Se dovessimo fare una rubrica sui personaggi che fanno male al movimento calcistico sicuramente metteremmo in copertina Diego Armando Maradona. Sì, avete letto bene, stiamo parlando di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non addirittura il più forte. 

El Pibe de oro, che tanto ha fatto bene agli amanti del calcio, deliziandoli con le sue giocate sui rettangoli verdi, ora ha perso completamente la testa e non perde occasione per mettere in mostra la sua "cafonaggine".
L'ultimo episodio ieri, quando sul goal di Rojo ha sfoderato un elegantissimo doppio dito medio in tribuna indirizzato a chissà quale tifoso. Da anni Maradona sputa sentenze sull'operato di professionisti, senza averne alcun titolo, perché esser stato un fenomeno palla al piede non ti mette nella posizione di poter giudicare il lavoro degli altri, soprattutto se nel post-carriera hai fallito in qualsiasi attività. 

Pensiamo all'attività di allenatore: Maradona ha criticato negli ultimi anni l'operato di molti allenatori, non ultimo quello di Sarri a Napoli o quello di Sampaoli con l'Argentina, ma aldilà delle valutazioni dell'operato di questi allenatori, con quale coraggio Maradona giudica questi professionisti? La carriera da allenatore di Maradona è stato un fiasco totale, l'Argentina guidata da lui ha subito la sconfitta più pesante della sua storia (6-1 contro la Bolivia) ed è uscita ai Mondiali del 2010 con un netto 4-0 rifilatogli dalla Germania.  

Allora che Maradona faccia un passo indietro, si faccia un bagno di umiltà e che faccia lavorare professionisti con serenità, prenda spunto da campioni anche fuori dal campo come Del Piero, Maldini, Totti o Zanetti, grandi uomini che si sono meritati il rispetto delle persone anche al di fuori del calcio, perché in questo momento le sue opinioni valgono zero.
Atteggiamenti come quelli di ieri vanno banditi, soprattutto per il bene dei più piccoli che seguono questo sport, così come andrebbero banditi i giornalisti che lo esaltano scrivendo "Maradona show" dopo lo SCHIFO visto ieri, ma questo è un altro discorso.