Donnarumma merita, a mio parere, di vincere il Pallone d'Oro. Mentre scrivo con convinzione questa mia tesi, provo un certo fastidio all'idea che una eventualità del genere, ovvero che ad un portiere venga assegnato il prestigioso riconoscimento di France Football, neanche venga presa in considerazione dalla massa dei tifosi e degli opinionisti calcistici, e ciò per quell'antico quanto insensato retaggio secondo cui il portiere rappresenterebbe semplicemente uno in più, una sorta di aggiunta alla squadra. Sarà per il fatto che, essendo l'unico a poter usare le mani, rievoca in noi il ricordo di quegli immancabili scarsoni che, nelle nostre mitiche partitelle tra amici, ci portavano all'esasperazione per quella loro connaturata incapacità di stoppare anche il più facile dei palloni, con la sfera di cuoio che puntualmente finiva su un braccio, sarà perché, andando ancora più a ritroso nella memoria, scendendo fino all'infanzia, ci fa venire in mente che chi non capiva nulla di calcio era inesorabilmente condannato a stare tra i pali, sarà perché queste due circostanze sono condite dall'indossare una maglietta che quasi sembra avvalorare quella sua presunta estraneità al contesto generale di gioco, sta di fatto che il portiere viene istintivamente visto come uno che poco ha a che fare con la squadra in sé, se non addirittura con il gioco stesso del Calcio. Eppure questo tabù, già di per se poco giustificabile, ha ancora meno senso in un'epoca come la nostra dove il portiere svolge praticamente il ruolo di libero aggiunto, considerata quella attuale moda di far partire l'azione proprio da lui; tanto è vero che oggi, nella scelta di un portiere, viene contemplata come discriminante la caratteristica di saper usare bene i piedi. Ho scritto "piedi" e non "piede", perché, rispetto ad un attaccante, dal portiere si esige un uso quantomeno buono sia del "destro" che del "sinistro", dovendosi limitare al minimo il rischio, considerato il luogo dove egli svolge la propria azione, di un errore nel controllo del pallone come nell'atto di passarlo ad un compagno. Basti pensare, a mo' di esempio, al fatto che nel Napoli sia stato spesso preferito Ospina a Meret, nonostante l'evidente superiorità tecnica del secondo, rispetto al primo, tra i pali. E poi bisogna considerare un fatto logico a cui spesso non si dà il giusto peso a causa della ovvia abitudine di identificare il calcio con il gol, cosa che ci induce erroneamente a considerare preminente l'attaccante rispetto al difensore; mi riferisco alla equazione matematica secondo cui non subire gol è importante quanto farli, al punto che sussiste una necessaria simmetria tra i due aspetti. Se è certamente vero, ad esempio, che una squadra debba fare almeno un gol per vincere una partita per 1 a 0, è altrettanto vero che se non vuole perderla con quello stesso risultato deve cercare, all'opposto, di non subire nessuna rete.

Fatte queste considerazioni - che ammetto essere del tutto ovvie, ma che si riconoscerà essere, nonostante la loro ovvietà, spesso del tutto bypassate - mi sembra giusto che Donnarumma venga seriamente preso in considerazione per la conquista del Pallone d'oro. Il portiere della Nazionale italiana ha sventato dei gol, vedi partita contro il Belgio, che altrimenti avrebbero inesorabilmente condannato l'Italia ad una prematura uscita dagli Europei. Per non parlare delle sue decisive parate nelle cosiddette lotterie dei calci di rigore in semifinale e finale, che, proprio per le prodezze del portiere, hanno finito col rappresentare, nel loro esito, non un colpo di fortuna ma, al contrario, la conseguenza di una bravura. E non è certo un caso che proprio a Donnarumma gli esperti della Uefa abbiano assegnato il titolo di miglior calciatore dell'Europeo, a meno che non si voglia complottisticamente pensare ad un dispetto da parte dei nostri avversari, nella politica e nel giornalismo calcistico, attraverso la sottolineatura che avremmo vinto solo grazie al portiere e non per la forza dell'intera squadra, come si fa solitamente quando non si accetta una sconfitta. Al netto di sciocchi complottismi e di ipotesi più sensate, rimane inalterato il fatto che, se è vero, come è vero, che un portiere può essere determinante, nella vittoria di un trofeo, tanto quanto un attaccante, sarebbe giusto e doveroso conferire a Donnarumma il titolo di miglior calciatore (e sottolineo calciatore) dell'intera stagione, essendo stato più determinante di chiunque altro nella conquista della massima competizione a livello internazionale (in vista dei mondiali).
Confido nell'intelligenza dei francesi, essendo quel premio una loro istituzione.

 

Giuseppe Albano