Ed eccoci di nuovo qui! Ci siamo cascati tutti…

Quando le cose non vanno come si pensa si cercano sempre dei colpevoli; dai giocatori, a cui si rimprovera di non mettere in campo la cattiveria agonistica che ti permette storicamente di “sudare la maglietta”, all’allenatore, non in grado di mettere la squadra in condizione di giocare e rendere come ci si aspetta, alla dirigenza, non in grado di fare un mercato adeguato agli obiettivi, passando dal presidente e le sue scelte per essere buoni “rivedibili” sul chi mettere sulla panchina ma anche su chi si debba sedere al suo fianco in tribuna.

Ma i giocatori cambiano, gli allenatori sono sempre più ciclici nel calcio di oggi, i dirigenti sono legati ai risultati ottenuti, e anche il presidente ha una propria vita che inizia e che finisce al timone di una società.
Dunque le colpe sono anche di chi c’è e ci sarà sempre qualsiasi siano i componenti della società, che resisteranno al tempo, a cambiamenti e addii, insomma di noi TIFOSI e credo che bisogna iniziare a prenderci anche noi le nostre responsabilità…

Si sa, il tifoso Juventino è particolarmente esigente!
Non è mai bastato il fatto di vincere… non serve a nulla se non si gioca bene!
Come se vincere fosse diventata una cosa normale e che interessi più come si ottiene il risultato che lo stesso!
Ma forse è giunto il momento di smettere di nascondersi dietro al fatto che non possiamo fare nulla, le decisioni le prendono gli altri e le possiamo solo “subire”, lasciandoci l’unica cosa che possiamo decidere noi…giudicare l’operato degli altri.

Bisogna ammetterlo, criticare una proprietà che negli ultimi 10 anni ha vinto 9 Scudetti, 4 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane e centrato due Finali di Champions League è profondamente ingiusto e, per chi guarda da fuori e deve gestire ben altre difficoltà, può sembrare addirittura assurdo.
Ma il tifoso bianconero è anche questo e, come diceva Ligabue ,“chi si accontenta gode… così e così”.
Inutile nascondersi dietro un dito, la vera ossessione è la Coppa Campioni!
Ossessione che fa perdere la lucidità, come già detto in altri articoli, e dunque di vista la vera potenza e possibilità della squadra.

Lo so, entrando del mondo delle frasi fatte, suona come “la volpe che non riesce ad arrivare all’uva” ma se è pur vero che “la palla è rotonda” e che non sai mai cosa possa succedere andando più avanti possibile, bisogna essere anche realisti.
Ma se siamo arrivati a questo periodo di totale confusione la colpa è anche e soprattutto del tifoso...
Difatti, al di là di chi ha sempre ascoltato più il cuore che la razionalità, in pochi quando è arrivato Conte, messo al timone di una squadra che arrivava da due settimi posti e che prima di allora aveva si ottenuto promozioni dalla B alla A ma che nel suo unico assaggio della massima serie aveva deluso a Bergamo, si sarebbero immaginati che aprisse quel ciclo vincente che dura sino ad adesso, e che Allegri, arrivato all’ultimo secondo come scarto del Milan potesse portare altri 5 scudetti e arrivare ben più lontano in Coppa Campioni del figlio al Prodigo Antonio.
Quasi tutti (compreso il sottoscritto) erano contenti di vedere andare via Allegri e sarebbe ipocrita rinnegare il pensiero avuto allora.
Max, si sa, non ha mai avuto storicamente la nomea di “Profeta del bel calcio”, e il suo addio, mista all’idea di vedere un allenatore in panchina che portasse qualcosa di diverso con idee nuove da quelle viste e riviste, era stato accolto quasi come una liberazione.
Ma Allegri a mio avviso è sempre stato un “Maestro di praticità” più che un vero e proprio allenatore, una persona molto intelligente in grado di amalgamare il proprio pensiero di calcio a seconda di chi hai a disposizione e soprattutto rispetto agli avversari che hai davanti.
Ero allo stadio quando ho visto come ha imbrigliato il Barcellona stratosferico di Messi, e quando ha scompigliato tutte le carte mettendo un centrocampista come perno della difesa a tre (Emre Can) ribaltando una qualificazione già chiusa con l’Atletico Madrid per citare un paio dei capolavori tattici del livornese.
Si sa però, quello di studiare nei dettagli l’avversario e plasmarsi a seconda di come gli puoi fargli più male, non è sicuramente il modo migliore di creare spettacolo. E dunque l’arrivo di chiunque potesse creare uno stile di gioco propositivo sullo stile del Barcellona, del Bayern, del Liverpool ecc ecc… era il benvenuto!
E si è andati a cercare fortemente chi per anni è stato proclamato in Italia il “Maestro del bel calcio”, colui che la propria per la propria filosofia di gioco aveva creato addirittura un movimento il “SarrismoMaurizio Sarri, con la convinzione che chi meglio di lui potesse dare luce al gioco di questa squadra vincente ma triste.
Anche se sono convinto, come già detto in altri post, che a Sarri bisognasse dare semplicemente tempo e che ha avuto la sfortuna di essere capitato in una stagione in cui la pandemia ha stravolto completamente le carte in tavola, anche prima del lockdown il famoso gioco scintillante che aveva fatto vedere a Napoli ( e che devo ammettere mi aveva ammaliato) non si era neanche lontanamente visto e sembrava una squadra molto più “Allegriana” che “Sarrista”.
E anche qui, arrivati a fine stagione, noi tifosi salutando chi, comunque ci aveva regalato un altro scudetto, non abbiamo avuto grandi rimpianti.
Accogliendo Pirlo come il nostro Guardiola, o più semplicemente senza scomodare Pep, il nuovo Conte, su cui mi sono già espresso a più riprese e al quale commento posso aggiungere che doveva essere un mix tra la juventinità di Conte, la praticità di Allegri e il bel gioco di Sarri, senza riuscire ad avvicinarsi per distacco a nessuna delle tre per il momento…

Visto che il calcio italiano in Europa non è che negli anni ha brillato per risultati e anche l’Inter, unica squadra che negli ultimi anni è arrivata in fondo esprimendo anche un bel calcio, ha impattato contro una squadra più cinica e tatticamente organizzata: siamo proprio sicuri che per avere qualche possibilità non avesse ragione Allegri e forse andava appoggiato invece che distrutto??
Liverpool, Manchester City, Bayern, Psg… esprimono un calcio sicuramente più divertente, più “giovane” e più innovativo…
Ma quanto hanno speso tra giocatori e allenatori per poter ottenere questo risultato?
Mai come in questo momento mi sembrano sagge e vere le parole di Boniperti…

“VINCERE NON E’ IMPORTANTE…E’ L’UNICA COSA CHE CONTA”...