"Massimo!!... Ricordati di mantenere sempre per il manico la borsetta... altrimenti tutto il portapranzo si capovolgerebbe... e papà non mangerebbe nulla!!" 
"...stai tranquilla mamma... andrà tutto bene!".

Avevo da poche settimane compiuto 12 anni l'età in cui nei mezzi dell'Atac a Roma si poteva viaggiare senza la presenza dei genitori. Attendevo alla fermata l'autobus linea 55 che dal quartiere di San Paolo mi avrebbe condotto al centro, a Piazza SS. Apostoli, sede dell'agenzia di stampa estera di papà Renato.
Era una Domenica autunnale riscaldata da un tiepido sole tipico della classica ottobrata romana. Papà era di turno nella così detta "lunga" dalle 8 alle 20, ma lui nonostante il baccano infernale nella sua sala telescriventi oramai ci si era abituato, tanto sapeva che il giorno appresso, il lunedì, sarebbe stato di riposo rilassandosi andando a pescare con la sua canna sugli scogli di una spiaggetta prospiciente il faro di Fiumicino praticamente in quel giorno deserto, frequentato solamente da qualche barbiere, al contrario invece della calca domenicale e papà, dopo tante ore lavorative così stressanti amava contemplare il mare nell'attesa che qualche pesciolino abboccasse alla sua esca preparata a mestiere. Avevo fatto un patto con papà, in cambio di ogni pranzo che gli avessi portato quando fosse stato di turno i sabati e le domeniche, lui mi avrebbe regalato 200 € più una bevuta di gazzosa nella sottostante birreria di Palazzo Colonna dove aveva sede il suo ufficio.
Finalmente arriva il 55 e come salgo, custodendo gelosamente la borsetta blu con il pranzo di papà, il fattorino o bigliettaro, come si suole dire in romanesco, così mi apostrofa: "...a maschie'...ma c'è l'hai 12 anni?!?".
"... sì...certo...Sig. Fattorino...li ho compiuti due mesi fa!!"
"...a parte che me poi chiama' Osvaldo... ma nun ce posso crede!!... me pari così basso ....va ' n po' là..che ce sta' la tacca metrica..."
Andai tremante ...e quasi piangente...ma il responso, come temevo, fu impietoso!!...mancavano tre centimetri per toccare la tacca!!! 
" ...e adesso...come se la mettemo...rigazzi'!?!... Er regolamento me direbbe de fatte scenne... però so' 'n padre de famija...e c'ho pur'io 'n rigazzino der tempo tuo. Senti'n po' ...ma 'nn'e' che tante le volte c'avesti pe' caso..'n documento...'n tesserino co' la data de' nascita...eh?!?...andrebbe a faciolo!!!... caro...ma come te chiami??".
"Il mio nome è Massimo... ed ecco ho qui un tesserino della Roma Junior Club con la mia foto e la mia data di nascita... eccola!! ...vede bene Sig. Osvaldo i miei natali ...Roma 23/8/1948 ... così sono a posto...vero!?...ora posso andare avanti e sedermi?..."
"...aspetta 'n po'... Massimo!! ...ma perché 'sto tesserino sarebbe tutto 'ncerottato co' lo scotch?!?"
"..ehhh...Sig. Osvaldo... è na storia lunga... ero andato a vedere un derby...e ho fatto a botte con un laziale che per dispetto, a causa della sconfitta, mi aveva strappato il tesserino della Roma..." - non avevo detto il vero e non mi accorsi che il mio volto si arrossì leggermente, particolare non sfuggito ad Osvaldo che proseguì: "...ehhh!!.. Massimo...me sa tanto che non me la racconti giusta! Comunque, regolamento alla mano, hai 12 anni compiuti da due mesi...e poi viaggia' da solo...ma levame 'na curiosità...ma 'st'odore de sugo bono ar pommidoro... pe' caso vie' da quella borsetta blu che te tieni stretta stretta!"
" Si..Sig. Osvaldo...porto il pranzo a mio padre.."
"...ma perché pure tu' padre lavora de Domenica...comme a me!!..e che lavoro fa'!?"
" ...fa il telescriventista in un'agenzia di stampa ..."
"...ahh... Massimo...allora spicciate...pe' chiacchiera' sei quasi arivato...alla prossima devi da scenne...le agenzie de stampa stanno tutte tra Piazza Venezia e Piazza San Silvestro..."
"Esatto!!..grazie ...allora mi preparo... chissà magari più avanti ci rincontreremo Sig. Osvaldo..."
"Magari... Massimo...e fra qualche anno... ed io non ti chiederò più il documento!!... però ti farò una domanda..."
" ...e quale sarebbe!?"
"... Massimo!?...sei riuscito a diventare giornalista!?...hai lo sguardo così birichino e curioso... quello tipico del reporter ...in cerca di notizie!"
"... grazie del complimento Sig. Osvaldo... però... sì!!...mi piacerebbe...ahh!!...ma sono arrivato...debbo scendere... arrivederci...spero a presto Sig. Osvaldo!"
"Ciao Massimo... salutami tanto papà...almeno lui mangia un pasto caldo, anche grazie a te...io invece mangerò un panino al capolinea...e mi rifarò stasera a casa pe' cena... du' bei spaghetti alla carbonara..nun me li toje proprio nissuno!!"

