C'è un dato, più di tutti, che rende evidente la differenza di interpretazione che l'Inter ha messo in campo ieri rispetto alle altre partite: il possesso palla. Nelle prime partite, anche nella sconfitta contro il Chievo, i nerazzurri hanno sempre avuto larghe percentuali di possesso palla a favore. Non ieri sera, dove ci si è fermati al 47%, contro un 53% dell'Empoli. Il motivo è semplice, mancava Banega. Il giocatore argentino è un catalizzatore di gioco, chiede sempre la palla e la scambia con i compagni, detta il ritmo della manovra. Risulta quello che tocca più palloni e le linee di passaggio utilizzate con più frequenza sono sempre in sua direzione. In rosa non esiste un altro Banega, De Boer lo sa bene, quindi ha giustamente chiesto di mettere in campo principi leggermente differenti,in accordo con le diverse caratteristiche di chi l'ha sostituito. Se la base non è cambiata, pressing alto, baricentro nella metà campo avversaria, marcature preventive a tagliare le linee di passaggio (la vera novità all'Inter) è cambiato il modo in cui si è cercato di creare le occasioni. Con Kondogbia in campo al posto di Banega la squadra perde in creazione di gioco ma guadagna in corsa, fisicità e "direttezza" (termine bruttissimo ma che forse rende l'idea). L'Inter recuperava palla alta e in 3 passaggi o addirittura uno (il secondo gol) è arrivata al tiro. Questo rappresenta un bellissimo esempio di cosa vuol dire avere una idea chiara e recepita dai giocatori. La sistemazione in campo è rimasta la stessa (4 difensori, un pivot basso, due mezzeali mobili, due esterni e un attaccante) ma l'interpretazione è variata per poter sfruttare al meglio le caratteristiche di chi ieri era in campo. Grande ruolo ha avuto in questo anche Joao Mario, giocatore dalla intelligenza tattica strepitosa e capace di variare il suo gioco in base alle situazioni. Anche i terzini hanno mostrato finalmente di aver appreso alcuni dei concetti di De Boer, ma questo proverò ad approfondirlo in un articolo dedicato. I progressi continuano. Possiamo ragionevolmente affermare che nell'INter dello scorso anno, la mancanza di un giocatore chiave (quale Banega è di fatto) avrebbe portato sicuramente ad un ingolfamento della manovra, alla perdita di punti di riferimento e certezze acquisite. Ieri tutto questo non si è visto. Il merito va a De Boer, capace finalmente di "insegnare" qualcosa, ma anche ai giocatori perchè un credo tattico per essere funzionante deve essere insegnato dal mister ma contemporaneamente chi va in campo deve aver fiducia in esso e applicarsi per impararlo.