Va in scena questa sera l'unica probabile partita vera del weekend, che decreterà la fine di questa lunga stagione. Vera perché per quanto riguarda la lotta salvezza, tutto sembra ormai scritto, con il Crotone quasi spacciato  (attenderá il risultato della Spal contro una Samp giá al check-in dell'aeroporto) e con l'Atalanta in Europa (ennesima stagione sbalorditiva degli orobici a scapito di squadre piú blasonate come Fiorentina o Torino). 
Si giocherà a Roma, dove l'Olimpico tornerà a vestire l'abito della domenica, in contemporanea con la partita della Roma impegnata a Sassuolo. Si deve decidere chi entrerà in Champions  attraverso il turno preliminare e chi invece scenderá in Europa League, bistrattata competizione continentale, che diventa interessante solo quando si arriva alla finale.

Se analizziamo bene le stagione di entrambe le squadre, ci rendiamo conto facilmente che quella più continua e lineare è stata sicuramente la Lazio, la quale in Immobile è Luis Alberto, ha trovato due punti di riferimento importanti e soprattutto parecchi gol e assist (impressionante la media dello spagnolo).
Una Lazio che con Simone Inzaghi è stata capace di raggiungere i quarti di Europa League, e di trovare in Milinkovic il vero Crack di mercato della prossima stagione.
Il serbo ha impressionato a tratti, ma si é anche un po perso una volta udito le sirene di trasferimento. Anche con qualche problema in difesa( un po troppi i gol presi), l'attacco atomico completato da Felipe Anderson e Caicedo hanno fatto da parafulmine ad una squadra comunque ben messa in campo.

L'Inter arriva a questo spareggio dopo una brutta sconfitta in casa con il Sassuolo e con la consapevolezza di avere buttato tutto all'aria in caso di non vittoria. Quello che colpisce è il Come si è arrivati a giocarsi il discorso Champions proprio all'ultima giornata.
Colpisce perché la squadra dopo un periodo di totale appannamento sembrava aver trovato il bandolo della matassa nella partita giocata a San Siro contro la Juve.
Ovviamente gli stimoli in certe partite arrivano da soli, ma proprio contro i bianconeri Spalletti sembrava aver fatto ritornare tutto come a ottobre, quando gol e solidità difensiva, caratterizzavano la squadra nerazzurra.
Proprio contro il Sassuolo non sono arrivate le risposte che il pubblico voleva e, complice il pareggio della Lazio, si è complicato tutto fino ad arrivare alla partita di stasera, spartiacque per la prossima stagione. Proprio a livello di bilancio e mercato prima, e di preparazione poi, tutto assumerá un sapore diverso, finendo per aprire sicuramente nuovi scenari e nuovi avvicendamenti sia da una parte che dall'altra. 

Il morale in casa Inter sembra piuttosto alto. L'ambiente sente di potercela fare e si respira un discreto ottimisimo, sapendo di avere in Icardi un arma letale  (con il Sassuolo non molto), e navigando sulla buona tradizione dell'olimpico  (5 maggio a parte).
Insomma tutto sembra procedere nel verso giusto, ma esiste anche una faccia strana di questa storia, che porta la tifoseria ad avere dubbi su società e allenatore.

Se l'Inter vincerà, avrà raggiunto l'obiettivo minimo stagionale, e lo avrà fatto dopo una stagione di alti e bassi, e che ha regalato poche certezze a parte il solito bomber argentino, sempre sopra i 20 gol. Quello che non è passato è la straordinaria pazienza del popolo nerazzurro, che dopo aver subito la rivoluzione cinese, deve ancora tribolare per dare un senso a questa anonima  (da dicembre ad adesso) stagione.
L'Inter DEVE quindi provarci fino in fondo se vuole ritornare dove gli compete, e se vuole fare questo serviranno umiltà e determinazione, valori che non sono prettamente Spallettiani, ma fondamentali se si vuole rinascere e porre così fine ad anni di mediocrità, delusioni e dominio degli acerrimi nemici.