Da quando seguo i Mondiali (coscientemente dal ’94) non ricordo una volta in cui l’Italia sia arrivata all’ultima partita già qualificata. Credo sia l’unica considerazione positiva che si possa fare dopo lo strazio visto ieri. Sono convinto che i giocatori si siano impegnati fino in fondo e ciò è anche quello che più mi preoccupa perché significa che il problema non sono le motivazioni, non è la concentrazione, ma la tenuta atletica. Solo che allora qualcuno ci dovrebbe spiegare a che cosa sia servita la casetta fatta costruire a Coverciano per ricreare le condizioni climatiche che gli azzurri avrebbero trovato in Brasile o a cosa sia servito fare una preparazione specifica (rimarcata da Prandelli subito dopo la vittoria con l’Inghilterra) se al minuto ‘60 con la Costarica tutta la squadra non riusciva a camminare. Mi chiedo anche come si fa a giocare con un’unica punta quando il tuo avversario si schiera a 5 dietro. Non ci vuole un Nobel della matematica per capire che questa punta resterà più isolata di Soldini quando attraversa l’oceano. Se poi questa tua famosa punta, davanti al portiere, nelle due uniche e vere occasione che crei prima ciabatta il più facile dei palloni spedendolo a 75 km dallo specchio della porta e poi ne sparacchia un altro tra le braccia dello stesso forse dovresti capire che serve inserire un altro attaccante. A questo punto dovresti girarti verso la panchina e chiamare l’unico attaccante di ruolo che hai, piazzarlo in mezzo all’area e, vista la piega che sta prendendo il match, ordinare di scaraventare dentro l’area il più alto numero di palloni possibile nella speranza che la sacra divinità conosciuta in tutto il mondo, il Culo, sia così magnanima da concederti il più brutto dei gol. Invece, decidi di infoltire la linea offensiva con brevilinei (Cassano, Insigne, Cerci) nessuno dei quali non solo non è mai entrato in area ma nemmeno è riuscito a saltare il proprio avversario ovverosia gente che gioca nel campionato costaricense (con tutto il rispetto). A fine match sia Prandelli che Cassano hanno affermato che se “recuperiamo le energie” con l’Uruguay si passa. Una scoperta sensazionale direi, non avrei mai immaginato che dopo aver giocato alle 13 in Brasile si dovessero recuperare le energie ed a questo punto mi vien da pensare non lo abbia fatto nemmeno il preparatore della nazionale. La verità è che questa sconfitta è più che meritata per enne alla potenza ragioni che ognuno di noi ha purtroppo potuto constatare nel corso della partita. Io scelgo la mancanza di benzina. Ma non è una giustificazione bensì motivo di critica. Ripeto, sai dove vai a giocare, conosci le condizioni climatiche (l'anno scorso abbiamo giocato la Confederations Cup) e questi sono i risultati? Ora, visto che siamo con le spalle al muro, la nostra ideale situazione, ho fiducia che la squadra vista ieri non possa più manifestarsi di nuovo. Ho fiducia che con l’Uruguay di due “scarsi” come Cavani e Suarez possiamo fare una partita da Italia, ovvero attenti e compatti in difesa, aggressivi in mezzo e veloci a ripartire davanti. Spero di non vedere più questa ragnatela di passaggi inutili anche perché se Prandelli non se n’è accorto gli inventori del famoso tiki taka sono usciti a sganassoni qualche giorno fa.