Riavvolgiamo il nastro, torniamo indietro di qualche mese, a prima di dicembre 2018. La Juve giocava un calcio esteticamente molto bello. Perdonate il paragone blasfemo, ma A. Sandro e Cancelo parevano gli eredi di Cafù e Roberto Carlos, cioè giocatori dominanti, ali aggiunte, di quelli che per qualità e quantità fanno sparire dal campo i diretti avversari. Pianjc e Bentancur erano in rampa di lancio verso l'Olimpo dei calciatori di livello internazionale; Dybala doveva fare qualche sacrificio a nocumento della sua vena realizzativa, ma verso un nuovo ruolo che poteva proiettarlo fra i migliori al mondo.

Quella Juve giocava con difesa alta, anche a rischio di qualche contropiede; terzini altissimi in funzione di ali aggiunte; Pianjc e Bentancur vicini all'area di rigore avversaria per dare qualità e soluzioni agli attaccanti in zona centrale dell'area di rigore avversaria. Ovviamente pressing altissimo e studiato tatticamente, per togliere spazio e fiato alle ripartenze avversarie.
Che dire dell'attacco? Mandzukic pecca in fase di rifinitura, i piedi non sono proprio educatissimi, ma il problema veniva risolto facendo correre i tre Mandzukic-Dybala-Ronaldo e scambiando loro spesso posizione. Cioè la rifinitura veniva dettata dal movimento del compagno e non solo dalla intuizione estemporanea. Una riedizione, in salsa moderna, del trio Vialli-Del Piero-Ravanelli.

Dopo la partita di ritorno col Manchester, a Torino nel girone di qualificazione Champions, vediamo una squadra diversa. Difesa bassa, praticamente al confine della propria area di rigore e pressing, come posso dire, di "posizione", linea di centrocampo ed attacco lontane ed attaccanti, passatemi il termine, "dispersi" nella metà campo avversaria.

Cosa può essere successo? Quali le ragioni della involuzione? Non ho informazioni privilegiate quindi posso formulare solo ipotesi.
La spiegazione più semplice si racchiude in una parola: paura, cioè, la Juve di inizio stagione non era un progetto compiuto. Aveva imortanti problemi in fase offensiva, in fase di rifinitura nello specifico. Correva parecchio, sprecava tante energie, ma andava avanti con gli striminziti 1-0. Allegri può avere pensato di non reggere in quella maniera tutta la stagione a fronte di una finalizzazione offensiva così scarsa.

Occorre poi ricordare i frequenti infortuni, concentrati tutti nella zona mediana del campo; Khedira, Bernardeschi, Cuadrado, Cancelo ecc..; ricordiamo ancora i problemi di salute di Khedira ed Emre Can, la carenza numerica struttura a centrocapo. D. Costa, preda quest'anno, del demone della follia che possedeve Felipe Melo. Insomma un problema dietro l'altro, mai la serenità giusta per poter costruire qualcosa di nuovo...
Invece, forse, sarebbe servito pigiare sull'acceleratore ancora di più, ma come? Tentando di porre rimedio ai problemi di rifinitura negli attacchi portati in zona centrale, con una mezz'ala di qualità al posto di Khedira, due i nomi Ramsey o Bernardeschi. Questo mi aspettavo da Allegri, anche a costo di concedere qualcosa in campionato.

Senza questo step, per me, la stagione di Allegri è sufficiente sul piano dei risultati, ma fallimentare sul piano tecnico-tattico.