• Scrivo questo primo, unico ed ultimo articolo sulla vicenda tamponi Lazio per mettere una croce sopra a questa vicenda. Almeno personalmente c’avevo già messo una pietra sopra, ma in questo paese, dove le sentenze vengono date sui giornali (abbiamo visto cosa sono stati capaci di fare con Calciopoli dove le prime sentenze, a detta dello stesso procuratore Palazzi, vennero date in base a  suggestioni in quanto non avevano ancora nulla in mano), è meglio aspettare i verdetti definitivi, non che avessi mai avuto alcun dubbio sull’estraneità della Lazio in merito ad alcune vicende.
  • Andiamo a ricostruire brevemente ed in modo semplice e chiaro cosa è successo. In reltà la storia è molto semplice ma come sempre c’e’ chi decide di informarsi e chi si ferma a leggere i titoli.
  • I capi di accusa, alla luce delle indagini completamente inventati dalla Gazzetta dello sport, sono: falsificazione di tamponi, accuse sulla scelta di usufruire del Laboratorio di Avellino, ed aver fatto giocare contro il Torino, un calciatore (Immobile) positivo.
  • Innanzitutto iniziamo con il dire che, se fosse davvero stato così, non solo la Lazio sarebbe diventata un lazzaretto di infettati, ma, giustamente, sarebbe stata squalificata con chissà quali sanzioni o punizioni.​
I fatti invece sono ben altri:
  • Da controlli effettuati prima della la partita con il Club Bruge, alcuni giocatori sono risultati positivi, tra cui, Immobile. Qui bisogna aprire una doverosa parentesi perché il tanto scrupoloso Protocollo al quale tutti si appellano, prevede regole differenti tra i tamponi eseguiti dall’Uefa e quelli eseguiti dalla serie A. Stiamo parlando di protocolli differenti e di tamponi differenti che possono dare quindi, risultati differenti.
  • Archiviata la pratica Bruges, contro il Torino invece, usando i protocolli della serie A, Immobile risulta negativo e, come da prassi, esegue un secondo tampone per confermare la negatività, cosa che viene per l’appunto appurata. Quindi Immobile è abile, arruolato e convocabile senza alcun problema e soprattutto, senza alcun dubbio.
  • Per la partita successiva contro lo Zenit, Ciro Immobile è risultato nuovamente positivo ai tamponi Uefa, anche se, gli stessi tamponi eseguiti lo stesso giorno in un altro laboratorio, avessero dato esito negativo. Come da regolamento, Immobile viene escluso dalla lista dei convocati di Mr. Inzaghi.
  • Apparentemente sembrerebbe tutto normale… ma in questo contesto si inserisce la Gazzetta dello Sport che, senza alcuna prova e soprattutto, come se non ci fossero stati precedenti, ritiene impossibile che un calciatore a distanza di pochi giorni, potesse risultare prima positivo. La stessa cosa, qualche settimana dopo, accadde a Gagliardini dell’Inter, ma giocando nell’Inter, in quel caso non c’erano ragionevoli dubbi sulla sua negatività. L’accusa che la Gazzetta muove è ai limiti della credibilità ed un insulto all’intelligenza umana. Falsificazione di tamponi ed aver fatto scendere in campo un calciatore positivo (Ciro Immobile). Tutto questo, senza avere alcuna prova, ma solo vaghe supposizioni. In poche parole, come spesso avviene in questo paese, il processo è stato aperto da un giornale.
  • Dopo le indagini durate mesi e mesi, è stato dimostrato che i tamponi eseguiti dalla clinica di Avellino erano corretti e quindi cadeva l’ipotesi di manomissione e falsificazione.  Quindi, e questa non è una cosa emersa dopo la sentenza, è stato appurato che Immobile contro il Torino poteva giocare e questa cosa si sapeva gia’ dalla notte dei tempi, non dall’ultima sentenza!!
  • I più sprovveduti poi, sono ancora a chiedersi perchè il Presidente Claudio Lotito ed i medici Rodia e Pulcini siano stati puniti dalla sentenza che ricordo avrà comunque un seguito.
  • Rispondere a questa domanda è ancora più semplice di quella precedente. L’unica accusa che viene mossa alla Lazio, e qui potremmo discuterne all’infinito, è la mancata comunicazione della positività in Champions di Ciro Immobile ed altri giocatori. La lazio avrebbe tardato per circa 15 minuti di minuti, avete sentito bene, l’allontanamento di Immobile dal campo di allenamento per isolarlo come da prassi.

La Lazio si difende facendo presente che, nel tanto decantato protocollo, non ci fosse scritto CHI doveva informare la ASL. Secondo la Lazio doveva essere la clinica, secondo la Federazione doveva essere la Lazio.
Quindi la multa e la squalifica del Presidente Lotito riguardano solo la mancata comunicazione, ma la Lazio non ha mai messo in campo giocatori positivi. E questa è l’unica certezza.

Vorrei ricordare inoltre che tutti questi dubbi fugati dalla Gazzetta non sono stati applicati allo stesso modo quando si è trattato di altri calciatori. Vorrei ricordare Cr7 che viaggia senza permesso, Gagliardini, 6 giocatori della Roma che domenica risultavano negativi e che 12 ore dopo cioè Lunedì, sono risultati positivi e quindi non convocabili in Nazionale, la Juve che lo scorso anno per due mesi ha fatto i tamponi quando voleva (anziché un giorno dopo la partita, li faceva due giorni dopo) e la Gazzetta… muta. L’Inter non paga gli stipendi da ottobre e nessuno dice nulla e non ci sono penalizzazioni, il Livorno fa lo stesso e viene penalizzato.
Insomma, qui non si tratta di due pesi e due misure, bensì di battaglie personali combattute su un quotidiano nazionale. È vergognoso.

Infine, giusto per togliermi quest’ultimo sassolino dalla scarpa, c’e’ chi paragona l’errore di lista di Diawara con il caso tamponi. Su questo punto non vorrei neanche commentare perché è un insulto all’intelligenza umana ma mi sento costretto a chiarire anche questo aspetto. Il caso Diawara è un errore e come tale va punito e ci sono regole chiarissime in merito: un over 22 non può essere scritto nella lista degli under 22. Semplice e chiaro. È un errore. E così come  la Lazio ha pagato, lo ha fatto anche la Roma. C’e’ una regola scritta che stabilisce eventuali sanzioni in merito. Il  paragone non regge assolutamente. L’errore di Diawara è previsto dal regolamento. A chi dice che poi non ci sarebbe stato alcun vantaggio rispondo dicendo che il vantaggio c’e’ stato eccome, perché cambiando lista, hai fatto giocare un calciatore che non poteva altrimenti avresti dovuto portare un under 22 in cambio di un over22… eccolo il beneficio!
Detto ciò, a quelli che dicono che questa sia l’ennesima sentenza finita a tarallucci e vino, consiglio di posarlo il vino perché evidentemente non lo reggono.