Simone Inzaghi non è mai stato un uomo di grandi pretese.
Negli anni alla Lazio, la formazione si poteva recitare a memoria, tanto poche erano le variazioni disponibili tra titolari e panchina. Anche nei primi due anni all'Inter spesso la differenza tra titolari e riserve era talmente netta che di fatto l'11 era obbligato, e quando i cambi avvenivano erano semplici sostituzioni 1 a 1.

Oggi, per la prima volta, Simone Inzaghi si ritrova con una rosa che, seppur da completare, permette variazioni tattiche, e comprende calciatori capaci di interpretare lo stesso ruolo in modi differenti.

L'Inter può disporre in campo con il doppio costruttore di gioco (Calhanoglu e Mikhitarian), oppure con due mezzali brave ad andare nello spazio ed inserirsi senza palla come Barella e Frattesi. Può predisporsi con una mezzala di rifinitura (Samardzic) che può fare anche il trequartista dietro alle punte, con una coppia di centrocampisti più bloccata.
Può scegliere di costruire a sinistra con la coppia Di Marco - Bastoni, come fatto tutto lo scorso campionato, oppure sfruttare l'estro di Cuadrado a destra per liberare gli inserimenti di Gosens sul lato debole. Può usare esterni di spinta o esterni tattici.
Può disporsi con due punte centrali, oppure due trequartisti a supporto di una sola punta in un 3-4-2-1, oppure può tentare un 3-4-3 allargando Thuram sulla sinistra e alzando Cuadrado a fare l'ala pura, con Lautaro al centro.

Oggi Simone Inzaghi può contare su un buon ventaglio di opzioni, ma avere possibilità di scelta aumenta anche il rischio di sbagliare, e rende necessario prendere decisioni.
Se c'è un limite che spesso il tecnico piacentino ha mostrato è stato l'incapacità di fare quelle modifiche tattiche che spesso consentono di sbloccare un match complicato. La scorsa stagione l'Inter ha giocato sempre nello stesso modo, e ad un certo punto era diventato chiaro come bastasse stare chiusi e bassi per limitarla, come testimoniano le sconfitte con le piccole.

Simone Inzaghi dovrà fare uno step importante nella sua crescita professionale, dimostrare che è in grado di cambiare lo spartito ed i suonatori a seconda del palcoscenico, perchè la troppa abbondanza non si riveli un boomerang.