Inghilterra - Italia è stata una grande partita. Un piacere da guardare e da vivere. Pochi fronzoli, tanto bisogno di non farsi cogliere da un colpo di calore e un agonismo apprezzabile. Io agli inizi mi aspettavo una battaglia più dura, ma evidentemente il clima asfissiante ha tolto ai giocatori in campo anche la voglia di picchiarsi. Notevole però l'intervento di Cahill su Balotelli, che in un solo tackle è riuscito a piazzare due calcetti e una chiusura a forbice. Giù il cappello.
L'Italia ha giocato una partita da manuale: quando i valori sono così livellati e le squadre si equivalgono, bisogna essere bravi a sfruttare quel poco che si crea. Meglio di così non si poteva fare: la rete iniziale del vantaggio è stata stupenda, quella decisiva da salto sulla poltrona per il valore. A questo aggiungiamoci un pallonetto strepitoso da posizione impossibile salvato sulla linea, una punizione pazzesca finita sulla traversa e un'occasione di Immobile fermato in fuorigioco dubbio. Direi che il merito non è in discussione.
A farmi storcere il naso sono stati i primi venti minuti, nei quali avevo le mani nei capelli: vedo i centrocampisti dell'Italia che giocano tutti vicini e si passano il pallone tra di loro senza un motivo apparente. "Tiki Taka?!", penso scandalizzato e atterrito nella mia testa. Noi come lo chiamiamo, tocchino tocchetto? Sta di fatto che mi sono trovato in imbarazzo a vedere quel modo di giocare. Sappiamo che in Spagna il senso di quel gioco si può trovare in due concetti. Primo, far correre a vuoto gli avversari dietro un pallone che non recupereranno mai. Secondo, mentre i giocatori si passano il pallone fra di loro, quelli senza palla si muovono come dannati negli spazi senza star fermi un secondo, in modo da creare occasioni di attacco.
Il tocchino tocchetto dell'Italia è stato imbarazzante perché non serviva né al primo scopo né al secondo. Semplicemente erano tutti piantati come pali a terra e ogni spazio era chiuso. Non sapevano proprio che fare, non c'era un movimento che fosse uno davanti.
Per fortuna siamo stati salvati dal pubblico, mai come in questo caso nostro dodicesimo uomo in campo: è stata proprio la ribellione sugli spalti, con la gente inviperita per il pietoso spettacolo, a dare una svolta alla gara.
"Siamo venuti per vedere una partita di calcio. Il pallone passatevelo tra di voi quando fate la rifinitura sul campo di allenamento".
Acclarato che in Brasile odiano il tiki taka, rendiamo lode alla patria del calcio, mai così lungimirante. Per fortuna poi le cose sono un tantino migliorate e la partita è decollata, finendo addirittura sui binari giusti.
Il possesso di palla va bene negli ultimi minuti o in una fase particolarmente calda della partita, ma costruirci sopra un intero sistema di gioco è da evitare assolutamente. La Spagna può farlo con successo perché è la Spagna e lo fa nel giusto modo. Proprio parlando di Spagna, a me brillano ancora gli occhi nel ricordare la partita contro l'Olanda: spagnoli che passano e si ripassano il pallone, olandesi che lo recuperano e in tre passaggi vanno in porta.
Questo è anche il nostro calcio. Per essere più precisi, questo è Il Calcio. Bilanciamo un po' meglio il nostro gioco e le soddisfazioni arriveranno.
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