Vigilia di Sampdoria-Milan. Partita chiave in questo momento storico rossonero. Un nuovo passo falso e molte maschere potrebbero cadere. Scriviamo al condizionale ma tutto pare già disegnato. Parliamo di una società in ambasce che ha il proprietario non più disponibile a scucire quattrini da investire su quello che definiva il gioiello di famiglia. Una società che ufficialmente dal 2012 ha smesso i panni della "grande" ma che già nei 5-6 anni precedenti aveva dato segnali chiari in tal senso. Da dieci mesi ci sono a libro paga due allenatori ma investire su un progetto tecnico non sembra una linea perseguibile. Quante promesse disattese, una dopo l'altra, per una società che naviga a vista incapace di darsi un restiling e seguire una filosofia calcistica e aziendale logica e vantaggiosa in linea con la storia e la fama di un club tanto glorioso. Berlusconi che solo due mesi fa ha avallato acquisti cervellotici ed equivoci stranieri ora parla di un Milan tutto italiano e possibilmente giovane. Un Berlusconi, dicono i bene informati, molto confuso tanto da valutare la rosa messa a disposizione del mister Inzaghi, mister da 8, veramente convinto di ottimo livello. Ma non è così. Una squadra completata, nell'ultima campagna acquisti, quasi esclusivamente da parametri zero ma occasioni senza un filo logico se è vero che a centrocampo mancano piedi educati e play di ruolo ed a sinistra gioca De Sciglio, che il meglio lo ha dato a destra. Da citare ci sarebbe anche il geometra Galliani, l'AD per la parte sportiva, che attraverso i propri magheggi estivi ha acquisito i vari giocatori da mettere a disposizione del tecnico suo pupillo. E il pupillo Filippo Inzaghi che sinora ha portato tanto entusiasmo e serietà ha palesato settimana dopo settimana tutta la propria inesperienza e la mancanza di capacità d'imporre un gioco. Inzaghi sta continuando a sbattersi per cercare di tenere a galla una formazione che arretra ogni giorno che passa ma l'entusiasmo di inizio stagione è già venuto meno ed i malumori all'interno dello spogliatoio man mano da mugugni diventano sfoghi. Uno spogliatoio non più armonioso e un ambiente sull'orlo di una crisi di nervi. I tifosi, come verificato anche al trofeo Berlusconi, si stanno allontanando dal mondo Milan stanchi di continue propagande sistematicamente disattese ma anche il tecnico non viene risparmiato da valutazioni di carattere tecnico. Questo è il risultato di una lunga, lunghissima gestione di un titolare ed il suo fido incapaci di modernizzarsi e lasciare spazio a figure giovani e più preparate ad affrontare le modifiche dei tempi e delle necessità d'impresa. E dietro l'angolo c'è ancora una Barbara Berlusconi pronta a riprovare dove non è riuscita un anno fa. Si perché il primo ufficiale ed aperto scontro tra i due AD, ricordiamolo, risale al novembre 2013. E siamo di nuovo a novembre. Un anno dopo.