Ammettiamolo tutti: l'addio di Sabatini in questa fase del campionato è un duro colpo da digerire, le cui conseguenze potrebbero essere letali per le speranze di un posto nella futura Champions League per la beneamata.
L'Inter continua a soffrire di una sorta di autolesionismo cronico, non appena le cose si sistemano un attimo, subito si genera una situazione negativa, il più delle volte auto indotta.
Il feeling tra l'ormai ex coordinatore e la proprietà non era dei migliori, lo si è capito a più riprese negli sconsolati viaggi a Nanchino, nelle figuracce fatte con certi addetti ai lavori dopo averci messo la faccia (vedi il caso Pastore); ciliegina sulla torta le dimissioni di Capello, emblema di naufragio tecnico relazionale e di un amore mai sbocciato. Eppure sulla carta le condizioni per creare una "storia consistente" c'erano tutte. 

E ora cosa succederà, si chiedono milioni di tifosi in tutto il mondo?

Partiamo prima da ciò che sarebbe auspicabile:
- una presa di posizione forte della proprietà per far capire che ci tiene davvero al progetto Inter;
- la nomina di una figura carismatica come direttore sportivo. L'ideale sarebbe Oriali, che ha le stigmate dell'interismo ed è in grado di scaldare i cuori dei tifosi, a differenza di Branca, a sua volta artefice di molti colpi di mercato, ma accusato di aver contribuito a smantellare l'Inter post triplete. 
Non è detto che queste due cose si realizzino visto il profilo basso che Suning sta mantenendo; in seconda battuta il timore è che si arrivi davvero alla cessione di Icardi (non è escluso che Sabatini fiutata questa idea se la sia battuta prima per non essere additato come responsabile). La plusvalenza sistemerebbe un po' di cose a bilancio, permetterebbe di comprare qualche figurina e valorizzare subito Lautaro Martinez.  

Spalletti non se ne starà tranquillo dopo aver perso l'unico punto di riferimento che aveva in società; gli anni romani dimostrano che lui non ama dover svolgere ruoli che non sono di sua competenza (a differenza di Mancini) e la prima brutta sconfitta lo farà sbottare pesantemente e a fine anno è molto probabile che faccia armi e bagagli.
I giocatori, come sempre molto sensibili all'aria che tira, rischieranno di avvilupparsi su se stessi come troppe volte hanno fatto in questi anni, anche per evidenti difetti di personalità.
Suning stessa dà l'idea di considerare gli investimenti nel calcio un grave errore; se trovasse un compratore se ne uscirebbe subito, anche  a costo di segnare un'ingente plusvalenza. Le recenti prese di posizione del partito comunista cinese hanno consolidato come mai prima il ruolo del leader massimo Xi Jingping. Per Zhang e company si sono aperte porte insperate che promettono valanghe di soldi, e l'Inter rischia di diventare un inutile orpello della galassia.

Ne emerge insomma un quadro a tinte molto fosche, e un eventuale fallimento quarto posto (magari a scapito del Milan) aggiungerebbe un ulteriore carico da novanta. Tuttavia è proprio in queste situazioni che si vedono le grandi squadre e i grandi allenatori.
Tutti ora devono avere la capacità di stare molto calmi e concentrati, ognuno per il proprio ruolo. Lo devono a se stessi, ma in prima battuta ai tifosi, che non mancano mai di far sentire il loro affetto alla squadra pur tra mille difficoltà. Tutti dovranno dare il massimo e a fine stagione si tireranno le somme.
Serve però una presa di posizione di Suning: ci deve dire se il giocattolo le interessa ancora.
A noi di sicuro.