L'1-1 ottenuto contro il Bologna ha un sapore amaro. L'Inter ha di fatto avuto in mano la partita quasi sempre, come dimostra il computo dei tiri, 22 a 4, ma allo stesso tempo ha avuto una mezz'ora di follia che l'ha costretta ad una affannosa rincorsa. Fuori Murillo e Joao Mario all'ultimo De Boer li rimpiazza con Ranocchia e Kondogbia, ma la sorpresa più grande è forse l'utilizzo di Miangue a sinistra. Il tecnico dimostra di credere più in questo ragazzo che a Nagatomo e ha ragione, sia per questioni fisiche che tecniche (Nagatomo è destro e a sinistra tende sempre a rientrate e stringere il campo, mentre De Boer vuole ampiezza dai terzini). L'avvio del match è negativo, la manovra è lenta, gli errori di passaggio, anche semplici, fioccano. C'è la sensazione che ci sia qualcosa fuori posto. Medel accorcia poco, Kondogbia non sale aprendo spazi, Banega trotterella. Ne consegue che il 4-5-1 di Donadoni ha gioco facile nel bloccare sul nascere le azioni interiste, rendendo vani i movimenti (stavolta buoni) dei terzini. La fase di non possesso non è migliore. L'idea è parsa quella di tenere un blocco alto, formato da Icardi, Banega e Kondogbia mentre Perisic e Candreva si occupavano di non far arrivare palla ai terzini. Questo prevedeva che Kondogbia scalasse su Nagy, ma il francese non ha quasi mai fatto questo movimento, obbligando Medel a farlo al posto suo. Si venivano perciò a creare spazi pericolosi davanti ai 4 di difesa. Il Bologna sapientemente cercava di sfruttare quesgli spazi mantenendo i 3 davanti larghi ed agendo con le mezzeali in una sorta di 3-2-3. L'inter si opponeva con un 4-1. Molto rischioso. Il gol del Bologna nasce proprio così: manvora lenta, Kondogbia temporeggia, perde palla ed innesca la ripartenza. Errore gravissimo in una zona dove De Boer predica semplicità e velocità. Entra Gnoukouri e la squadra cambia. L'ivoriano fa quello che chiede De Boer: gioco semplice e veloce, mostrando anche una buona visione di gioco. Candreva si fa spesso trovare libero sulla trequarti per un appoggio mentre Perisic a sinistra fa quasi la seconda punta. I terzini sovrappongono e il Bologna perde parte delle sue certezze sino a subire il pareggio. Nel secondo tempo la squadra cresce: il recupero palla diventa più alto e veloce e gli esterni riescono finalmente a creare quel 2-4-1-3 il fase di attacco tanto caro a De Boer. Nonostante questo si fa ancora fatica a trovare l'ultimo passaggio, mancano gli ultimi 20/25 metri. De Boer capisce ma fa l'unico errore del match con i cambi. Eder e Gabigol al posto di Banega e Candreva non portano manovra ma trasformano la squadra in un 4-2-4 con un buco in mezzo. Di fatto la squadra è spaccata in due, manca il raccordo tra i due di centrocampo e l'attacco. La zona davanti alla difesa del Bologna è spesso sguarnita e viene sfruttata per ripartenze pericolose. Forse mantenendo Banega in campo e inserendo Eder o Gabigol vicino ad Icardi come seconda punta si poteva creare qualcosa in più. E' vero che l'Inter ha due occasioni nel finale ma obiettivamente sono parse più frutto della voglia di far gol che di una manovra di squadra. Personalmente se al 5 di agosto, dopo Tottenham - Inter mi avessero detto che a metà settembre l'INter avrebbe battuto la Juve con un gioco chiaro non ci avrei creduto. Però non basta. De Boer deve continuare con gli automatismi in essere, magari anche con un po' di cinismo in più perchè non devono sempre essere necessaria 5/6 occasioni per segnare. Dispiace infine per Kondogbia ma, i fatti, dicono che ad oggi questo giocatore è estraneo alla squadra, per modi e tempi di gioco va per la sua strada.