E' un lunedì mattina, da poco sono passate le 9, ho appena finito di fare colazione e squilla il telefono di casa...
Rispondo io, fa mia moglie mentre asciuga una pentola... no, lascia stare vado io: "Pronto... è casa B... sì certo mi dica con chi vuol parlare?... C'è mica il Sig. Massimo...
Sono io in persona lei chi è?...
Sono Maurizio G... Ma chi Maurizio G. quello della 5a D all'Istituto Guglielmo Marconi dove abbiamo frequentato un triennio insieme?...
Sì Massimo sono proprio io, ma come stai?...
E come sto... ma che ti possino... dopo tutti questi anni, ma quanti ne sono passati...
43 Massimo, ben 43!...
E che fai di bello, dai raccontami...
Ascoltami bene Massimo, per raccontare tutti questi anni staremmo due ore al telefono, io tramite Internet, Facebook sto rintracciando tutti, o almeno tutti quelli che riesco a contattare, i vecchi compagni del nostro ultimo anno al Marconi, e vorrei che ci riunissimo per rivederci dopo tanto tempo per rivivere l'atmosfera di quei tempi raccontandoci le nostre vite... che dici ti va se ci vediamo magari fra un po' per una pizza?...
E me lo chidi Maurizio!... Dai e quando stasera?!?...
E come corri, dammi il tempo di organizzare, dai ti richiamo e ti faccio sapere, ok?...
Ok Maurizio a presto, ciao!!

E quella notte l'ho fatta in bianco, non c'è stato verso di prendere sonno, troppi i ricordi, troppi gli anni passati!!

Maurizio mi richiama dopo due giorni per fissare l'appuntamento per l'indomani, un giovedì sera alle 21 presso una Pizzeria Ristorante sulla Via Tiburtina nelle vicinanze del raccordo anulare, rispondo militarmente con secco: "Va bene a domani sera, grazie Maurizio!"   
Giovedì è un giorno particolarmente calmo per i ristoranti, non c'è la ressa del sabato sera, arrivo con la mia macchina nell'ampio parcheggio antistante il locale, dove trovo già alcune auto parcheggiate e mentre faccio manovra ne entrano altre tre, mancavano dieci minuti alle 21, come se entrassimo a scuola eravamo tutti in anticipo, ad uno ad uno si cominciano ad aprire le portiere delle auto e uscendo ognuno di noi un po' per la penombra creata dai lampioncini e un po' per i quattro decenni trascorsi nessuno fra noi si è riconosciuto, seguirono dei secondi di perfetto silenzio (in stile duello di "Mezzogiorno di fuoco") e guardandoci tutti negli occhi alla ricerca di qualche vago ricordo cominciò a serpeggiare la rituale domanda fantozziana: "...Scusi ma lei chi è??"... Ma sono Marco, non mi riconosci!... E tu chi sei?... Ma sono Massimo e di là ed io sono Giorgio e tu?...E io sono Aldo... e così via per una decina di minuti fra risate, lacrime, caricature di amici assenti e soprattutto dei vecchi nostri vecchi professori. 
Insomma di quei 7 che eravamo al parcheggio, nessuno tra noi si è riconosciuto a prima vista, dopo 43 anni un uomo, specie se ha perso i capelli o magari si è ingrassato, avendo quindi cambiato profondamente i propri tratti somatici, diventa irriconoscibile, tranne uno...
Sono le 21.10, entra nel parcheggio una Porsche bianca decappottabile e ne esce una persona alta di statura, longilinea, fisico atletico, vestito sportivamente con jeans e giubbotto in pelle, capelli brizzolati, un aspetto da attore, e tutti noi a corrergli incontro e gridare in coro Lorenzo!!... Lorenzo V... come stai?!?... Fatti abbracciare, ma non sei cambiato affatto, ma hai fermato il tempo!!...
E si affaccia sull'atrio del locale Maurizio G., l'organizzatore che quella sera ci farà da anfitrione e ci invita a prendere posto e accomodarci in una graziosa saletta dove trovammo un tavolo apparecchiato con nove coperti.
Allora ragazzi, esordisce Maurizio, dove eravamo rimasti? 
Risatona generale... allora facciamo l'appello..."Ah Maurì!.. ma che ce voi prende 'n giro?!... Dicci piuttosto di tutti gli altri assenti...
e ok Aldo, se mi dai il tempo stavo giusto per dirvi quanto segue; ai nostri esami di maturità, 43 anni fa, eravamo in 27 di quella mitica 5a D e com e vedete noi stasera siamo solo in 9!
E tutti gli altri dove sono??...
Beh, replica Maurizio, io tutta la mia buona volontà c'e l'ho messa, ma circa la metà non li ho trovati né sull'elenco telefonico né su Internet e poi di altri posso dire che c'è chi è in Germania, chi in Inghilterra, addirittura due sono negli States ed un paio che sono qui in città vicino a noi, ma con rammarico non possono venire per seri motivi di salute... eh ragazzi il tempo passa...! 