Sono passati da quella domenica dieci anni esatti.
Il sottoscritto si è diplomato all'Istituto Tecnico nella neonata specializzazione delle Telecomunicazioni, contrariamente a quanto avrebbe desiderato papà Renato nel vedermi crescere nel settore linguistico ed umanistico e quindi abbracciare un percorso classico, pur tuttavia nel giro di un paio di anni papà sarebbe andato in pensione ed avrebbe caldeggiato il nome del figlio per una posto da telescriventista... ma sarebbe durato poco... le tecnologie stavano cambiando... e le rumorose telescriventi stavano lasciando il posto ai primi silenziosi anche se ingombranti computer... e sala ricetrasmittente e sala redazione si stavano ormai fondendo... il redattore diventava un tutt'uno con l'operatore alla tastiera come di fatto seguii il mio Virgilio per tanti weekend nella figura del redattore JeanPaul addetto alle vicende sportive nell'agenzia.
Se oggi riesco a scribacchiare qualcosa di sensato lo debbo in gran parte ai suggerimenti ricevuti e carpiti a lui, Jean Paul S. un giornalista nato in Provenza da madre francese e padre italiano di origini toscane.
Era un'afosa Domenica estiva, la mia Lambretta era ferma dal meccanico in attesa di un pezzo di ricambio che sarebbe arrivato solo lunedì. 
Papà Renato era ormai prossimo all'età della pensione e quella era una delle ultime Domeniche che l'avrebbe visto di turno. Mamma mi pregò di portargli il pranzo come una volta, con la borsetta e l'autobus, acconsentii sbuffando, girato, anche perché rinunciai ad una giornata al mare con la ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie. L'autobus 55, sempre esistente, aveva solo variato di poco il suo itinerario, prima aveva il  capolinea a Termini ora era spostato ai Parioli ma il percorso San Paolo - Piazza SS.Apostoli era rimasto invariato.
Fortunatamente attesi sotto un sole cocente solo un paio di minuti e salii arrestandomi sulla piattaforma per godere della maggiore areazione possibile, il caldo era opprimente ed ancora gli autobus di una volta erano privi di aria condizionata, ma essendo il motore davanti la parte posteriore, con tutti i finestrini aperti, era relativamente fresca.
Era un po' che non risalivo su di un autobus e mi accorsi solo dopo dieci minuti alla fermata di Stazione Trastevere che il "bigliettaro" era stato soppresso... ma mentre ero assorto nei miei pensieri... sento una voce alle mie spalle...:
"Signori... biglietti prego!!". Ci guardiamo con sguardi calamitati... il controllore aggiustandosi il suo cappello graduato pensando di aver beccato il portoghese di turno domenicale... il viaggiatore tastandosi la tasca impegnato a procurare tra fodera e dita un piccolo taglio al biglietto, non esistendo a quei tempi le obliteratrici...poi... d'improvviso... all'unisono!!!....
"...Sig. Osvaldo!!!...ma non sembrano passati dieci anni!!"
"...se ricordo bene... Massimo!?!...non dirmi che stai portando il pranzo a tuo padre??"
"...invece sì...Sig. Osvaldo!!"
"...Ohhh... ma che bell'incontro!!...che bella Domenica... ma dimmi una cosa...ti vedo cresciuto ...ma sei diventato giornalista??"
"Ancora no...Sig. Osvaldo... chissà se un giorno ci riuscirò...a mio padre piacerebbe molto!!"
"...ed anche a me...Massimo!!..dai io debbo scendere per fare controlli su di un'altra vettura...magari ci si rincontra fra altri dieci anni quando io sarò prossimo alla pensione...invece tuo padre quando ci va??"
"Ahh... è ormai arrivato...credo che sia questa la sua ultima Domenica di lavoro..."
"Bene... allora la festeggerete!!"
"Certamente, c'è una bella birreria sotto Palazzo Colonna... fa dei buoni wurstel... accompagnati da un buon boccale di birra alla... spina... SONO LA FINE DEL MONDO!!!" ...e questo lo dicemmo tutti e due insieme...vicini...vicini!!!
"Ma il tuo papà a che ora stacca?"
"Alle 20...Sig. Osvaldo"
"...E pur'io stacco a quell'ora....e si me facessi  scenne alla fermata de Piazza SS. Apostoli e m'aggregassi... sapete mi moje e mi fijo stanno da mi socera ar mare, sto da solo e me farebbe tanto piacere conoscere tuo padre Renato..."
"Non si preoccupi... Sig. Osvaldo... l'aspettiamo alle 20 in birreria... sarà piacere... specie per papà Renato!!"                      

Massimo 48 Amarcord 
"La memoria è come un fuoco, se si spenge il fuoco si spenge la vita!"
(Gianrico Tedeschi)