Come tanti appassionati ieri sera ho guardato Roma - Bayern. Conoscendo la tifoseria della Roma e ciò che può dare in partite di un certo tipo non volevo perdermi lo spettacolo sia prima del calcio d'inizio sia al momento dell'ingresso delle squadre in campo. Perchè qualunque cosa si dica sul nostro calcio o sul calcio in genere l'atmosfera creata da 70.000 persone che cantano all'unisono merita di essere vissuta, anche da casa. Tutto ciò, purtroppo, è durato 8 minuti, il tempo impiegato da Cole per capire che il martedì sera, se hai di fronte Robben, è meglio restare a casa con la famiglia, guardarsi un cartone animato con i figli e portare fuori il cane per la passeggiata notturna. Il primo ingenuo pensiero dopo il gol dell'olandese è stato quello di credere che un gol del Bayern ci potesse stare, che fosse da mettere in conto fin dall'inizio, che la Roma avrebbe avuto la forza di recuperare. Invece la Guardiola & Company ha semplicemente cominciato a giocare un calcio che puoi permetterti di fare solo quando sfidi alla playstation l'amico scarso, quello che a malapena sa come tenere in mano il joypad e pensa che Pes e Fifa siano la stessa cosa. Certo, la Roma ci ha messo del suo, colpita da una nuova forma di sindrome, endemica tra gli avversari dei tedeschi, ormai conosciuta come la "brasiliana" ed i cui sintomi sono: gambe molli, cervello disconesso, diagonali da oratorio, movimenti difensivi da calcetto domenicale post sbornia. Fortunatamente i giallorossi, che una dignità ce l'hanno, hanno evitato il più fastidioso, l'occhio lucido, altrimenti la partita di ieri avremmo potuto ritenerla una cover ben riuscita della semifinale Mondiale. E qui sta il grosso guaio per la Roma, non solo il Bayern è la nazionale tedesca rinforzata da Lewandowski, Xabi Alonso e Robben ma la Germania la si incontra ogni quattro anni mentre i bavaresi tra 15 giorni, a casa loro. Tutta questa differenza tra Roma e Bayern ovviamente non può esserci. In realtà nessuno di noi vuole crederci, è troppo deprimente appurare che questo sia il solco (più che altro sembra il Grand Canyon) tra la prima della classe teutonica e la nostra seconda (che giusto una settimana fa metteva sotto, nel gioco, la prima). Autoconvinciamoci che sia stato solo il più classico dei black-out, che il calcio italiano ha ancora molto da offrire anche se tra scandali, scommesse, Lotito, tavecchierie varie, bidoni stranieri ed indonesiani squattrinati l'offerta è.........agghiaggiande. Ah si, l'ultima cosa, un consiglio a Garcia per il ritorno, stai in Guardiola.