In un pazzo pomeriggio di metà luglio rischiava di concludersi uno dei matrimoni più brevi della storia del calcio, infatti Antonio Cassano, punta di diamante dell'Hellas Verona del ritorno in A, aveva annunciato ai gialloblù la decisione di ritirarsi dal calcio giocato, tale decisone era dovuta ad un'irrefrenabile nostalgia di casa.

Il calciatore è poi ritornato sui suoi passi manifestando allo staff ed al mister Fabio Pecchia la volontà di rimanere per riscattarsi e chiudere in bellezza una carriera di alti e bassi, di magie e di "cassanate": dagli inizi al Bari e alla Roma, ai fallimenti al Real ed all’Inter, dal quadriennio da urlo nella Samp di Garrone, alle buone esperienze al Milan con tanto di tricolore  ed al Parma.

La decisione di andare avanti è dovuta al sostegno della moglie e alla tenacia del ds Fusco, che ha concesso contro le regole del ritiro la presenza della famiglia di Antonio a Fiera di Primiero, dove si svolge il ritiro dei gialloblù.
Lo stesso Cassano ha affermato di aver compiuto "una fesseria" nel pensare al ritiro, di aver passato un momento di debolezza e di sconforto e di essere pronto ad affrontare e ad uscire vincitore da questa nuova sfida.

Il "Maradona di Barivecchia" si è successivamente scusato con i tifosi del Verona, che lo hanno acclamato in 5000 in questa prima settimana di ritiro e che per l'annuncio spiazzante del barese si vedevano privare della nuova stella del club, che aveva stupito già in amichevole dimostrando di essere ancora all'altezza della Serie A.

Il fantasista pugliese ha tutte le carte in regola per chiudere in bellezza: la forma fisica testimoniata dai 7 kg persi, la classe indiscussa, un ambiento sano come quello di Verona, capace di rigenerare 4 anni fa Luca Toni rendendolo un simbolo di questa squadra e la presenza in rosa di Giampaolo Pazzini, col quale instaurò un sodalizio che fece faville in blucerchiato.