenato con ottimi risultati a Sassuolo. Oltre a questi il DS Monchi ha effettuato investimenti assicurandosi le prestazioni del figlio d'arte Justin Kluivert dall'Ajax, quella di Bryan Cristante che tanto bene aveva fatto a Bergamo e puntando sul rilancio di Javier Pastore, vecchia conoscenza del calcio italiano e con un mal di pancia che durava da tempo per lo scarso utilizzo nel PSG degli sceicchi. A tutte queste si somma quello che è al momento un capolavoro, riuscendo ad ottenere oltre a 24 milioni cash anche i cartellini di Santon e sopratutto di Nicolò Zaniolo nell'ambito della cessione Nainggolan all'Inter. Il mercato si chiude con un saldo positivo e tante operazioni di mercato condotte.
Questo ha concesso all'allenatore giallorosso una squadra buona, con molti giocatori giovani e un'età media di 27 anni al momento, cedendo elementi come il Ninja di cui abbiamo parlato sopra, spesso croce e delizia se si confronta il rendimento con una vita extra calcistica non eccellente ed un carattere difficile, Strootman e sopratutto Allison, determinante in molti risultati nella stagione 17/18. Tutto questo per dare spazio a giocatori giovani ad inserirsi in una rosa con una buona esperienza (Manolas, Fazio, Kolarov, De Rossi, Dzeko etc.) rafforzando comunque il presente con N'zonzi e Pastore ad esempio in mediana.

Il punto è proprio questo: il tempo. Il tempo è spesso un problema nel calcio moderno, si vuole vincere subito ed adesso, ma non sempre - anzi quasi mai - si può. In un calcio dove un ragazzino al terzo gol in A vale già 30 milioni, dove sceicchi e petrolieri investono milioni e milioni di euro bisogna trovare la giusta dimensione: scegliere di essere una squadra che investe tutti gli anni quattrini per dei buoni piazzamenti oppure fondare un progetto, che possa evolversi negli anni. Questo è appunto a mio modo di vedere il cammino che ha intrapreso la Roma. Ha in organico un trittico come Cristante - Pellegrini - Zaniolo (rispettivamente 23, 22 e 19 anni) ad imparare da un leone come De Rossi, ha in avanti un Cengiz Under 21enne, Kluivert che è un 99' e in organico altri profili interessanti come Ante Coric, il terzino olandese Karsdorp e Schick che ha deluso si le aspettative, ma ha ancora 23 anni.  Poteva la Roma pretendere forse di lottare per campionato? A mio modo di vedere ovviamente no, dato che la Juventus è per organico irraggiungibile e il Napoli ha una rosa più pronta, con Ancellotti in panchina. L'obiettivo più logico era la lotta per entrare in Champions, e la Roma è lì. E' staccata un punto dalla quarta, è agli ottavi di Champions... non rimane in corsa per i maggiori obiettivi?

