Sembrerebbe apparentemente facile commentare una partita senza storia come quella tra Lazio e Bayern Monaco, dicendo semplicemente: sapevamo sarebbe finita così. Eppure, nonostante il divario tra le due squadre fosse già largamente palese e chiaro a tutti, ci sono diversi aspetti da considerare.

INZAGHI: dire che abbia sbagliato a preparare la partita sarebbe come dire a Davide di scommettere su se stesso prima dell’incontro con Golia. Preparare una partita del genere sarebbe un’impresa titanica per chiunque, soprattutto considerando il divario tecnico tra le due squadre e soprattutto, tra le due società. Tuttavia, un appunto sento di farlo. Probabilmente anche lo stesso Inzaghi ha sofferto del "’mal di Champions" che tradotto in termini calcistici potremmo dire sia semplicemente un mix tra inesperienza e paura di fare una figuraccia. La Lazio ha abituato gli spettatori ad un calcio veloce, fluido, fatto di meccanismi ben oleati e, da quando c'è Reina in porta, anche di avere un uomo in più in campo. La Lazio non è solita buttare il pallone, ha un diktat ben preciso imposto dall'allenatore e cioè uscire sempre dall'area palla al piede. Non che trovi giusto snaturare questo tipo di gioco ma, se in Italia funziona quasi sempre alla perfezione, nel momento in cui hai di fronte probabilmente la squadra più forte del mondo degli ultimi 5 anni, per altro in forma strepitosa, dovresti anche capire che prendere in considerazione l'idea di cambiare qualcosa non sia poi cosi assurda. Durante l'azione del primo gol infatti, nove volte su dieci il difensore, sentendosi pressato, rinvia il pallone lontano per far respirare la squadra, cosa in contrapposizione con l'impostazione di gioco data da Inzaghi. Musacchio si gira, si "rivolge" a Reina, e… il resto è storia. Questa è una delle cose che contesto ad Inzaghi. Non avere mai la capacità di cambiare e di avere un piano di riserva.

LOTITO: si dice che i campionati si vincano in difesa e lo scorso anno, prima del lockdown, nonostante non avessimo campioni in quel reparto, stavamo insidiando il primo posto alla Juve che da 10 anni domina il palcoscenico italiano. Nonostante ciò molte delle sconfitte di quell'anno sono arrivate proprio per colpa del reparto arretrato. Il campionato finisce. La Lazio è in Champions, la logica impone e lascia presupporre un "energico" impiego di capitali proprio nel reparto difensivo ed invece… il nulla. Anzi no, dimeticavo. Viene acquistato Hoedt! Hoedt arriva alla Lazio la prima volta all’età di 21 anni. Prelevato a parametro zero dal club olandese dell’AZ. Rimarrà alla Lazio per due anni, poi, nonostante avesse fatto intravedere più ombre che luci, miracolosamente il Southampton bussa alla porta del patron Lotito e si dichiara pronto ad investire ben 17 milioni per il centrale olandese. Lotito non ci pensa su due volte (diciamo neanche una), e cede il calciatore. Passa 5 anni con il Southampton durante i quali non migliora né peggiora, il suo rendimento rimane esattamente lo stesso a tal punto che, all'età di 27 anni compiuti, la stessa società, evidentemente delusa dal calciatore, decide di girarlo in prestito con diritto di riscatto fissato a ben 2.5 milioni di euro. Ora io mi chiedo, se la stessa società che l’ha comprato 5 anni prima, nel pieno della sua giovinezza, lo rivende durante quella che dovrebbe essere l'età della consacrazione quasi regalandolo, qualche dubbio sarebbe dovuto venire alla dirigenza biancoceleste. Invece Hoedt viene addirittura spacciato come rinforzo! Si preferisce quindi scegliere di prendere Muriqi a 20 milioni piuttosto che un altro difensore d'esperienza internazionale.

Pronti via. Inizia la nuova stagione. Inzaghi perde Bastos e Vavro. L’unico punto di riferimento dietro è il solito Acerbi (anch'egli non esente da colpe in molti casi) in quanto Luis Felipe è alle prese con un malore che va oltre ogni più logica interpretazione medica visto che non se ne vede la fine. A gennaio viene preso Musacchio, riserva di lusso del Milan, ma pur sempre riserva! Poi arriva la partita con il Bayern Monaco. Ti presenti in campo con Patric (ex Barcellona B), Musacchio (riserva nel Milan e preferito all'ultimo a Hoedt visti i disastri combinati contro l'Atalanta in Coppa italia) e l'instancabile Acerbi. Al di là del fatto che nessuno avrebbe avuto la pretesa di fare risultato, ma come si poteva minimamente pensare di fare una bella figura, che a tratti per altro in fase di costruzione abbiamo anche fatto, con certi calciatori in difesa? Ai giocatori non mi senti di rimproverare nulla. Neanche a Musacchio! Il problema è che una riserva del Milan non avrebbe dovuto trovarsi li quella serata. Nel primi secondi di gioco Lazzari aveva già fatto capire quanto temevano questo Bayern in formato corazzata Potemkin. Ma ci può stare. Andare in Champions con continuità aiuta anche a superare questi momenti. Ma evidentemente la società non la pensa allo stesso modo. Ritengo quindi, prima di tutto, che questa sia l’ennesima sconfitta di una società che ha avuto per l’ennesima volta la possibilità di farsi valere durante il mercato estivo ma ha deliberatamente deciso di non voler alzare l’asticella e dare in mano ad Inzaghi, una squadra degna dell'ingresso in Champions ampiamente meritato lo scorso anno. Come si dice: non sono le tue capacità a dire chi sei, ma le tue scelte.