23 maggio 2007, il Milan porta a casa la sua Settima Champions League, facendo esplodere il popolo rossonero di gioia. Gli anni di Inzaghi, Kakà, Nesta, Maldini, Pirlo, Gattuso e Seedorf, non il Milan migliore di Ancellotti, ma una squadra che aveva una mentalità vincente, un gruppo coeso che combatteva l’uno accanto l’altro. Da lì in poi, a parte lo scudetto del 2011, il Milan ha perso tutte le sue convinzioni e da squadra temuta da tutti si è trasformata in una vecchia leggenda.

Lasciando stare il passato, cosa manca a questo Milan per tornare agli splendori di un tempo?
Prima di tutto una società solida alle spalle, tassello che sembra essere in fase di definizione con l’ultimo arrivo Gazidis come AD e le figure di Leonardo e Maldini all’area tecnica, capitanati dal fondo Elliott che in questi mesi, pur parlando poco, ha dato serietà ed ordine che negli ultimi anni erano scomparsi.
Ma questo non basta, urge trovare le risorse finanziarie necessarie per poter acquistare giocatori di valore che portino a casa i trofei, perché in fondo è questo ciò che conta.

A Gazidis il compito di aumentare gli introiti di una società che ogni anno brucia almeno 80 milioni di euro senza potersi permettere neppure acquisti di livello. Per tornare a competere con club di primo livello mondiale, il Milan dovrà riuscire ad aumentare in modo consistente il suo fatturato, se guardiamo le Big Europee Manchester United, Real, Bayern, Barcellona, City, PSG e fino allo scorso anno la Juve, nonostante i grandi investimenti per l’acquisto di giocatori e ingaggi consistenti, riescono ad avere bilanci in utile di almeno 50 milioni l’anno, con fatturati che vanno dai 500 milioni della Juventus, fino ai 700 circa del Manchester United, il Milan fattura solo 255 milioni con un rosso medio nelle ultime annate di 80 milioni, quest’anno addirittura 126 in virtù dell’esosa campagna acquisti estiva.

Numeri alla mano è evidente che per tornare in alto il Milan dovrà reperire almeno 200 milioni/anno per stare al passo delle più grandi, nel dettaglio la strategia di Gazidis:
Champions League – Sarà necessario riuscire a collocarsi costantemente nell’Europa che conta, solo da quest’ultima entreranno nelle casse del club almeno 50 milioni, ma potrebbero diventare più del doppio in caso di buoni risultati sul campo – anche per questo motivo il mercato di gennaio, salvo grosse limitazioni da parte della UEFA, porterà uomini che possano permettere al club di raggiungere il traguardo del quarto posto.

Sponsor commerciali – Il Milan orfano dello sponsor car AUDI, punta forte a due soggetti in particolare, le voci parlano di KIA, di cui Elliott è grosso investitore oppure BMW, le cifre dovrebbero aggirarsi intorno ai 15/20 milioni all’anno. Sempre in tema di sponsor pare probabile un aumento anche dal gruppo Emirates di circa 15 milioni l’anno e altri 10 da Puma in caso di raggiungimento di eventuali risultati sportivi. Grande riservo invece per un’ulteriore Super Sponsor di cui ancora non si conoscono le generalità. In linea di massima Gazidis punta ad aumentare di almeno 50 milioni la voce Sponsor, attualmente in Itali primeggia l’Inter con 112 milioni, Juve con 104 e sul podio su basso il Milan con 77 milioni.

Capitolo stadio – Milan ed Inter stanno lavorando in sintonia per riuscire a superare gli introiti dello Stadium di Torino, in grado di portare quest’anno 63 milioni, contro i 28 e i 25 di Inter e Milan, la ristrutturazione di San siro ha l’obiettivo di trasformare la “Scala del Calcio” in uno stadio all'avanguardia a livello internazionale, per far sì che possa essere maggiormente remunerativo e coinvolga la città ogni giorno della settimana e non solo in occasione delle partite di calcio o di altri eventi.

Diritti Tv – In Italia la regina è la Juventus, che grazie anche alla Champions porta a casa 232 milioni, segue il Napoli con 145 e la Roma con 111, Milan ed Inter inseguono con “soli” 95 milioni circa, è dunque ovvio che i risultati sportivi porterebbero, ambendo al fatturato del Napoli, un aumento di almeno 50 milioni, addirittura 120 milioni guardando la Juventus, voci più che importanti, ma che vanno di pari passo con i risultati sportivi.
Potenzialmente il Milan ha tutte le carte in tavola per aumentare il proprio fatturato, ma risulta chiaro che tutto passa dal campo e viceversa, un equilibrio delicato tra conti e risultati sportivi.

Il Mercato
– Non basteranno certo Paquetà, Fabregas, Ibrahimovic e Godin a portare il Milan sul tetto di Europa, ma la scalata parte proprio dal raggiungimento di quel quarto posto a fine campionato che, per quanto appena sufficiente per una vecchia gloria come il Milan, porterebbe a catena tutto il resto, sperando di sentire presto l’urlo rossonero di San Siro “The Champions!”

 

Roberto Cannucciari