“Caro calcio,
O “Pallone” come affettuosamente ti ho sempre chiamato quando da ragazzino dovevo giustificare a mia madre i miei ritardi per la cena.
Ti scrivo perché ho saputo del peggiorare della tua malattia, e ti voglio semplicemente stare vicino, come hai fatto tu in tanti anni.
Purtroppo non si può dire che la notizia fosse inaspettata, i sintomi erano visibili da tempo, e prima o poi sapevamo tutti che si sarebbero manifestati in maniera ancor più chiara ma di sicuro ogni volta che si accertano i tuoi peggioramenti è un colpo al cuore.

So che i medici la chiamano “INTERESSI” e ho sentito che ha un sacco di varianti di cui le più pericolose dicono essere quella politica, ma soprattutto quella economica che pare sia cosi aggressiva da riuscire nel tempo a cambiare completamente il tuo aspetto.
Il mio dispiacere aumenta sapendo che avevi avuto un miglioramento; questo virus che oramai tutti purtroppo abbiamo imparato conoscere come COVID-19 e che nella nostra memoria e nella nostro cuore non potrà essere mia più essere dimenticato, aveva costretto a tutti a fermarsi compreso te, e che il riposo ti fosse servito se non altro per riprendere le forze.

Ho anche sperato, ammetto molto ingenuamente e con consapevolezza che difficilmente potesse essere cosi, che quando ti hanno fatto rialzare dal letto per concludere il lavoro iniziato l’avessero fatto per dare un segnale in un momento cosi difficile; lo sport più amato del mondo si è rialzato, anche contro la logica del momento, anche con gli stadi chiusi, anche con i calendari intasati, semplicemente per dare un segnale e per tornare a fare compagnia a tutti, come a dire “ se ci riesce lui allora ce la possiamo fare tutti”.

Ma purtroppo anche il virus più diplomatico del mondo non è riuscito a far si che la tua malattia sparisse o che almeno ti desse un po’ di tregua e anzi è stato, suo malgrado, teatro dei tuoi peggioramenti.
Eh sì, perché in un epoca in cui il pianeta intero combatte la battaglia più importante, quella della sopravvivenza, contro un virus che ci ha costretti a stare lontani, limitato la nostra libertà e a temere per le nostre stesse vite e quelli dei nostri cari, questa maledetta malattia che ti affligge è riuscita usare anche questa tragedia per attaccarti.
E dire che avevano provato anche a proteggerti…
Tenerti in piedi e continuare a lavorare, per tanti motivi, è molto importante, più addirittura di salvare tuo papà LO SPORT che per logica avrebbe dovuto avere gli stessi privilegi ma che in tanti campi non ha avuto le stesse cure.

Hanno creato delle cose chiamate “protocolli” che servivano a tutelarti da questo virus, in modo da non fermarti a meno di situazioni insostenibili, in modo da permetterti di continuare, anche se in maniera sicuramente diversa rispetto a come eravamo abituati, ad emozionarci e divertirci come hai sempre fatto.
E cosi sembrava all’inizio…
Certo non eri più lo stesso, d'altronde nessuno di noi lo può essere in questo momento, ma andavi avanti anche contro i continui attacchi che ti venivano fatti, fornendo uno spettacolo diverso da quello a cui eravamo abituati ma pur sempre uno spettacolo.
L’amore per te sembrava avere messo d’accordo tutti, anche quando le squadre che si trovavano travolte da questa pandemia venivano decimate e, che con tutte le difficoltà che portava, continuavano lo stesso a giocare.
Ma questa maledetta malattia sembra essere più forte di qualsiasi altra cosa ed è tornata a tormentarti…
E’ subdola, ha tanti mezzi per attaccarti…e non c’è voluto molto infatti perché qualcuno trovasse il modo di raggirare i protocolli, ,probabilmente non capendo che erano stati messi li solo per poterti proteggere.

Me l’avevano detto che non guarda in faccia nessuno e che per ottenere i propri scopi avrebbe usato qualsiasi mezzo, ma non mi aspettavo che arrivasse addirittura a coinvolgere un governatore di regione e mediante l’azienda sanitaria locale impedire la partenza di una squadra con due contagiati all’interno della propria rosa (e due calciatori infortunati) facendo sembrare il tutto una salvaguardia per l’intero popolo italiano da un rischio di un contagio sicuro che la domenica prima aveva giocato senza fare nessun dramma e sfruttato a suo favore contro una squadra che era arrivava da un focolaio, non si era allenata e aveva dieci contagiati in rosa….

Scusa lo sfogo amico mio, lo so che te non ne puoi nulla…ma fa rabbia sapere che ti si poteva continuare a proteggere e cosi non è stato…
E così, resta attaccabile la tua unica protezione, da allora leggo del tuo aggravarti tutti i giorni…
Come non più tardi venerdì scorso quando ti hanno fermato perché in una squadra c’erano tre giocatori positivi, la motivazione era sempre la stessa, e sarebbe stata assolutamente logica e giusta, quella del rischio di contagio elevato e quella perciò di salvaguardare la salute.
Dico sarebbe, perché purtroppo non era logica, era solo l’ennesimo manifestarsi di questo male visto che magicamente dopo quattro giorni e fatalmente in coincidenza della partenze dei calciatori per le rispettive nazionali alle quali, si sa, tengono in maniera particolare, il pericolo è scomparso…

Ti sono vicino amico mio, ho sempre la speranza che te possa migliorare prima di vederti del tutto sparire per come ti conoscevo…
Con affetto
Il tuo amico”