Esistono concetti che talvolta vengono buttati nel dimenticatoio in favore del risultato utilitaristico. Si dice che lo stile sia solo una formalità e debba lasciare il posto alla praticità. Non sarò mai d'accordo. Lo stile è la storia, il marchio identificativo, l'immagine che si offre agli altri. "Non è tanto chi sei, quanto quello che fai, che ti qualifica". Tanti dicono che il dirigente vintage Adriano Galliani abbia fatto un capolavoro a strappare Rami al Valencia alle sue condizioni. Lo ha pagato 3,5 milioni di euro in meno giocandosi ogni carta a sua disposizione. Il giocatore si è perfino privato di 500.000 euro, di tasca propria, pur di vestire la casacca rossonera. Avrà ottenuto un risultato vantaggioso, ma in quanto a stile e reputazione questa è stata un'operazione inqualificabile, che ha fatto a pezzi lo stile e il prestigio. "Ma ha risparmiato soldi, conta solo questo" L'essenza dello stile è che non ha prezzo e non è in vendita a nessuna cifra. Amichevoli estive. La cosa che mi perplime è che ormai da tempo incalcolabile (più o meno da quando i tornei estivi non erano esclusiva Sky) che sento il commentatore di turno affermare il seguente: "Le gambe sono ancora legnose, la squadra è indietro con la preparazione mentre gli avversari stanno già carburando, troppo il divario". Mi chiedo se anche a livello di preparazione fisica non siamo rimasti dieci anni indietro rispetto al resto del mondo. Possiamo giustificare uno 0-3 o un 1-5 con faccende di calcio estivo, preparatorio, scarso impegno, preparazione approssimativa, soldi del tour che entrano ugualmente. Tutte cose di sostanza e di buon senso, non fosse che queste prestazioni per chi è appassionato fanno lo stesso effetto che spremersi il succo di un limone intero negli occhi. Questo non si cancella, a differenza delle amichevoli di luglio. Tuttavia, ricorre il discorso dello stile: come è possibile accettare simili prestazioni, che ti rendono ridicolo agli occhi del mondo e dei nuovi mercati, e ti umiliano? Ve lo immaginate l'americano medio che immagine si farà di questa squadra, tanto per dirne una? "Wow, gioca l'AC Milan! Questa vediamola, ci sono sempre tantissime reti nelle sue partite, ne prende a grappoli!". Questa sarebbe la valorizzazione del brand? L'esplorazione dei nuovi mercati? Una società che va in giro per il mondo a farsi conoscere? Fossi l'organizzatore, una squadra del genere la vorrei solo perché garantisce tante marcature, ma eviterei di continuare a chiamarla se registrasse questo aspetto. I bocconi amari (chiamiamoli così per eleganza) che questa dirigenza fa ingoiare al suo pubblico hanno raggiunto, oltrepassato e doppiato il livello tollerabile. Eppure non c'è da preoccuparsi! Al ritorno dal tour americano la dirigenza pianificherà il Vertice #5 a Villa San Martino, nel quale verranno accuratamente analizzati tutti i motivi di queste prestazioni deludenti, con il supporto dei migliori uomini di calcio della società. Dopo 40 minuti di radiografia analitica alla squadra, dei quali 30 passati a commentare il davanzale delle figliole inquadrate sugli spalti, giungeranno alla tanto sospirata conclusione. "La squadra è forte in ogni reparto, competitiva, completa e lo sarà ancora di più a preparazione ultimata. Crediamo che non sia un problema di mercato. Il vero problema è stato individuato: il presidente Berlusconi è molto impegnato. Non è in grado di dare le giuste indicazioni tattiche all'allenatore e costui è abbandonato a se stesso. La società Milan promette che il presidente aiuterà di più il tecnico a capirci di calcio e con i suoi consigli torneremo a dominare ovunque". Una squadra di calcio necessita di una quantità elevata di soldi per essere gestita come si deve. Può piacere o non piacere, ma va accettato. Se questa pare un'amara verità, segue anche uno zuccherino per dare sollievo alle martoriate papille: Possedere una squadra di calcio non è una prescrizione medica mandatoria. È una libera scelta.