"Marco se n'è andato e non ritorna più", così recitava il ritornello del pezzo "La solitudine", cantata da Laura Pausini. Cantante che non ho mai apprezzato, sia per il genere musicale che offre, sia per alcuni dichiarazioni discutibili. Ma siccome non siamo a Sanremo, Amici o a X Factor o qualche altro programma musicale, non farò altri commenti, anche perchè la mia cultura musicale è pari allo zero virgola zero. "Marco se n'è andato e non ritorna più" si potrebbe tranquillamente tradurre in "Josè se n'è andato e non ritorna più".
Ieri sera infatti, il Tottenham guidato proprio dal fenomeno portoghese, con un Harakiri a dir poco clamoroso, si è fatto rimontare perdendo tre a zero  contro il modesto Dinamo Zagabria (all'andata gli Spurs si erano imposti per due reti a zero).
Tifosi imbufaliti che chiedono la testa, il Times che ha messo in prima pagina proprio la faccia di Josè sconsolato, e sotto il titolo che recita così:" Tottenham Hotspur’s season in tatters after humbling exit" che tradotto significa:"La stagione del Tottenham a brandelli dopo l'uscita umiliante". Dirigenza non ne parliamo. Si respira un clima piuttosto pesante nel nord di Londra, ma questo è il calcio: un giorno sei idolatrato da tutti, il giorno dopo scaricato dal mondo intero.

DELUSIONI ULTIMI ANNI: Josè Mourinho in cima ci è stato e probabilmente continuerà a starci per sempre (visto lo status che ha raggiunto), ma negli ultimi anni il rendimento delle sue squadre è calato vistosamente. L'ultimo trofeo risale al 2017, con l'Europa League alzata al cielo con il Manchester United. Una squadra però che era stata costruita per vincere tutto, ma di trofei veramente prestigiosi (Fa cup, Premier League,Champions League), nell'era Mourinho non ne sono arrivati. Dai, diciamocelo, l'Europa League era il minimo sindacale per gli investimenti fatti dal club di Manchester. E nel dicembre 2018, con il quarto posto distante ben 11 punti, viene esonerato. Lui ferito nell'orgoglio lascia Old Trafford con una buonuscita di 30 milioni (beato lui). Un anno dopo firma con il Tottenham. Le aspettative sono altissime, e da qua vorrei iniziare ad analizzare il problema Tottenham, con Mourinho che nella prossima estate rischia di non essere confermato.

INIZIO SPRINT E RENDIMENTO DISCONTINUO: la squadra gira veloce, segue il mister come il vangelo, e cerca di recuperare terreno in classifica (l'esonero di Pochettino è arrivato con gli Spurs al 11' posto). Lo special one sa bene che non può puntare al titolo, ma vuole portare il club in Champions League. Centra la qualificazione agli ottavi di champions, dove però verrà eliminato da un Lipsia più forte nel collettivo. Il portoghese, arrivato a campionato in corso, sa che non può stravolgere la squadra e quindi preferisce non fare grandi acquisti nel mercato di gennaio. Il Tottenham alterna prestazioni importanti a punti persi in maniera clamorosa con squadre di bassa classifica. Manca quella cattiveria che ti permette di fare il salto di qualità, Mou insiste su questo aspetto, ma la squadra non ingrana, si infortuna il giocatore più importante ( Harry Kane), el a squadra conclude il campionato con un modesto 6' posto. E' un anno di transizione, ci può stare: la stagione 20/21 è quella determinante.

COME GIOCA IL SUO TOTTENHAM: nella prima stagione ha optato per il suo classico 4-2-3-1, variando però praticamente ogni giornata, visto lo scarso apporto di alcuni componenti della rosa. La formazione tipo recitava così: Lloris tra i pali, difesa composta dalla coppia centrale Sanchez-Dier, il quale sarebbe un centrocampista di ruolo, ma riadattato centrale visti gli enormi problemi della squadra in fase difensiva. I laterali sono Aurier e Ben Davies, giocatore abbastanza modesto tecnicamente. In mediana si affida al duo Sissoko- Winks. Gli esterni ( ruolo chiave per il suo gioco) sono Son, giocatore devastante, incontenibile se in giornata; l'altro esterno è Bergwjin, arrivato proprio a Gennaio per rimpiazzare Eriksen (numericamente, visto che i due hanno due ruoli diversi), con buona personalità. Dietro Harry Kane unica punta c'è un giocatore di immenso talento: Dele Alli, che nella prima stagione con Mourinho riesce ad essere incisivo anche negli ultimi 30 metri. Come abbiamo accennato il centravanti è Harry Kane: il vero fulcro del gioco, giocatore totale e trascinatore della squadra.

STAGIONE 20/21 E ROTTURA CON ALCUNI GIOCATORI: La premier League del Tottenham inizia con il botto, strapazzando lo United per sei a uno, con un Son strepitoso e i due acquisti, Reguilon e Holbjerg, che fanno tutta la differenza del mondo. ma poi la stagione procede sulla falsariga dell'anno precedente. ll Tottenham anche quest'anno offre un rendimento discontinuo, faticando tremendamente negli scontri diretti. Insorgono problemi con lo spogliatoio: Delle Alli viene relegato in panchina e in tribuna per lo scarso impegno. E pensare che nella stagione precedente era stato senza dubbio il migliore. Per lui si prospetta una cessione in estate, ma tanto dipenderà dal futuro del coach portoghese. Battibecchi anche con Bale, che però adesso sembra aver messo il Tottenham al centro delle sue attenzioni. Rapporto non proprio idilliaco anche con Aurier, accusato di non essere all'altezza in fase difensiva. Situazione alquanto complicata. 

MOU POST ELIMINAZIONE: Nonostante io lo ritenga da sempre come uno dei migliori allenatori della storia, per il suo carisma, per la sua leadership, per la capacità di spostare gli equilibri nei panni di allenatore e per il palmarès, bisogna però ammettere che il calcio che producono le sue squadre non è mai stato spumeggiante. Tanta corsa, tanta intensità, giocatori disposti a "morire" per la causa. Ma i suoi giocatori, sia nella scorsa stagione e sia in questa, non riescono ad incarnare il suo spirito, basti vedere la cocente sconfitta di ieri sera. Troppo molli, poca voglia di soffrire per portare a casa il risultato e la qualificazione. Ma la cosa che mi colpisce che Mou ha smesso di difendere la sua squadra a spada tratta, Per le sue squadre andava in conferenza e mette spalle al muro tutti i giornalisti, gridava allo scandalo arbitrale, si prendeva tutte le colpe lui pur di proteggere i suoi giocatori. Faceva da scudo per far giocare i suoi ragazzi in serenità, ma quello che abbiamo visto ieri non era il vero Josè. 

CONCLUSIONE: Uno special one incapace di reagire, spento e profondamente deluso e tradito dai suoi giocatori. In conferenza stampa critica i suoi giocatori, dicendo che l'atteggiamento e il sacrificio sono alle basi non del calcio ma della vita ( sacrosanta verità). La qualificazione in Champions resta alla portata, ma per conquistarla serve un'immediata reazione. Sacrificio e impegno, proprio come chiede lo special one. Per il futuro si vedrà.