Torniamo da Pescara con 3 punti, importantissimi per morale e consapevolezza, e con leggere evoluzioni sul piano del gioco. Partiamo con una premessa e con una risposta ai commenti che ho visto che parlano di occasioni concesse al Pescara. De Boer è un allenatore di stampo europeo, che predica un calcio europeo. Piaccia o non piaccia lui è quello. Il calcio europeo (dove intendo simile a quello che si pratica in Inghilterra, Spagna e Germania) prevede la produzione di gioco e palle gol e anche la concessione all'avversario. Chiunque segua la Premier League può vedere come non è raro vedere che le squadre piccole vadano ad Old Trafford o Stanford Bridge e abbiano occasioni. Magari perdono, ma le occasioni le hanno quasi sempre. E' un modo di giocare e di intendere il calcio diverso da quello a cui siamo abituati in Italia, dove tutto parte dalla solidità difensiva e dalla non concessione. Questo è un dato di fatto. Venendo al match di ieri sera in terra abruzzese si sono potuti notare diversi tratti caratteristici di quella che è la filosofia che De Boer sta instaurando all'Inter. In primo luogo il baricentro della squadra, intorno ai 55 metri. Almeno 10/12 metri più alto della media con Mancini. Significa che la squadra vuole occupare costantemente la metà campo avversaria e imporsi, anzichè aspettare e subire. La produzione di gioco e palle gol ne ha giovato in positivo come dicono i numeri (22 tiri col Palermo e altrettanti con il Pescara, più di tutto il girone di ritorno con Mancini). Il possesso palla è costantemente sopra il 60% e oltre il 50% dei passaggi eseguiti è stato rivolto verso la porta avversaria (ha cioè consentito un avanzamento del pallone e non un arretramento o passaggio orizzontale). Ovviamente ci sono anche aspetti da rivedere/migliorare e tra questi alcuni emergono in modo abbastanza netto. Per un gioco di questo tipo occorre avere giocatori che hanno confidenza e tranquillità con il pallone tra i piedi. Non è così per tutti. Ci sono ancora troppi palloni persi a causa del pressing avversario. Allo stesso modo le distanze sono troppo lunghe, soprattutto tra i 4 davanti ed il resto della squadra, occorre imparare a difendere in 11 e stare più compatti. Concludo con considerazioni più tattiche. Ieri sera ho visto poca presenza in area: Candreva e Perisic sono due ali che amano saltare l'uomo e mettere la palla in mezzo, è necessario che almeno una dei due stringa di più e vada in area ad aiutare Icardi sui cross. Spesso si trova da solo contro la difesa. Santon è per me inadeguato. I terzini per De Boer devono essere sempre in linea con la palla o più avanzati e allargare il campo: Santon stringe da subito verso il centro creando imbottigliamenti e togliendo spazio. Non è ammissibile correre 60 minuti. In sintesi credo che si intravedano chiari elementi distintivi di De Boer, fermo restando la premessa iniziale che questo allenatore ha un modo di intendere il calcio non da 1-0 perciò non dobbiamo chiedere e aspettarci un Capello o un Ranieri. Semplicemente è diverso.