Dedico questo mio vecchio articolo ai tifosi della Lazio, che si apprestano a gioire di un'arte: il calcio di Maurizio Sarri. Non sono né un "sarriano" né un "sarrista", perché non amo questi fanatismi che, tra l'altro, offrono un'immagine falsata e banalizzata di un uomo; sono semplicemente uno spettatore che ha assistito ad un grande spettacolo. Buona lettura, ai laziali e non solo!

A Sarri e alla sua arte
Il Napoli di Sarri, nel muoversi sincronico dei suoi calciatori e in quelle dinamiche di gioco che si diramano in figure geometriche, da l'idea di una plasticità e di un'armonia tipicamente greche. I calciatori del Napoli agiscono con una sistematicità che li fa apparire come un corpo unico che si muove secondo uno scopo ben definito. La squadra assomiglia, nel suo esprimersi, ad un coro tragico greco, dove l'individualità si accorda con il tutto. Niente è lasciato alla mera casualità. Ciò, tuttavia, non deve indurre a pensare che l'allenatore toscano imprigioni la libertà di ogni singolo calciatore sacrificandola ad un qualcosa che li prescinda. In quell'armonioso divenire, infatti, c'è la gioia e la consapevolezza di ciascun individuo di partecipare ad un destino comune; come direbbe Nietzsche, la gioiosa volontà di vivere un qualcosa che si sente nel profondo, come proprio, e che viene espresso come autoaffermazione. Vedere quel caos tipico delle altre squadre - che è sinonimo di arbitrio e non di autentica libertà - trasformarsi in un ordine prestabilito, ma coscientemente vissuto e voluto, rappresenta una gioia per chi ha occhio e spirito artistici. Il Napoli, durante lo svolgersi della partita, prende gradualmente corpo e senso, così come un blocco di marmo nelle mani di un grande scultore tende ad assomigliare sempre più all'immagine desiderata, con la materia che assume quella forma che prima era solo in potenza, evocando Aristotele. Il Napoli è bello e, come tutto ciò che è bello nel senso dell'armonia intellettuale e spirituale, rappresenta un fatto artistco e culturale. E tutto quello che è arte e cultura è anche educazione. Che il Napoli sia educativo, per i giovani e non solo, lo si può arguire dal fatto che, durante un incontro, capiti persino di dimenticarsi della squadra per la quale si parteggia, riuscendo a trovare belli e piacevoli finanche quei momenti in cui l'avversario ha un leggero predominio, come è successo durante il primo tempo di Napoli-Fiorentina. E' una sensazione, questa, che vivono tutti, anche quelli più inconsapevoli. Raramente, infatti, dopo una partita vinta con molte difficoltà e con un punteggio striminzito, si scatena una gioia come quella vissuta recentemente al San Paolo. E, come si è potuto vedere, si è trattato di vera gioia, di vera passione, con canti e cori puliti che sempre più raramente capita di ascoltare. Niente di quella invasata e barbarica esultanza tipica dell'epoca di oggi. E tutto questo perché ciò che è bello evoca in ciascuno il senso dell'armonia e delle proporzioni. Ritornando a Nietzsche, si assiste al dionisiaco (la irrazionale forza della natura) che si sublima nell'apollineo. Il Napoli di Sarri, quindi, rappresenta anche una lotta alla violenza, ma non di quelle sterili, fatte di vuoti slogan, ma di quelle fertili e radicali, perchè agisce come fine plasmatore di anime. E se non è educazione questa?! ....ce ne fossero di esempi così educativi in politica e altrove! Il Napoli di Sarri è, dunque, cultura ed educazione ed è entrato, a buon diritto, tra le bellezze della nostra città!

Giuseppe Albano

Questo mio articolo è di alcuni anni fa, quando Sarri era a Napoli.
E' presente sul mio blog personale pinoalbano.com.