Sarri, Ancelotti, Conte, Gasperini, Fonseca sono probabilmente i tecnici più forti di questa stagione di Serie A e, alcuni di questi, probabilmente, anche del mondo. Infatti, a parte Gasperini e Fonseca, gli altri sopracitati hanno vinto Champions (Ancelotti), Europa League (Sarri), o campionati come la Premier League (Conte).

Tra questi allenatori, però, ne manca uno, che dopo una decina d’anni di successo ha deciso di prendersi un anno sabatico: Massimiliano Allegri, allenatore che, pur inferiore sul punto di vista del gioco rispetto ai tecnici precedentemente nominati, vanta una percentuale di vittorie superiore a tutti in Italia negli ultimi 5 anni (70,8%) e inferiore a pochissimi in Europa: Guardiola ne è l’esempio, avendo registrato il 72%.

La diretta e naturale conseguenza dell’alta percentuale di vittorie è la conquista di tantissimi trofei: per la precisione, nel palmares di Allegri troviamo 6 campionati italiani, 3 Supercoppe italiane e 4 Coppe Italia. Dopo una discreta carriera da calciatore, Allegri inizia ad allenare, nella stagione 2003-2004, in C2; tuttavia, è nel 2007 che avviene la prima svolta della sua carriera da mister, infatti, porta per la prima volta nella sua storia il Sassuolo in Serie B, e questo successo gli vale la chiamata da parte del Cagliari, squadra nella quale rimane per due stagioni: nella prima ottiene una salvezza tranquilla ed un settimo posto, mentre, nella stagione successiva, viene esonerato dall’esuberante presidente Cellino, nonostante avesse portato il Cagliari molto vicino alla salvezza. Grazie a questo biennio, ottiene la prima panchina d’oro e la chiamata del Milan, con il quale resterà per tre stagioni e mezzo, vincendo uno scudetto ed una Supercoppa e ottenendo un terzo ed un secondo posto nelle altre stagioni, oltre all’arrivo in Champions ai quarti di finale. Ma, a metà del quarto anno verrà poi esonerato, causa il non piazzamento europeo della società di Via Turati. Dopo l’esperienza rossonera, ci sarà la seconda svolta della sua carriera; infatti, passerà alla panchina della vecchia Signora, con non pochi malumori, ma, è nella società juventina che si imporrà come uno dei migliori tecnici del mondo.

Nei 5 anni bianconeri otterrà 11 trofei: 5 scudetti consecutivi, vincerà altre 2 panchine d’oro, ma non riuscirà a portare a casa il trofeo della tanto bramata Champions League, sfuggita per due volte in finale contro Barcellona e Real Madrid, rispettivamente nel 2014-2015 e nel 2016-2017. La sua avventura bianconera si concluderà alla fine della stagione 2018-2019, per divergenze con la società sui piani futuri.

Allegri, nei 5 anni alla Juve, però, è stato criticato molto per il suo gioco, non proprio spumeggiante; infatti, passando alla filosofia di gioco del mister, egli predilige il risultato al bel gioco, e il suo modulo preferito è il 4-3-3, o al massimo il 4-3-1-2, ma Allegri è un maestro nel leggere le partite e operare cambi in corsa che poi risulteranno decisivi, e si basa sulle sue intuizioni e sensazioni, come quella del 2016-17 con il passaggio al 4-2-3-1 con Mandzukic arretrato a fare l’ala così da poter permettere al croato di giocare con Dybala, Cuadrado e Higuain nel cosiddetto modulo a cinque stelle.

Il suo gioco è quindi molto pratico e ben strutturato con una fase difensiva molto solida, soprattutto alla Juve; Allegri inoltre è un grande gestore della rosa, qualsiasi siano i giocatori, cercando di limitare le polemiche e in grado di gestire i malumori e il pessimismo post-sconfitte cercando di non scontentare nessun giocatore e mettere il campionissimo della rosa in grado di rendere al meglio.

Prevalentemente il suo gioco è difensivista, soprattutto nei big match, infatti la Juve (ma anche il Milan) diverse volte ha subito il gioco avversario, ciononostante ha ottenuto buoni risultati come a Londra contro il Tottenham negli ottavi di Champions del 2017-18 quando la squadra bianconera subì il gioco degli Spurs per tutta la partita, ma nelle due uniche occasioni concessegli segnò e vinse la partita passando al turno successivo. Famose sono anche le sue “Allegrate”, stravolgimenti di formazione che a prima vista lasciano di stucco, come per esempio lo spostamento di Emre Can a terzo di difesa nella clamorosa rimonta della Juve contro l’Atletico Madrid nella scorsa edizione della Champions o il prima citato modulo a “cinque stelle”, l’intuizione di far giocare Mandzukic centravanti per far rendere al meglio CR7 oppure Cuadrado, Barzagli e Sturaro arretrati o spostati terzini e queste trasformazioni sono il suo marchio di fabbrica come lui stesso conferma, infatti dice :”Io sto bene in mezzo al casino o quando mi devo inventare qualcosa”.

Il tecnico livornese nella sua difesa a 4 utilizza solitamente un difensore che sa impostare l’azione da dietro (T.Silva, Bonucci) e un altro più forte fisicamente (Nesta, Chiellini)e sulle fasce predilige un terzino di spinta(Lichtsteiner, A.Sandro) e uno di posizione (Evra, De Sciglio). I 3 centrocampisti devono avere caratteristiche ben precise (come scrive nella sua tesi per il conseguimento del patentino da allenatore) :ci deve essere un vertice basso dotato di grande carisma e che deve dettare i tempi di gioco (Pjanic, Pirlo, D.Conti), i 2 interni invece devono garantire molti inserimenti e essere dotati di una buona corsa , ma uno dei due deve essere più abile nel dribbling(Pogba, Boateng) , mentre l’altro deve essere più bravo tatticamente e più bravo in fase di interdizione (Vidal, Khedira, Seedorf, Matuidi).Il tridente deve essere composto da una prima punta forte fisicamente che sa dialogare con i compagni(C.Ronaldo, Ibra, Higuain, Tevez),da un esterno “dribblatore” che crea superiorità numerica(D.Costa, Cuadrado, Robinho) e da un altro esterno più finalizzatore (Pato,Dybala).

Nelle ultime ore si sentono rumors di mercato di un possibile avvicendamento di Allegri al Manchester United o al Real Madrid e queste indiscrezioni sono le vere prove della sua fama mondiale e della sua bravura che però molte volte nel Belpaese non gli viene riconosciuta (ingiustamente!).