Nessuno all'Inter sembra aver capito quale sia il fantomatico “giusto mix” di giovani ed esperienza col quale Thohir vorrebbe assicurarci che l'ennesima transizione ci porti finalmente ad una stagione decorosa. Le voci di calciomercato vorrebbero Vidic, Sagna ed Evra in orbita Inter: tre ultratrentenni del cui valore non si discute, ma che certamente non rientrano né nella categoria dei giovani futuribili campioni né tantomeno nei limiti del salary cap necessario ad aggiustare un bilancio disastroso. Intanto abbiamo perso ottimi prospetti (cito solo gli ultimi, Donati e Coutinho), quelli in prestito non si stanno dimostrando all'altezza (Livaja e Longo, Belfodil, solo a tratti gli altri livornesi) e quelli in rosa non trovano spazio, vuoi per infortuni, vuoi per l'amore di Mazzarri per la vecchia guardia. De Laurentis dice che Walter ha un po' paura. Mazzarri, dal canto suo, ricorda come la Juventus per vincere non si possa permettere di lanciare bambini prodigio. Sarà. Ma la Juve intanto vince, e poi Walter si dimentica di Pogba, e di tutti gli altri ragazzi su cui la Juve ha messo le mani, Berardi in primis. Il Milan ha De Sciglio, il Faraone, Cristante e Balotelli che ha solo 23 anni. La stessa Roma con Ljajic, Florenzi, Pjanic e Strootman e il Napoli che fa giocare Jorginho e Insigne hanno certezze più verdi delle nostre. In pochi anni abbiamo dissipato il valore di una delle primavere più forti del mondo, e ora i ragazzi più forti non sono i nostri. Ma allora, siamo sicuri di come stiamo programmando il futuro? Società e direzione tecnica seguono la stessa strada? E non sarebbe più giusto, giunti alla metà di una stagione senza obiettivi, valorizzare i più giovani anziché affidare un'inutile rincorsa a chi l'anno prossimo non ci sarà più? Questi ed altri interrogativi per me hanno una sola risposta: Prandelli.