Immaginate di aver organizzato una gita al Casinò. Partite con tutto l’entusiasmo di chi vuole tornare a casa con le tasche piene. Avvertite amici e parenti di quella che secondo voi sarà una grande impresa ma… perdete tutto. Il secondo anno ritentate. Vi fate prestare dei soldi perché stavolta siete sicuri; ma perdete tutto di nuovo.

Più gli anni passano, più i vostri debiti aumentano, e più i vostri amici iniziano a dubitare delle vostre capacità. Però ogni anno riuscite sempre a raccontare una bella favola secondo la quale quello, sarebbe l’anno buono. Dopo 14 anni di sconfitte e delusioni non ne potete più. E non ne possono più neanche gli altri di sentir parlare di fantasmagoriche vittorie mai realizzate.

Così, mentre per l’ennesima volta state uscendo a capo chino dal Casinò con le tasche vuote, in perfetto stile ‘’Febbre da Cavallo’’ decidete di spendere alla roulette, gli ultimi 1000 euro che vi restano per il viaggio di ritorno.

Questo è esattamente ciò che ha fatto la dirigenza della Roma con Mourinho. Tentare il tutto per tutto per placare una piazza ormai stanca di inutili promesse.

Tralasciando questa simpatica introduzione che spero non abbia offeso nessuno, vorrei, a parer mio, commentare il ritorno dello Special One in italia.

Mourinho ci ha abituati ad essere un vincete. Anzi, è un vincente! E questo lo dicono i numeri. Analizzando però la sua carriera, vediamo come, negli ultimi 4 anni abbia iniziato una parabola discendente che lo rende ben lungi dall’essere quello ‘’Special One’’ che noi conosciamo. 3 esoneri in 4 anni. Un’annata pessima con il Tottenham che ha investito moltissimi soldi, e, l’ennesimo esonero. Qualche giorno fa disse che avrebbe accettato di buon grado una proposta dall’Italia, e, caso strano, questa proposta arriva. Perché caso strano? Perché dopo qualche ora si vengono a sapere le cifre del suo ingaggio che lo vedono percepire 9 milioni dal Tottenham e 7 dalla Roma, cosa che non sarebbe accaduta se fosse rimasto fermo un anno. Anche perché, almeno apparentemente, non era stato cercato da nessuno. Considerando inoltre che le casse della Roma languono e che senza coppe gli introiti saranno davvero pochi, si presagisce un mercato ridimensionato fatto di ‘’ritorni alla base’’ che cercheranno di essere rivalutati in qualche modo (Kluivert ed Under su tutti), e qualche nuovo innesto acquistato con l’ormai consolidata formula dell’autofinanziamento. Anche prechè, non so se sia chiaro a tutti, ma la Roma non può proprio fare il passo più lungo della gamba!

La sensazione è che la  Società, in perfetto stile Americano, abbia voluto dare in pasto questo nome prima della fine del campionato (davvero pessima come scelta), per distogliere l’attenzione da quella che forse potremmo definire la più brutta stagione della Roma degli ultimi 14 anni.

Con i se e con i ma però siamo tutti bravi a commentare quindi staremo a vedere cosa accadrà, e devo dire onestamente, che sono molto curioso di scoprire come metterà in campo la squadra.

Una cosa però è certa: se la dirigenza ha chiamato Mourinho per vedere bel gioco e per rilanciare la Roma, secondo me ha toppato alla grande. Mourinho non è più l’allenatore grintoso e determinato che più di 10 anni fa teneva per le palle la stampa  e la serie A perché poteva permetterselo. È un uomo molto più ‘’svuotato’’ al quale è rimasta solo la vena polemica che lo ha sempre contraddistinto e che, da questo punto di vista si sposa perfettamente con l’ambiente romano.

Forse qualcuno dimentica che quando era all’Inter, nonostante avesse una squadra di campioni, vinceva giocando di rimessa e molte volte faticando oltre ogni più rosea previsione. La differenza è che questa Roma, è ben lungi dall’essere quell’Inter.

Qualcuno avrà anche dimenticato quando accusava la Roma di omaggiare i calciatori del Siena con dei premi per stimolarli a dare il tutto per tutto contro l’Inter; o delle manette che indirettamente vedono protagonista proprio la Roma in quanto parte di un sistema che nelle ultime partite di campionato ha cercato di mettergli i bastoni tra le ruote per riaprire un campionato che già a febbraio sembrava finito. Sicuramente, Mou avrà delle belle gatte da pelare. Una squadra totalmente da rifondare sotto il profilo fisico e mentale. Ora è tutto sulle sue spalle. Ma se cade Mou non cade solo come allenatore, bensì si porta dietro un’intera società già stracolma di debiti. Dimenticate concetti del tipo ‘’se arriva Mou allora si farà una grande squadra ricca di campioni’’ perché non è assolutamente vero. È l’ennesimo tentativo di placare una piazza e questa scelta potrebbe rivelarsi molto molto molto pericolosa per la Roma. Ma a volte rischiare porta a qualcosa di buono. Vedremo se Mou non sarà l’unico trofeo che la nuova dirigenza giallorossa porterà nella capitale!