Per una lunga parte della scorsa estate, si é parlato di Luciano Spalletti, come il miglior allenatore in circolazione una volta terminato il contratto con la Roma. Alcuni accostamenti furono un po azzardati, ma in effetti il nome dell'allenatore toscano dava un senso di serenità solo nel pronunciarlo. 

Un ciclo (quello di Roma) che forse non era del tutto finito, ma il peso della piazza e la vicenda poco chiara vissuta con Totti, convinse a cambiare aria al buon Luciano, accasatosi con grande velocità alla squadra che a lungo lo aveva corteggiato di nascosto. 

Eh già. Lunghe conversazioni e incontri notturni con gli emissari dell'Inter sia nell'esperienza in Russia,che in quella romana. Con tanto di battute una volta scoperti!! Un matrimonio quindi iniziato nel migliore dei modi.

La prima parte della stagione é andata tutto secondo i piani, gente e aria nuova hanno dato nuova vita al progetto targato Sol Levante, e tutto scorreva in maniera perfetta. Non si prendeva gol, Icardi la solita certezza, Vecino e Borja ad orchestrare il tutto. Un Candreva in più, e un Perisic finalmente ad alti livelli ,diedero solidità alla squadra che ben presto si ritrovò con il gruppo di testa. 

E arrivo il rigido inverno. 

Pochi punti, gioco confuso, strazianti alibi sul conto dei legni presi durante le partite e chi più ne ha più ne metta. Ma società?  Nessuno si presentò davvero al capezzale, lasciando Spalletti nel vortice delle critiche. Per carità, direte, lui é abituato a certe pressioni, ma la vera faccia di quello che era fino a quel momento il vero condottiero nerazzurro, venne meno nel momento più importante.

Ovviamente se domenica l'Inter vincerà, accoglierá tutti sul proprio carro dei vincitori. Anche i critici più accaniti si accomoderanno, ammettendo di avere sempre saputo il valore del tecnico, acclamato dalla folla come Salvatore della patria, per avere solamente conseguitol'obiettivo minimo stagionale. Stagione,questa, ben al di sotto della sufficienza, riassunta nella serata di sabato scorso, contro un Sassuolo in infradito , e piena di interrogativi per il futuro. 

Ci chiediamo tutti chi merita davvero questa qualificazione, e se si sentono gli addetti ai lavori, la bilancia pende totalmente dalla parte biancoceleste della Lazio, capace di essere più continua e convincente durante tutto l'anno. 

E allora Luciano cosa ha portato davvero di nuovo? Cosa ha cambiato, alzando notevolmente l'asticella, e avvicinando così l'Inter a traguardi importanti. Pressoché nulla, visti i quasi 30 gol di Icardi, a coprire tutto il caos nella mentalità di gioco di Spalletti. La tifoseria,sempre al fianco della squadra, ormai stufa delle figure rimediate (vedi Inter-Juve), rimane a guardare nell'attesa della partita di domenica, consci del fatto che una qualificazione in Europa League sarebbe una grande beffa, viste comunque le buone partite fatte in stagione  ( a Napoli e a Torino) e la scoperta di alcuni giocatori da tenere come Rafinha e Cancelo. Tifoseria che pretende di ritornare da protagonisti in Italia e in Europa, ma che in fondo vuole anche un po di rispetto, visti i tanti torti subiti nelle ultime 10 partite fuori casa. 

Perché Milano non é Roma e non é Torino, e vuole sognare di vincere, non sognare e basta.