É appena sbarcato Mancini. Il nuovo c.t dell'Italia riparte da un cauto ottimismo ventilato col l'elezione di un tecnico a detta degli addetti ai lavori, molto preparato e di grande ambizione. E si riparte tuttavia anche da parecchi dubbi e problemi , in molteplici campi e con cui prima o poi si dovrá fare il conto ,sperando ovviamente non sia troppo salato e severo. 

Si riparte da una federazione commissariata e con l'introduzione di alcune nuove figure.

Si riparte dalla sconfitta totale delle qualificazioni mondiali, e da una serie A che vede da 7 anni trionfare sempre e solo la solita squadra.

Si riparte dall'ennesimo scivolone nel ranking FIFA e dal doveroso compito di dover rimediare al più presto.

Si riparte da poche strutture degne di ospitare una partita di coppa europea, e dalla totale mancanza di impianti dedicati alla crescita dei giovani.

Si riparte da una disputa sui diritti televisivi, fatta per lo più nelle aule di tribunale, che sulle scrivanie delle società sportive.

Si riparte dalle ennesime penalizzazioni di fine Aprile, alle squadre di serie C, mettendo davvero la parola ASSURDO su tutto il sistema calcio in Italia.

Si riparte dagli arbitri minacciati nelle serie dilettantistiche, e dai pochi fondi a disposizione per difendere la categoria come si dovrebbe.

Si riparte dai genitori che assalgono gli allenatori perché il proprio figlio non gioca titolare nella squdretta di paese, e dagli insulti agli arbitri donna, filmati addirittura coi telefonini.

Si riparte dalle scommesse sportive, sempre più presenti tra i semi professionisti, e dalla totale mancanza di regolazione su di esse.

Si riparte dalla Var, e da tutte le polemiche che la riguardano, andando a volte ad essere persino dubbiosi sulla validità di chi realmente sta guardando l'episodio.

Si riparte perché si DEVE ripartire.

Si deve, visto il barile ormai raschiato fino in  fondo, tenendo sempre presente da dove si arriva e dove si vuole arrivare.

Si riparte da un nuovo ciclo di scelte e da un nuovo pensiero comune (lo si spera), andando finalmente a vedere chi ha il talento e la voglia per rimanere in un gruppo che andrá fino a giocarsi un posto ai prossimi europei.

Si riparte perché dall'anno prossimo ci saranno le Squadre B. Molti l'hanno già vista come una classica "storia italiana", dove chi non conta sprofonda sempre di più a scapito di chi potenzialmente più forte economicamente, scala le classifiche e diventa sempre più forte. Invece potrebbe essere proprio da questa novità epocale nel sistema calcio italiano, che si potrebbero attingere nuovi campioni di domani e potenziali vincitori a livello europeo. I primi anni saranno sicuramente piuttosto strani, ma una volta avviato il progetto, diventerà anche stimolante l'approdo in queste chiamiamole filiali delle grandi squadre.

Si riparte da una nuova mentalità, intesa come puramente sportiva e di ambizione internazionale, consapevole dei propri limiti ,ma sempre comunque rivolta ad alti livelli.

Si riparte da una serie B con grandi piazze e sempre più seguita dagli italiani e dai tanti talenti messi in vetrina quest'anno.

Si riparte dall'obiettivo di riguadagnare credibilità da parte della gente e dalla voglia matta di rivivere notti magiche al più presto.

Si riparte da Buffon che smette, e da Balotelli che sembra ritornare. Le discussioni non mancheranno di certo ma la vera prova del nove sará questa, sia per l'attaccante che per i vari  Perin e Donnarumma. Sarà interessante vedere poi i discorsi legati a Verratti e a Bonucci, probabili prossimi leader dei reparti azzurri.

Si riparte dunque da un Italia nuova, vogliosa di scoprire cosa le riserverá il futuro ,e allo stesso tempo cauta nel scegliere bene i punti cardine del progetto tanto sbandierato da Costacurta in questi mesi.

Un progetto che sembra davvero esserci e che sembra possa dare il la ad un nuovo inizio, sia nell'ambito calcio che in quello politico,visti gli ultimi sviluppi ( tranquilli il governo si farà, la sceneggiata di "Chi vuole essere premier " sta per finire, e si arriverà presto al dunque ).

Ripartiamo, ben consci del fatto che tutti sono caduti prima di risalire in cima al mondo, perché il materiale tecnico a disposizione forse non è totalmente da buttare, lavorando più sulla testa che sui piedi, e facendo più leva sull'orgoglio di uomini veri e completi.