Il cameriere ci porta gli antipasti e cominciamo a conversare, a fare foto, a ricordare quei mitici anni con tutte le nostre invenzioni, quelle trovate burlesche tipo film Amici miei insomma, una conversazione che è andata avanti mentre si mangiava per un paio di ore a ricordare tutte quelle bravate che solo un manipolo di giovani scapestrati come noi allora poteva fare, del resto eravamo quasi sessantottini e sappiamo quale radicale cambiamento di vita ci fu in quel periodo.

Io ero seduto al tavolo vicino ad Antonio M. chiamato da noi tutti Tunì, era un mago in elettronica pur non avendo mai sfogliato la teoria dove aveva 5 ma in laboratorio aveva 8; dopo il conseguimento del diploma andai con lui in un paesino appollaiato sui colli Sabini dove per alcuni mesi aiutammo nelle riparazioni di apparecchi Tv un suo conoscente proprietario del laboratorio.
Passammo un periodo stupendo fatto di lavoro, ma anche di tanti momenti di vita spensierata, avevamo tutti e due lo scooter, io la Vespa e lui la Lambretta e terminato il lavoro  portavamo in sella le nostre ragazzette a volte al lago a fare un picnic altre volte al mare a Fregene, e qualche volta la sera, ma presto a quei tempi, a mangiare una pizza. 
E poi io e Tunì con la collaborazione di Vincenzo N. che ora è in Germania fondammo nell'ultimo anno del triennio un giornalino scolastico proprio dell'Istituto Tecnico Guglielmo Marconi, che così battezzammo: La Treccani (quei tre professori), si trattava di un settimanale satirico/umoristico che narrava le vicende del "Marconi"prendendo di mira i professori con vignette e storielle tipo fumetto. Il sottoscritto ne curava i testi, Tunì l'impaginazione e la stampa e Vincenzo N. maestro di disegno faceva le caricature, ebbe un enorme successo, anche i professori ridevano di sè stessi, peccato che non ne esiste più una copia, ma tutti noi quella sera abbiamo ricordato la Treccani come un'opera unica nel suo genere nata quasi per sbaglio ma ancora impressa nelle nostre memorie!

A turno, come in un salotto televisivo (tipo la vecchia "Tribuna Politica") Maurizio G. intervista ad uno ad uno i commensali dando loro al posto del microfono un foglio a ricordo della nostra adunata dopo 43 anni di quella mitca 5a D!   

"Dai comincia tu Marco G., hai 5 minuti, raccontaci cosa hai fatto in questi anni...". 
Marco dopo il conseguimento del diploma ha invano frequentato un anno alla facoltà di Ingeneria all'Università, e dopo il servizio militare suo padre lo raccomandò per prendere il suo posto perchè in età pensionabile e così sta terminando il suo ultimo anno di lavoro presso un Ente statale, è sposato ed ha due figli.

            
Leggi qui la II parte