La stagione analizzata dal punto di vista degli infortuni non è stata generosa: Pastore si è dimostrato al momento un flop per i continui stop, Diego Perotti che è sempre stato un giocatore utile alla causa vede solo 4 presenze in campionato a causa dei continui problemi al polpaccio e al bicipite femorale. De Rossi, leader carismatico della squadra e capitano è stato fuori per infortunio al momento 17 partite a causa del piede e del ginocchio, El Sharaawy è stato fuori si un mese, ma ha saltato quattro partite determinanti in cui sono arrivati 5 punti, tra cui il 2-2 contro l'Inter, diretta concorrente ad un posto in CL. Nella casella attaccanti ci sono problemi di finalizzazione, anche se in campionato la Roma ha segnato comunque 41 gol, non pochi: Under, al momento altro infortunato, ha timbrato il cartellino soltanto 3 volte in 18 partite (anche se ha firmato 3 gol in Champions), Schick segna un gol ogni 7,5 partite e sopratutto Dzeko non pare più quello dello scorso anno: per il gigante bosniaco solo 4 gol in campionato anche se anche lui ha un ottimo score in Europa con 5 reti in 4 presenze. Con la doppietta di Bergamo interrompe un digiuno di 9 partite (con un infortunio da 3 partite nel mezzo di cui una, sempre quella contro l'Internazionale). Eusebio Di Francesco ha dovuto affrontare più di una situazione complicata quindi. Ha a disposizione una buona rosa, che potenzialmente è più che ottima data la linea verde intrapresa e ha dimostrato in passato di poter lavorare ottimamente con i giovani. Verratti lo si ricorda come griffato Zeman ma è stato Di Francesco il primo a credere in lui a Pescara, Muriel e Cuadrado, poi consacrati da Cosmi a Lecce, hanno mosso i primi passi in A con il tecnico pescarese. A Sassuolo ha lanciato Lirola, Vrsaljko e sopratutto Berardi, su cui puntò a 18 anni in B e che nelle prime stagioni in A si è confermato, salvo poi restare un po' al palo; Pellegrini è una scoperta di DiFra che se lo è cresciuto per poi portarselo a Roma. Zaniolo è l'ultimo di questi, a 19 anni è forse il miglior prospetto italiano. L'organico a sua disposizione adesso non può essere una pretendente alla Serie A, ma con un lavoro giornaliero al momento dell'esplosione dei giovani talenti in rosa potrebbe dire la sua, se non si vedranno cessioni eccellenti.
La Roma non ha una proprietà "alla Abramovich" così come non lo sono quelle di Inter e Milan. Pallotta è un uomo di affari e nel calcio moderno le società non sono più giocattoli ma azienda che devono fatturare, a maggior ragione con il fair play finanziario che sorveglia. Sui problemi societari e sui conflitti con la tifoseria non mi esprimo in quanto non ne ho adeguata conoscenza. La Roma ha un progetto, e non è affatto male se raffrontato agli altri in suolo italiano. Nessuna ha la sua quantità di ragazzi in rampa di lancio e Di Francesco è un profilo ideale per lavorare con loro: giovane, italiano, ha fatto la gavetta, ha giocato ed è stato in dirigenza nella società capitolina. Ha bisogno però di un po' di tranquillità, di un po' di tempo per poter lavorare. E' alla guida della Roma da un anno e mezzo e i risultati come detto ci sono stati, eccome. E allora quali miglioramento potrebbe portare uno come Paulo Souza (oltre al nome più esotico) in una squadra così? C'è migliore allenatore su cui poter puntare con una rosa con queste caratteristiche?  Un altro con eguale gavetta nel curriculum, dalla Lega Pro all'Europa, e con una mano come la sua con i giovani? Quella Romanista è una piazza con aspettative, ma quali sono queste? Non sono un po' fuori dal contesto? Mi scuso se magari qualche tifoso non prenderà bene questo punto di vista, ma viene da un tifoso che ha visto la sua squadra arrivare settima per due anni a fila che con un progetto di rifondazione e con un po' di fortuna nel trovare l'uomo giusto e l'annata giusta è tornata a vincere, anche quando sembrava impossibile. A nessuno piace perdere ma i risultati non vengono dal nulla, si ottengono giorno per giorno e non vedo come non possa raggiungerli Di Francesco quest'anno. Se la Roma arrivasse quarta giocando uscendo ai quarti di Champions la vedreste come un'annata fallimentare? A me pare assurdo, per valore della rosa e infortuni, avendo la consapevolezza di ripresentarsi ai blocchi di partenza l'anno successivo con dei ragazzi con un anno di esperienza in più, e magari qualche buon innesto. Tutto questo considerando comunque che, per esigenze di bilancio la società capitolina ha dovuto cedere negli anni giocatori come Allison, Nainggolan, Salah, Rudiger, Pjanic, Paredes per citare solo gli ultimi anni, a cui potrebbe aggiungersi il prossimo anno Manolas, con Mancini dell'Atalanta, altro ennesimo giovane interessante, già prenotato.

Una volta c'erano cicli importanti, matrimoni che duravano. Adesso invece l'allenatore salta una volta ogni due anni, come può un tecnico poter fondare un progetto in così poco tempo?  Il tifoso vuole vincere, ma il calcio moderno è un'altra cosa. Come già detto o hai una proprietà che sgancia milioni su milioni (e come minimo comunqu arriva il FPF e la punisce) o devi piano piano risalire la china. In Italia ci sono due vincitori all'anno (Coppa Italia e Campionato) ed uno in tutta Europa. E allora possibile che a pagare sia l'allenatore, anche quando da pagare c'è poco? Non c'è nemmeno un problema per quanto riguarda la direzione sportiva, secondo me. Monchi si è mosso bene e sta facendo quello per cui è stato preso, essendo uno dei top nell'andare a scovare giovani talenti, che non possono però diventare importanti il giorno dopo (Zaniolo è l'eccezione che vale la regola) ma possono farlo nel tempo, assimilando schemi, intesa con i compagni ed adattandosi al calcio italiano se provengono dall'estero. E quindi rimango dell'opinione che la strada migliore sia la fiducia e il sostegno, perchè una squadra in difficoltà per giunta piena di ragazzi solo tramite all'amore dei supporters può fare meglio e centrare gli obiettivi. Giocare in difficoltà e con la gente contro è come remare contro corrente. E non c'è allenatore che a mio parere per capacità e mezzi che ha a disposizione ha più bisogno del sostegno di Eusebio Di Francesco, che si è saputo esaltare in una realtà come quella di Sassuolo, dove poche volte è stato messo in discussione.
Se i tifosi romanisti avranno pazienza e il nuovo stadio verrà costruito sono convinto che potrebbero vivere delle annate esaltanti. Il materiale c'è, i frutti sono sui rami.. ma bisogna aspettare che siano maturi, altrimenti la spremuta risulterà sempre aspra. Ogni frutto ha bisogno di tempo per la maturazione, bisogna avere la pazienza di aspettare e l'amore per curare la pianta e consentirgli di poter fare il proprio lavoro.

Il materiale c'è, spero che per Eusebio Di Francesco ci sia anche la fiducia. Il calcio italiano ha bisogno di protagonisti, la Nazionale ha bisogno di validi elementi. E la Roma in questo momento è una miniera di diamanti grezzi, in attesa solo di poter venire lavorati. Ripeto; serve tempo, pazienza e passione.