Molte voci si stanno susseguendo sul futuro dell’allenatore della Juventus in questi giorni accostato in più occasioni alla panchina araba dell’ Al Hihal che sarebbe pronto a coprire d’oro l’allenatore livornese.

L’OFFERTA - Ma facciamo un passo indietro, nella giornata di 9 giugno la Gazzetta faceva uscire un’indiscrezione per la quale ci fosse una mega offerta dall’Arabia Saudita per strappare Allegri ai bianconeri con tanto di cifre mostre espresse in 20 milioni di euro per 3 anni di contratto.
Un'offerta, se fondata, quasi irrinunciabili se si guardano i termini prettamente economici dell’affare.

IL RIFIUTO - Offerta però che da fonti molto vicine al tecnico è stata rimandata al mittente, convinto nel voler onorare il contratto con la squadra bianconera fino al termine fissato del giugno del 2025.
Un rifiuto coerente con quello sempre espresso dall’allenatore, convinto di non voler abbandonare il progetto di rifondazione iniziato due anni fa e che, a suo vedere, dovrebbe iniziare a far vedere i propri frutti proprio nel biennio che rimane.

IL RILANCIO - Fino a qui niente di anomalo rispetto alle volontà di Allegri; a suo dire ha rinunciato a panchine importanti per poter tornare a sedere su quella Juventina identificata da sempre come sua unica priorità.
Un pensiero espresso a più riprese nel corso dei due anni passati e ribadito prima della chiusura di una delle stagioni più travagliate della storia bianconera.
A quanto pare però in Arabia hanno le idee molto chiare e, sempre gazzetta, nella giornata di ieri 12 giugno parla di un rilancio del presidente dell’Al Hihal che ai milioni messi sul piatto ne avrebbe aggiunti ulteriori 10 di bonus alla firma del contratto.

NOTTI DI RIFLESSIONI - Se prima sembrava un offerta a cui era difficile rinunciare ora assume quelli del quasi impossibile specialmente per un allenatore in passato molto vincente ma che, visti i risultati degli ultimi due anni e i precedenti tre passati ai box, sembrerebbe sul viale del tramonto sportivo.
Perché Max non è ancora ufficialmente l’allenatore del club di Riad allora?
Il calcio Arabo, aiutato dei petrol-dollari degli sceicchi, è in grande ascesa e la voglia di creare un movimento appetibile che renda più concreta la propria candidatura ad ospitare i mondiali 2030 (molto importanti anche perché quelli del Centenario) è solare. L’arrivo di calciatori come Cristiano Ronaldo, Benzema, Kante (ma anche precedentemente conosciuti nel panorama europeo come ad esempio Luis Gustavo e Banega) ha ovviamente aiutato ad aumentale la competitività, la vendita dei diritti televisivi e degli sponsor del campionato Saudita ma inutile negare che siamo ancora lontani anni luce dal livello del calcio che conta.
Ed è proprio qui che nascono i pensieri… Allegri sente dentro di se di essere ancora un allenatore in grado di stare all’interno del calcio che conta e di poter dare ancora qualcosa!

ARROGANZA O NON VOLERSI RASSEGNARE? Peccato che in Europa sono rimasti proprio in pochi a vederla come lui.
Si sa due anni senza trofei il popolo juventino non li digerisce da sempre di buon grado, ma in questo particolare momento storico ciò che non si riesce proprio a mandare giù è la consapevolezza che si può vincere giocando male, si può perdere giocando bene ma difficilmente si arriva al risultato non giocando proprio…
E che la Juve di Allegri non sia in grado di andare oltre una buona organizzazione difensiva e di risultati principalmente frutto questo aspetto è sotto gli occhi di tutti, tifosi e soprattutto non.
Il primo Allegri allenatore bianconero si era mostrato un uomo intelligente, capace di tornare sui propri credi tattici quando non riusciva a far assimilare il proprio concetto di gioco alla squadra portandola a giocare due finali di Champions con un ottimo nella gestione dei vari campioni che aveva a disposizione.
Il secondo non sembra neanche la copia sbiadita del precedente.
Arrogante, confusionario, incapace di insegnare calcio e di dare un identità ad una squadra che in due anni ha prodotto più brutte figure che altro a livello di gioco.

PAZIENZA FINITA - In un anno in cui tutte le fondamenta di un gruppo e di una società che hanno portato a vincere 9 scudetti di fila, 3 coppe italia e giocare due finali di Champions League si sono viste sgretolare dai processi dentro e fuori dal campo, il pensiero di dover affrontare altri due anni in queste condizioni non è per il tifoso qualcosa di tollerabile.
Il ciclo è finito e bisogna ricostruire, questa consapevolezza è chiara nel popolo Juventino.
Dover aspettare altri due anni per la cocciutaggine e il non volere fare un passo indietro di un allenatore che a sensazione sembra rimanere sempre più solo all’interno dello spogliatoio, sulle tribune e nella società è difficilmente tollerabile.

APRI GLI OCCHI MAX - Il rischio serio che si prende Allegri non accettando la realtà è quella di trovarsi a gestire un progetto naufragato con una data di scadenza, quella della fine del suo contratto.
La speranza è che torni una parte del primo Allegri Juventino, quello intelligente, e che si faccia da parte (e che farsi da parte!!)

Apri gli occhi Max… per il bene di tutti…