Dopo il gol di Leao su assist di Theo Hernandez, la partita di Coppa Italia tra Milan e Atalanta sembrava in discesa per i rossoneri. Due giocatori, i sopracitati, che sembravano viaggiare sul binario 9 3/4 della saga di Harry Potter. Hanno fatto un qualcosa di magico ieri sera. Ma la magia, purtroppo, si è fermata al gol.

Tralasciando le polemiche arbitrali, quello che più preoccupa è l'atteggiamento del Milan. Dopo il rigore subito, si è vista tanta confusione e una reazione frutto del caos quando mancavano ancora trenta minuti. Tantissimo.
Il Milan sembrava, a volte, schierarsi con un 4-2-3-1 interessante per alcuni aspetti. In particolare perchè Loftus-Cheek agiva da mediano ma soprattutto abbiamo visto Pulisic da trequartista. Se su Loftus abbiamo visto in realtà troppa confusione perchè lasciava spesso la sua posizione per andare in avanti, diverso è stato per Pulisic che ha fatto una partita buonissima sulla trequarti. Sarebbe interessante rivederlo di nuovo in quella posizione. L'americano ha visione di gioco, dribbling, salta l'uomo con facilità e sa lanciare i compagni di squadra. Sarebbe un'ottima soluzione.

Dispiace molto per Luka Jovic, che continuo a preferire a Olivier Giroud, con la speranza che possa aumentare il minutaggio del giocatore serbo che ieri ha fatto sicuramente una brutta partita.

Ma il Milan non può perdere terreno in campionato. Domenica c'è un scontro diretto per la Champions League contro la Roma e rientrerà una pedina che abbiamo visto troppo poco in campo. Parliamo di Noah Okafor. Doveva essere un jolly, un po' esterno e un po' attaccante. Un giocatore di cui mi ero innamorato quando realizzò un gol bellissimo proprio contro il Milan nella Champions League 2022/23 quando giocava nel Salisburgo. Un giocatore che nella nazionale Svizzera gioca da prima punta ma che nel Milan viene visto poco in quel ruolo.
Un vero peccato. Darebbe vivacità e profondità ad un attacco molto statico. Ricordo ancora quelle poche partite giocate dal Milan nell'anno dello scudetto con Rebic prima punta. Okafor potrebbe essere un po' quel centravanti che non dà nessun punto di riferimento, ma che sa duettare, e anche piuttosto bene, con i compagni di reparto.