Il centrocampo. Zona nevralgica del campo, in cui si sviluppa il gioco, si creano idee, si lotta, si protegge la difesa e si spingono gli attaccanti verso la rete. Ognuno con il proprio compito, con la propria zolla da difendere, la propria area di terreno verde da prendere in possesso.
Poi c'è chi fa tutto: attacca, difende, corre, lancia, tira, segna.
Uno che abbina sangue slavo duro a morire, tranquillità tipica dell'atleta che sa gestirsi consapevole dei mezzi di cui dispone, classe sudamericana e fisico da nordeuropeo. 191 centimetri di colosso che sovrasta tutto spiccando il volo con la stessa capacità con cui dribbla l'avversario di turno, come se fosse un folletto di 1 metro e 70.
Come se non bastasse, classe 1995. Sergej Milinkovic-Savic poteva fare qualsiasi sport, probabilmente eccellendo in un paio. Ma ha scelto il calcio come il fratello Vanja che ha preferito però i guantoni. Tre anni di Lazio, dopo essersi fatto notare nella Jupiler League belga. Blitz finale di Tare e Lotito che lo soffiano alla Fiorentina per 10 milioni di euro. Probabilmente la cosa migliore fatta in carriera dal duo laziale; probabilmente il più grande rimpianto dei Della Valle che ci avevano visto lungo... ma non abbastanza.

Destro per natura, sinistro quando serve; fisicamente un mediano di lotta ma tecnicamente un trequartista di valore indubbio. E' l'estrema sintesi di tutto ciò che il serbo ha dentro. Preso dalla Lazio per giocare dietro la punta, Simone Inzaghi lo ha plasmato mezzala sinistra accanto a Biglia e (in seguito) Leiva. A lui il compito di coprire la zona del centro sinistra della linea a 5 laziale, a lui il compito di saltare sui palloni alti dalla rimesse del portiere, a lui il compito di concretizzare e verticalizzare l'azione, a lui il compito di attaccare il secondo palo per colpi di testa o sponde per il compagno. Alla fine saranno 14 gol e 9 assist stagionali, un valore aumentato a dismisura che lo rendono uno dei migliori prospetti nel panorama calcistico mondiale.

Ricorda Pogba, forse con meno capacità balastiche dalla distanza rispetto al francese, ma con più doti da colpitore aereo. Proprio il Manchester United, forse scosso dal rendimento dello stesso Pogba, si è interessato a lui anche se il colpo Fred dallo Shakhtar fa pensare che l'interesse sia svanito. Il Real Madrid è il sogno dichiarato del serbo e forse uno dei pochi club in grado di soddisfare un Lotito in vena di accapparrarsi tutto il denaro possibile. In Italia solo la Juve potrebbe permettersi questo gioiello raro, da custodire, pulire ed esporre nelle vetrine che contano.  La prima vetrina l'ha guadagnata da solo con la sua Nazionale e probabilmente si aspetterà la chiusura del Mondiale per un trasferimento che odora di cifra record per gli standard italiani.  

110/120 milioni sembrerebbe la cifra giusta in grado di far vacillare seriamente il muro eretto dalla dirigenza laziale. La Juve dovrebbe far cassa vendendo un pezzo pregiato come Alex Sandro o Higuain per potersi permettere Milinkovic-Savic, oppure potrebbe tentare l'inserimento di contropartite gradite a Simone Inzaghi: Rugani, Mandragora o Pjaca su tutti. Nello scacchiere tattico di Massimiliano Allegri, dovrebbe ricoprire il ruolo identico che ha alla Lazio: mezzala sinistra, accanto al regista Miralem Pjanic nel 4-3-3 bianconero. A lui spetterebbe il compito di non far rimpiangere Paul Pogba sul campo, dando lo strappo alla manovra per vie centrali e fungendo da fulcro del gioco per i palloni alti che arrivano sempre in quella zolla lì: prima Pogba, poi Mario Mandzukic, da agosto magari lui...

In un'estate in cui girano tanti nomi di possibili arrivi e possibili partenze, il suo è quello più richiesto. Sergey Milinkovic-Savic, un colosso dai piedi fatati in cerca del definitivo salto di qualità. E chissà se non voglia avvicinarsi pure al fratello Vanja.