Sembra sempre più certo che quest'anno con ogni probabilità il campionato cambierà padrone e che, a meno di incredibili disfatte dell'ultimo minuto, prenderà la strada di Milano sponda nerazzurra.
Ma se da una parte era assolutamente fisiologico dopo nove anni di dominio in Italia aspettarsi prima o poi un calo, anche solo per una questione di stimoli e motivazioni, della Juve è lecito anche fare un esamina di cosa abbia portato a questo tracollo.

Sia chiaro, la colpa non è di Pirlo. O meglio non solo sua, si dice che "quando il pesce puzza, lo fa dalla testa" e mai come in questo caso proverbio è più azzeccato.
Partiamo da "lontano" e più precisamente dall'arrivo a Torino di Cristiano Ronaldo; trattativa fiore all'occhiello del duo Marotta-Paratici, il maestro e l'allievo, con il secondo nell'immaginario collettivo e soprattutto di Agnelli, destinato a superare il primo.
Sembrava l'inizio del cambio generazionale e difatti pochi mesi dopo le strade di Marotta e si dividono in maniera brusca seguendo la volontà di Agnelli di promuovere Paratici ad unico ds, spingendo l'ormai ex dirigente verso l'Inter.
Una scelta forte e, con il senno di poi, presuntuosa. Ma non sarà l'unica della gestione del presidente degli ultimi anni.

La storia ha dimostrato difatti che non solo l'allievo non è mai riuscito a superare il maestro, ma che non è mai riuscito neanche ad avvicinarsi e che mentre uno (Marotta) collezionava trattative capolavoro, come quella di riuscire a piazzare al PSG per 70 milioni il separato in casa Icardi sino ad allora con la testa solo a Torino, l'altro collezionava invece brutte figure, come il non riuscire a piazzare gli esuberi che spesso sono arrivati a scadenza o sono rimasti a libro paga ben oltre il loro reale utilizzo (vedi Kherira), passando dall'acquisto di giocatori a parametro 0 con ingaggi faraonici che sia per problemi fisici che per valore tecnico non hanno mai dimostrato di valere quei soldi (vedi Ramsey e Rabiot) al provare a vendere in tutti i modi Dybala, rimasto solo per propria volontà e eletto miglior giocatore del campionato scorso, per concludere in bellezza con la telenovela Dzeko, Suarez, Morata degna più di una soap opera americana che di una squadra di calcio che dovrebbe avere come obiettivo dichiarato quella di diventare la più forte d'Europa.

Ci si è trovati dunque con una squadra sicuramente ricca di buoni giocatori giovani e potenzialmente ossatura della Juve che verrà ma pagati moltissimo (De Ligt 80 milioni, Chiesa 70 milioni, Kulusevski 40 milioni ad esempio), tanti campioni ma o sul viale del tramonto o nella fase calante della propria carriera (Bonucci, Chiellini, Alex Sandro ecc..), giocatori modesti che non forniscono un valore aggiunto e che percepiscono stipendi da top player europei, e Ronaldo, giocatore straordinario per i motivi che tutti conoscono, ma che ha creato un meccanismo di autolesionismo che rischia di diventare letale.
Sì, autolesionismo... perché avere portato Ronaldo alla Juve per assurdo l'ha obbligata a vincere per forza, perchè se hai uno dei due giocatori più forte del mondo che arriva dalla vittoria di tre Champions consecutive e guadagna 30 milioni di euro all'anno tu DEVI vincere. Ma la storia del calcio italiano recente (parlando degli ultimi 20 anni) dice che ci è arrivato in fondo in Europa, compresa l'incredibile Inter del triplete l'ha fatto con squadre "normali" e con un po' di fortuna. Pochi si ricordano difatti che quella squadra alla fine si è dimostrata stellare per uomini e organizzazione di gioco era formata da grandi giocatori lo zoccolo duro della vecchia squadra (Zanetti, Cambiasso, Julio Cesar ecc...) e da chi è arrivato come lo scarto nell'affare Ibrahimovic del Barcellona (E'Too..), da un esubero del Bayern Monaco (Lucio..), da un panchinaro del Real Madrid (Snejder) e dall'attaccante del Genoa (Milito)...e che all'85esimo dell'ultima partita della fase a gironi era eliminata..il resto è storia!

Si parlava prima degli errori di presunzione negli ultimi anni di Agnelli, il massimo dell'espressione di questo concetto è stata la gestione degli allenatori.
Facile in questo momento puntare il dito contro Pirlo che, c'è da dire, ci sta mettendo del suo; se da una parte, può essere un parziale alibi quello dell'essere novizio, la cocciutaccine del continuare un modello di gioco che sta portando pochi risultati e sicuramente non quelli che si ci aspettava, continuando a proporre giocatori fuori ruolo senza ammettere che si possa anche cambiare quando le tue idee si dimostrano sbagliate, non può passare in secondo piano.

Il vero problema non è Pirlo ma chi lo ha scelto e come l'ha scelto.

Facendo un passo indietro, premettendo che il ciclo di Allegri cosi com'era era finito, o  si rifondava e si ripartiva o giusto chiuderlo e in quel momento, al di là sull'essere o meno d'accordo sulla scelta di Sarri come successore, chiudere il progetto senza praticamente neanche farlo iniziare per dare la panchina ad un neo allenatore che non aveva ancora concluso le pratiche a Coverciano per avere il patentino pensando di avere avuto la stessa intuizione che aveva portato in panchina fenomeni come Zidane e Guardiola che tra l'altro, sia chiaro, avevano avuto un passato da allenatore minore prima di diventare quello che sono diventati, credo sia stato il vero HARAKIRI della Juventus di quest'anno.

Un errore di presunzione diretta della proprietà che, come tale, viene difeso anche oltre i visibili limiti del progetto, tecnici e sportivi, e che può costare ben più di un eliminazione in Champions in un anno in cui onestamente. Viste le squadre avversarie e la qualità di gioco espressa, difficilmente si poteva pensare di andare molto avanti e di abdicare in campionato, che già detto dopo anni è fisiologico, ma rischia di portare fuori dalla zona che vale la Champions League, i soldi che ne deriva e il progetto tecnico legato ad esso..

Il tempo dirà chi aveva ragione...