Il mister Massimiliano Allegri arriva da tre stagioni sportive orsono, in un momento molto complicato per il club, dopo che il vecchio mister Antonio Conte diede di matto al principio del ritiro estivo di quell'anno.
In quel momento la campagna acquisti era, non solo già impostata, ma praticamente conclusa; quindi il buon Max Allegri ha dovuto fare con quello che c'era (ottimamente, visto la qualità dei calciatori e dei risultati: ricordo scudetto, Coppa Italia e finale di Champions).

La seconda stagione ci si rende conto che serve un centrocampista coi piedi educati, ma la dirigenza del ramo sportivo della Juve si avvita in una telenovela infinita (a confronto le soap americane pluridecennali impallidiscono) sul valore del cartellino del calciatore individuato allo scopo, ossia Julian Draxler, che puntualmente non arriva. Al suo posto arriva Hernanes, giocatore dignitoso, ma sportivamente senza carattere.

Quest'inverno, piazzato miracolosamente il brasiliano in Cina, noi juventini assistiamo ad un altro tormentone, che assume le ricciolute fattezze di Axel Witsel, che puntualmente non arriva attratto giustamente dall'ingaggio ben più elevato offertogli in Cina.

Morale della favola? Nel triennio Conte si faceva mercato partendo da una idea di calcio precisa, giusta o sbagliata che sia ( 3-5-2 con giocatori molto dinamici e possibilmente col piede delicato), ad una navigazione a vista nella quale i calciatori vengono scelti sulla base di tantissime logiche, ma non sulla base di un progetto calcistico ben definito. Così si spiegano le difficoltà della Juve che si ripresentano puntuali ad ogni inizio stagione, giacché il buon Max, quasi sempre, deve assemblare una squadra di calciatori spesso non compatibili tra di loro; ad esempio, ma siamo sicuri che Dybala, a cui piace ancora da matti fare i movimenti della prima punta, non soffra la presenza di Higuain?

Alla Juve questo manca per raggiungere, tralasciando purtroppo i diversi fatturati, le big europee, cioè una forte identità visibile nel calcio espresso sul campo da gioco. Una forte identità che detti anche la strada da seguire in sede di calciomercato, per poter evitare errori di mercato ( Hernanes, Lemina, Rincon ecc...) oppure estenuanti tormentoni estivi (Draxler). 

Una Juve meglio progettata potrebbe esprimere un gioco più spettacolare, anche senza cambiare allenatore.