Mazzarri è un califfo della massima serie italiana. E l'esperienza non gli fa difetto. Ha idee tattiche precise che in seconda e terza linea non sono mutabili mentre in prima linea riesce ad adattare il materiale umano a sua disposizione a vantaggio della sua idea di gioco. Le virtù le ha messe in mostra negli anni passati ottenendo risultati eccellenti con squadre di basso livello tecnico vedi l'esperienza a Reggio Calabria, di medio livello tecnico in quel di Genova sponda blucerchiata e consacrandosi ad alto livello a Napoli in una realtà importante ma da non confondersi con una grande storica e di blasone come l'Inter. Napoli è stato il suo ultimo step per arrivare a toccare il cielo nerazzurro ma alcuni aspetti della storia azzurra di Mazzarri probabilmente non erano noti a Massimo Moratti ed ai suoi collaboratori. E forse nemmeno a Thohir che non l'ha cercato ma avendolo in casa gli ha dato fiducia impostando parte del futuro del suo club sul tecnico di San Vincenzo. Dall'esperienza partenopea si son conosciuti molti aspetti del tecnico e qui di seguito li esplicito. 1. Il suo modulo base è il 352 che può diventare un 3421 o un 3412 o un 343 o un 3511 ma la base è sempre la terza linea a tre. Da quella non si schioda. 2. Strategici sono gli esterni che, nella parentesi partenopea, con Maggio fece un lavoro di spessore assoluto ma l'intuizione l'ebbe con Zuniga esterno sinistro di centrocampo. Una novità assoluta. In effetti Camilo nella sua storia calcistica e grazie alla sua duttilità aveva giocato da esterno destro basso in una terza linea a quattro da esterno e da interno destro in una mediana a cinque ma mai aveva orbitato a sinistra. 3. Mazzarri non ama lavorare con i giovani perché inesperti e spesso discontinui. Il livornese preferisce sempre giocatori affermati. Non esita a sottoporli a magre figure in partite improbabili per liberarsi dalla spinta mediatica che di volta in volta costoro possono avere. 4. Mazzarri ha ascoltato i consigli altrui e talvolta, raramente, li fa propri. Vedere la storia di Cavani che,impiegato da punta esterna nella sua nazionale dal veterano maestro Tabarez, venne riportato al centro in azzurro ed esplose in tutta la sua verticalità d'azione, la sua rapidità e la sua spietatezza da centravanti spietato. Un consiglio che gli arrivò dalla pancia della società e che lui accettò ritagliando alla punta uruguagia degli spazi che lo esaltarono ed al tempo stesso resero un gran servizio agli obiettivi di quel Napoli. 5. Mazzarri quando ha trovato la collocazione ai propri uomini non la cambia se non costretto dagli eventi non programmati. 6. Non conosce i calciatori che militano fuori dai confini italici, nemmeno i più noti. Non è interessato. E non ama le competizioni europee perché fanno perdere energie mentali e fisiche in ottica campionato. 7. Le competizioni europee sono un inevitabile contrattempo. L'eliminazione dall'Europa è gradita al tecnico perché favorisce i risultati in campionato grazie al risparmio energetico fisico e mentale. 8. Nel suo sistema di gioco gli incontristi devono essere due, uno in grado di fare il play basso ed uno purissimo o in grado di svolgere le due fasi di gioco mentre in avanti necessita di una punta che sappia fungere da collante tra prima e seconda linea e che lavori in ampiezza, meglio se lo fanno in due. 9. Nelle conferenze stampa può risultare ripetitivo e se stuzzicato risulta permaloso. Con Mazzarri non si sprofonda, garantisce una posizione finale sempre di tutto rispetto. Prendere o lasciare.