Grazie ai buoni uffici del tanto criticato Carlo Tavecchio, presidente di una FIGC con mille problemi e commissario di una Lega Calcio sempre più in affanno, il movimento calcistico italiano ha spuntato ben 4 posti in Champions League.

E' un risultato notevole vista la penuria di risultati sportivi degli ultimi anni e in particolare il parametro del ranking Uefa per club, basato sui risultati dei club impegnati in Europa negli ultimi anni. Se non fosse stato per la Juventus, arrivata in finale due volte negli ultimi tre anni, la distanza che ci separa da Francia, Russia e Portogallo sarebbe stata drammaticamente ridotta. Nonostante la Juventus, il solco con i tre principali campionati, Spagna, Germania, Inghilterra si è andato ampliando anche negli ultimi tre anni.

Per questo il risultato di Tavecchio merita il massimo rispetto.
Avere individuato in Ceferin il candidato giusto, averlo sostenuto dall'inizio e portarsi a casa il debito elettorale del suddetto è una grande operazione; e non vorrei dimenticare l'essere riusciti a inserire una manager di peso ed esperienza come Evelina Christillin nel board FIFA di Infatino. L'Italia che torni a contare nella politica mondiale del calcio è un fatto a cui non assistevamo da decenni.

Paradossalmente questo risultato apre un potenziale problema alle 5 sorelle del campionato italiano (una volta parlavamo di 7, specchio dei tempi). Il fatto di rendere maggiormente raggiungibile l'accesso alla ricca torta Champions, dopo le ristrettezze del 2 + preliminare degli ultimi anni, ha scatenato l'appetito delle milanesi, le quali dopo anni di assenza contano di colmare il gap con Juventus, Napoli e Roma.

Gli scossoni dati dal calciomercato finora ci hanno mostrato una Juventus che ha perso la certezza Bonucci, una Roma all'anno zero della rifondazione tecnica e societaria, un Milan scatenato, pronto a giocare l'ALL-In sul mercato, un Inter apparentemente al palo ma con un tecnico che sa il fatto suo e un Napoli sornione e sicuro dei suoi mezzi. Cinque realtà che si giocano tanto dei loro progetti futuri, per non dire tutto, sui ricavi che possono derivare dall'accesso alla Champions. Eppure una, se non più, di queste squadra sarà costretta a fallire per ragioni di banale matematica. Quando i posti erano meno era più facile accontentarsi e rivedere i piani in corsa come amaramente hanno fatto Inter, Milan e Roma in diverse occasioni.

E in questo ragionamento non abbiamo ancora parlato delle outsiders. Non dobbiamo dimenticare che Lazio e Atalanta sono reduci da un campionato spettacolare, con guide tecniche di assoluto valore confermate anche per il 2017/2018. Squadre in grado da fare da quarto incomodo sulla road to 4th place.

Nonostante i budget messi sul tavolo, le aspettative, gli acquisti e le illusioni dei tifosi, una delle big del nostro calcio si farà molto male quest'anno.
E le conseguenze potrebbero essere amare. Pensiamo ad esempio se il Milan non dovesse farcela? Cosa succederebbe al suo parco giocatori ? E i debiti con Elliot e i nuovi capitali che doveva attirare Mr. Li?
Vogliamo parlare della Roma e del suo equilibrio precario, fatto di cessioni e ricavi Champions? Avete mai visto Pallotta tirare fuori un dollaro?
L'inter e un ennesimo fallimento? Cosa farebbe Suning e la sua proverbiale pazienza? ù
Non voglio parlare di Juve e Napoli che sembrano più strutturate, ma una piccola crisi che si trasforma in un periodo senza punti ?
Le sorprese sono dietro l'angolo.