La finale di Domenica prossima, 11 Luglio 2021, tra Inghilterra e Italia a Wembley, non può non far venire in mente la storica parodia dell'Italia che Luciano Salce mette in scena attraverso la maschera cinematografica del ragionier Fantozzi, personaggio letterario inventato dal grande Paolo Villaggio.

Fantozzi, dopo essersi preparato mentalmente per l'intera giornata ad una partita tra inglesi ed italiani valida per i campionati del mondo nel mitico stadio londinese, con tanto di frittatona di cipolle, birra familiare Peroni gelata e rutto libero, nell'imminenza dell'incontro riceve una chiamata proprio mentre sta avvisando la moglie di mettere precauzionalmente il telefono fuori posto. Si tratta di una telefonata per lui doppiamente gelata, più della birra Peroni che ha appena sorseggiato, perché dall'altro capo del telefono c'è il suo collega ed amico Filini che gli annuncia la decisione del loro capo reparto, un fanatico del cinema d'autore, di radunare i propri sottoposti per la visione dell'infinito film sovietico "La corazzata Kotiomkin" (racchiuso peraltro in ben 18 bobine! ...un'eternità), evidente parodia del capolavoro "La corazzata Potemkin", che in realtà dura poco più di un'ora.
Fantozzi, preso dallo sconforto, dopo essere passato da quel momento di massima esaltazione che prende il frustrato ed anonimo italiano medio in occasione di una importante partita di calcio (una di quelle rare occasioni in cui si illude di essere protagonista) a quello in cui ritorna la merdaccia abituale della grigia vita di tutti i giorni, cerca tuttavia di non perdersi d'animo, tentando in tutti i modi di seguire la partita attraverso la parodistica telecronaca di Nando Martellini, arrivando finanche, uscendo come un pazzo dalla sua Bianchina, ad innalzarsi sul muro di un palazzo e rompere il vetro di una finestra al solo scopo di farsi dire chi ha preso il "palo" descritto poco prima dal telecronista, ricevendo per risposta un cazzotto che lo fa schiantare sul marciapiede.
Arrivato alla sala di proiezione del film, lui e i suoi colleghi, ovviamente del tutto disinteressati alla pellicola, attraverso un incerto passaparola si rimandano notizie sulla partita, che inesorabilmente arrivano ad autentici vaneggiamenti, come il fatto che l'Italia fosse in vantaggio per 21 a 0 con, per giunta, un gol di testa di Dino Zoff su calcio d'angolo.

Credetemi, voi che, spero con affetto ed una certa nostalgia, avete letto queste mie righe sul mitico Fantozzi e le sue peripezie, di spirito e di corpo, vissute in quella sera fittizia, le cose per noi italiani medi, per noi piccolo-borghesi e proletari, non sono affatto cambiate rispetto agli anni in cui venne girato il film. Il grigiore della nostra vita da spettatori, più che da cittadini, da ignari clienti piuttosto che da autori del nostro vivere, si è solo virtualmente colorato dei pixel degli smartphone e dei pc, mentre è rimasto inalterato nella sua essenza, anzi per certi versi peggiorato, perché vissuto con ancor maggior inconsapevolezza.
Il calcio, oggi come allora, come ha detto con cinica schiettezza Aurelio De Laurentiis, è rimasta la nostra valvola di sfogo.
In vista di domenica prossima, noi siamo tanti Fantozzi nella trepidante attesa di sentirci protagonisti, per poco più di un'ora, del nostro stesso vivere.

Giuseppe Albano