Ormai se ne parla da tempo: l'Italia è in netto ritardo nel sistema calcio di oggi. Il tutto non deriva dalla scarsa situazione economica del nostro paese, che anzi potrebbe sfruttare questo periodo complicato per spendere meno e rivalutare tutto il sistema. Il problema piuttosto deriva dalla scarsa efficienza dei nostri settori giovanili, con le società che danno importanza solo ed esclusivamente alla prima squadra e molto spesso sono obbligati ad attingere dall'estero anche dei giovani un po' sopravvalutati a scapito degli italiani.
Tra i Paesi da prendere come esempio c'è senza dubbio la Francia. Ogni squadra ha un vivaio per strutturato, con una scuola calcio atta a portare in prima squadra i giovani senza pressioni.
L'ultimo gioiellino nato nel calcio francese è di scuola Rennes, non proprio una società di alto livello.
Lui si chiama Ousmane Dembélé, nato il 15 maggio del 1997 a Vernon, piccolo comune dell'Alta Normandia, di origini maliane. Entra nell'Academy dello Stade Rennes arrivando in Under 19 con due anni d'anticipo rispetto agli altri compagni facendo la differenza partita dopo partita. Tanto da meritarsi la "promozione" allo Stade Rennes B, seconda squadra della società che ora gioca nella Ligue 1 francese.
Un anno in squadra B (altro punto su cui in Italia bisogna lavorare e pare che ci sia la svolta... 10 anni dopo gli altri) e subito in Prima Squadra.
L'impatto sulla Ligue 1 è devastante.
Diventa dopo pochissime settimane titolare della squadra di Rolland Courbis, allenatore rivelazione del campionato, che sa di avere un vero fenomeno del calcio francese e gli dà sempre più spazio e continuità.
Alto 178 centimetri, gioca benissimo con entrambi i piedi pur essendo per natura un destro, abbinando una velocità notevole nel breve che gli consente di liberarsi facilmente dell'avversario di turno che punta quasi ossessivamente.
Vista l'età, l'allenatore lo ha schierato in molti ruoli per dargli un'infarinatura più completa di quello che un giorno sarà il crack della Nazionale francese, decisa a dominare negli anni futuri insieme alla Germania.
Gioca spesso da trequartista dietro la punta anche se fa la differenza su entrambe le fasce. Dalla destra si libera spesso per il cross al centro alla ricerca dell'assist vincente (sono 5 quest'anno); dalla sinistra invece può accentrarsi più spesso sul piede forte e cercare la conclusione (sono 12 i gol al primo anno da professionista!). Quindi si parla di un calciatore veloce, dotato di ottimo dribbling e due piedi che lo rendono imprevedibile e capace di giocare ovunque sul fronte d'attacco.
Il Rennes schiera spesso un 4-2-3-1 e lui può essere schierato ovunque tra i 3 dietro la prima punta ma può benissimo fungere da spalla mobile al perno centrale in uno schieramento a due punte.
Il fisico è già pronto per affrontare i grandi, sia nei contrasti che nei duelli in velocità, tipica caratteristica dei ragazzi di colore originari dall'Africa che li rende pronti prima degli europei, ancora un po' acerbi fisicamente a 18 anni.
Ricorda un po' Coman anche se garantisce una copertura del campo più ampia rispetto al giocatore del Bayern Monaco, il quale ha dimostrato di non gradire molto il ruolo di seconda punta alla Juventus e di non trovarsi a proprio agio al centro del campo. Quindi si può descrivere Dembélé come un tuttofare, che ha i colpi del baby-fenomeno Coman (un anno più grande di lui) che ha già conquistato una maglia nella Nazionale francese che ospiterà l'Europeo 2016.
Per Dembélé poche chances vista la concorrenza agguerrita nel suo ruolo ma a partire da settembre sarà sicuramente aggregato in Nazionale in vista delle Qualificazioni al Mondiale del 2018, quando avrà 21 anni.
Per ora se lo coccola Courbis al Rennes e Pierre Mankowski, selezionatore dell'Uner 21 transalpina in cui giocano pure Rabiot e Laporte, altri due fenomeni del futuro dopo Coman che, come detto, ha registrato il salto alla Nazionale maggiore.
Alla firma del suo primo contratto da professionista, alcune beghe contrattuali l'avevano convinto ad andar via dalla Bretagna e su di lui si era mosso il Red Bull Salisburgo. Poi, risolte le problematiche ha deciso di restare in Francia, diventando titolare del Rennes.
I suoi 12 gol e 5 assist a 18 anni fanno di lui la rivelazione della Ligue 1 attirando a sé molte richieste da parte dei migliori club europei. Prima tra tutti il Paris Saint German che vuole controllare sempre di più il calcio francese ma che deve far attenzione ad offerte che arrivano anche da altri top team. Di lui si è interessato il Barcellona che lo vede come "erede" di Neymar, per ruolo e caratteristiche. Il Bayern Monaco pare si sia mosso con un'offerta di 12 milioni rispedita in Baviera mentre la Juventus ha fatto dei sondaggi ed è vigile sul calciatore fiutando il possibile affare che potrebbe portare un altro giovane francese alla corte degli Agnelli. Attenzione anche ai club di Premier tra cui l'Arsenal, con Wenger amante dei calciatori francesi, ma soprattutto il City e il Liverpool.
Il prezzo potrebbe aggirarsi intorno ai 15 milioni di euro e quest'estate lo vedrà protagonista indiscusso tra gli Under 19, con tutti i top team dei maggiori campionati pronti a darsi battaglia per Ousmane Dembélé, l'astro nascente dei "bleus".
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