L'assegnazione dei numeri di maglia è sempre un momento emozionante. Per alcuni giocatori il proprio numero è diventato un marchio di fabbrica (vedi CR7), per altri un'associazione romantica - tipo il 4 di Zanetti, il 14 di Cruyff o il 10 di Maradona e Pelè -, per altri ancora un dato anagrafico, come i giovani degli anni 90 che amano indicare l'anno di nascita sulla maglia. Nessun numero ha tuttavia la forza evocativa del numero 10, sul quale sono stati scritti libri, poesie, spettacoli teatrali e chi più ne ha più ne metta. Rappresenta l'estro, la fantasia, l'imprevedibilità, tutte qualità che sono l'essenza e il bello del calcio. Essendo il numero del fuoriclasse, molto spesso è in automatico il numero del leader, di colui che rappresenta la squadra più di ogni altro, dell'uomo che quando parla in spogliatoio non vola una mosca. Certo, l'estensione dei numeri fino a 99 negli ultimi anni gli ha tolto un po' di smalto e fascino, ma se non si ha un giocatore con certe qualità meglio non assegnare quella cifra, soprattutto se si deve confrontare con mostri sacri del passato.

Tutto questo per sottolineare come l'assegnazione del nr 10 a Dybala ha destato molto scalpore. I social si sono scatenati, dividendosi come sempre in due correnti di pensiero. Chi dice che è giusto che il giocatore di maggior talento porti questo numero, e lo vede come un segno di responsabilizzazione ulteriore (e magari l'occasione per allontanare il famelico Barcellona), e chi invece dice: il mio solo numero 10 è Del Piero (i più vecchi e nostalgici Platini, i nonni si spingono fino a Sivori). La verità è che Dybala, pur manifestando qualità indubbie e avendo fatto un numero di goal comunque compatibile con il suo talento, non ha ancora convinto al 100%, in particolare non ha manifestato quelle doti di leadership che tale numero implica. Non a caso è stato uno dei principali imputati nella notte di Cardiff. Tuttavia dopo due stagioni alla Juventus e 30 goal all'attivo è il momento giusto. Le polemiche non lo aiutano. I tifosi devono sostenerlo, tenendo conto che pur giocando da una vita ha solo 24 anni.

E poi ci sono le suggestioni di marketing. La prima è che cambiando il numero di maglia di un idolo dei teenager, i furbacchioni del merchandising si sono garantiti un bell'extra. Saranno tantissimi a doversi adeguare per non rischiare di sentirsi dire: 'Ma come. hai ancora il 21?'. Inoltre non so quanto sia voluta la cosa, ma la maglia della Juventus 2017/2018 vista da dietro è incredibilmente uguale a quella dell'Udinese 1986/1987, squadra nelle cui fila con il numero 10 militava un certo Zico. Quando l'ho vista nelle varie foto pubblicate, il pensiero mi è corso a quella indimenticabile del Galinho, di quando il campionato italiano era il più bello del mondo e giocavano i più forti in senso assoluto. Ma questa non è una responsabilità da mettere sulle spalle della Joya. Almeno questa no...