Mi sono andato a rileggere quello che avevo scritto dopo la prima partita. Volevo avere la prova di quanto io capisca il nulla di questo sport. Oppure ero sotto l'effetto di droghe pesanti, chissà. Fatto sta che oggi non è un giorno eccezionale ma il risultato naturale di un catena di errori. E' la dimostrazione che il nostro modo di interpretare le partite, il nostro modo di stare in campo, la nostra mentalità è fuori dal tempo. Non è solo il fallimento di Prandelli (una brava persona, ricorda Bersani) o il fallimento del giocatore più sopravvalutato degli ultimi 15 anni ma dell'intero movimento italiano. Un movimento che da anni fa figure barbine in giro per tutti i campi d'Europa, dal Portogallo alla Bielorussia, espressione del classico nepotismo e clientelismo che pervade tutti i settori della nostra società e che è elevato all'ennesima potenza nell'ambiente calcistico. Le dimissioni di Abete (uno che è riuscito a farsi battere da Ucraina e Polonia per l'organizzazione di Euro 2012), in questo senso, sono la più bella notizia che questa giornata ci potesse riservare. . La partita, pertanto, fatte queste premesse ed a bocce ferme non poteva che avere questo epilogo. Lasciamo perdere, per favore, l'alibi dell'espulsione inesistente o del morso di Suarez (evidentemente non lo nutrono a dovere), lasciamo perdere l'alibi del caldo, delle zanzare, delle mosche e dei culi delle brasiliane. Abbiamo semplicemente assistito ad un qualcosa di imbarazzante, una partita che ha certificato l'assoluta improvvisazione del progetto tecnico voluto da Prandelli, ridottosi a dover schierare la squadra come fosse la Juventus così da dare certezze al reparto arretrato. E se ti ritrovi in queste condizioni all'ultima partita del girone significa che non hai più in mano il controllo della situazione. Fosse stato poi solo un problema tattico. Bisogna guardare a monte, alla scelte effettuate. Se hai scommesso tutto su Balotelli, che oggi ha dimostrato a tutto il mondo di non avere un futuro da grande giocatore, sei un incosciente. Se hai deciso di lasciare a casa l'unica torre di due metri e da 20 gol, anche se vecchia, che il nostro panorama offre per ridurti a tentare l'assalto finale con Chiellini centravanti, sei un pervertito, ti piace farti del male. La brutta notizia è che le dimissioni spostano poco. Perchè o qui la federazione cambia le regole imponendo, lo ripeto imponendo, alle squadre italiane di far giocare giocatori italiani giovani dei vivai, fissando premi sostanziosi per chi li impiega oppure nulla cambierà. Anzi, continueremo a spingerci sempre più nel baratro di un campionato che conta quanto quello portoghese, zero.