Edgar Allan Poe recitava così "Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista" e sul campo di Reggio Emilia, davanti a tutti noi, era nascosto un arcano: la mappa verso un futuro bianconero giovane e radioso. Mi rivolgo quindi a Paratici perché lo scorga in queste poche righe, perché esso sembra collegarsi in modo davvero naturale, quasi fosse "L'Origine della Specie" di Charles Darwin, al prossimo calciomercato. 

La squadra che ha combattuto a viso aperto contro la Dea si è schierata con un 451 innovativo, che in molti ironicamente hanno definito fluido ma che stavolta merita la definizione di intelligente. Ciò che è incredibile è che esso abbia rappresentato un vero e proprio "esoscheletro" di formazione tipo e di mentalità per il 2021/22 e oltre. Questo 451 in fase di possesso, soprattutto nel secondo tempo, si trasformava in un 2431/3331 con, in avanti, Chiesa a sinistra, Cuadrado a destra e Kulusevsky dietro CR7 ma senza fissa dimora!
Pirlo in finale di Coppa Italia ha però ottenuto una delle migliori prestazioni da 7 anni a questa parte, dal punto di vista del ritmo! Una prestazione in linea con la mentalità guerriera juventina, quella per cui che tu sia il Real o la Sambenedettese avrai di fronte delle tigri che giocano alla morte. Così è stato fino a Calciopoli, questo è stato nel triennio di Conte, questo non sarebbe, per altri 10 anni, se tornasse Max Allegri. Il mercato andrà quindi portato avanti dentro questo solco, in questo progetto, anche a prescindere dal timoniere! 
Ma analizziamolo questo esoscheletro assolutamente da valorizzare e "coltivare":

Difesa: Danilo in finale di Coppa Italia era posizionato a sinistra, Cuadrado a destra e De Ligt più Chiellini operavano come centrali. Demiral e De Ligt sono cresciuti giocando al meglio sull'anticipo dentro una ultima linea difensiva abbastanza alta (al contrario di Chiellini). Il turco è da tenere anche perché, e non è poco, ama la maglia.

Centrocampo: in mezzo la Juve a Reggio si è disposta a 5 con Chiesa a sinistra vera ala, Mc Kennie a destra falsa ala, Bentancur vertice basso, Rabiot e Kulusevsky mezzali. In fase di possesso, se lo svedese sceglieva di svolazzare sulla fascia, Mc Kennie occupava una posizione più interna, se invece Kulu cercava di penetrare al centro, l'americano si allargava oppure saliva Cuadrado. Nella fase di non possesso non era importantissimo che Kulusevsky, nei contrasti, risultasse incisivo come una vera mezzala, perché poteva delinearsi senza problemi una solida linea a 4 Chiesa, Rabiot, Bentancur, Mc Kennie. A centrocampo, almeno per il mio sentire, i ritocchi sul mercato paiono emergere quasi naturali in una sorta di evoluzione: in nome dell'intensità il vertice basso della prossima Juve, al posto di Bentancur, potrebbe essere rappresentato proprio da quel combattente abile nelle due fasi che risponde al nome di De Roon; pochi metri davanti a lui come mezzala sinistra, al posto del buon Rabiot, potrebbe agire De Paul più offensivo e leader (o Pogba scambiato con Dybala per ragioni di plusvalenza, potrebbe accadere...) .

Attacco: Vlahovic e Milik. In particolare il primo e non perché ne parlino i giornali o per un exploit di un anno, ma perché ravvedo in lui lo sguardo da campione, da Juve, ha grossissimi margini di miglioramento ed inoltre contribuisce non poco alle due fasi, alla difesa della palla in avanti e alla fase difensiva.

Portiere: credo arriverà Donnarumma.

Una Juve aggressive oriented quindi e straordinariamente giovane senza troppe prime donne.
Alcune considerazioni finali: io credo di non essere molto lontano dalla verità se affermo che Pirlo abbia ottime idee, ma che dal punto di vista del carisma non riesca a trascinare la squadra. In particolar modo i cosiddetti "senatori", per allungarsi la carriera, impongono la mentalità allegriana soporifera ed ammorbante del non correre, quel calcio che in Europa evitano come la peste, quello dei difensori che fanno "filetto" con i passaggi e poi lanciano lungo. La Juve, almeno dagli anni '90 fino a Calciopoli (e poi con Conte), cercava continuamente la verticalizzazione con dribbling e triangoli, oppure con passaggi filtranti. Chi passava il pallone era frenetico, ritmico e chi lo riceveva non lo aspettava sui piedi ma negli spazi. Il pressing era alto di norma sulla "lunetta" del centrocampo, non costantemente altissimo (quello a seconda del momento), ciò che contava era che fosse eseguito di squadra e con mentalità (la cosiddetta umiltà di sacchiana memoria che non si limitava al Milan)! E nessuno faceva caso che non si costruisse molto dal basso: Buffon o Peruzzi la calciavano in mediana ed entro mezzo secondo la pelota era nostra. Ciò che in Italia non è compreso è che più si corre e più la condizione dura nelle gambe, nella testa e nella fiducia! Le inglesi corrono fino a luglio, anche le piccole, proprio per questo. Gli stessi preparatori atletici e gli arbitri rispettivamente si adeguano: non spezzettando gli allenamenti i primi e non frantumano il gioco i secondi fischiando come fallo contrasti tra i peli delle gambe!
Capito Paratici?