Quando Massimiliano Allegri chiede stizzito che gli si spieghi cos'è il bel gioco non ha tutti i torti, in effetti una squadra che vince cinque scudetti di fila e nello stesso periodo gioca due finali di Champions League non può essere accusata in assoluto di giocare male.
Quello che, tuttavia, Allegri fatica a comprendere è che nel calcio di questi anni vincere non basta più, o meglio: vincere è soltanto una delle mission di una squadra di calcio di altissimo livello come la Juventus. Negli ultimi due anni Andrea Agnelli e il management che lo affianca hanno posto in atto una rivoluzione dal punto di vista economico - commerciale che ha portato alla ridefinizione degli obiettivi della società indicando nella trasformazione del marchio in brand universale e non solo calcistico e nella produzione di spettacolo in senso ampio i traguardi da raggiungere nel più breve tempo possibile per poter incrementare il fatturato e innescare un circolo virtuoso dando così vita a un ulteriore ciclo ancora vincente.

Il cambio dello stemma e l'ingaggio di una vera e propria star internazionale come CR7 rappresentano per certi versi solo la punta dell'iceberg di uno sconvolgimento molto più profondo che mira a tenere il passo con i Top Team europei, e di conseguenza mondiali, soprattutto quelli che partecipano al campionato più ricco, seguito e reclamizzato del mondo: la Premier League. Il successo della Premier si deve a molti fattori: capacità manageriali, visione internazionale, legislazione nazionale eccetera, ma uno dei più importanti, se non quello decisivo perché da lì tutto nasce, è la mentalità, la filosofia di gioco, che il calcio inglese esprime.
Chi assiste a una partita tra due squadre di Premier League sa che, in linea di massima, magari non sarà deliziato da continui gesti tecnici sopraffini, ma che vedrà i giocatori in campo correre e impegnarsi per tutti i novanta minuti senza risparmiarsi, senza difendere un esiguo vantaggio ma tentando sempre di segnare almeno un gol in più dell'avversario.
Questo è ciò che rende davvero spettacolare la Premier ed è su questo che la Juventus di Allegri è clamorosamente mancata in questi anni vincenti ma mai davvero convincenti dal punto di vista squisitamente estetico.
Allegri, volente o nolente, si è intestato il vessillo del calcio cinico e sparagnino, quello dell'ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. La Juventus di Allegri ha sempre garantito un bel gioco, ma soltanto per brevi tratti di una partita puntando a risparmiare energie sfruttando l'enorme vantaggio competitivo accumulato nella Serie A, ma dimenticandosi che in Europa si gioca un altro tipo di calcio.

Volendo sintetizzare: Allegri è convinto che si vinca subendo un gol in meno dell'avversario, laddove in Europa (soprattutto in Premier) si vince segnando un gol in più. Una differenza di natura filosofica più che di sostanza, che però è la vera ragione per cui la Juventus ha deciso di cambiare allenatore.